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L'ottavo giorno

Opinioni presenti: 17
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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Visto a distanza di un decennio, non mi convince più.

(6/10) Voto 6di 10

E' stato il primo film che ho visto con un attore Down e mi aveva stupito e commosso. Rivisto poco tempo fa, mi ha quasi irritata per qualcosa di "falso" che vi ho avvertito. Rispetto alle opinioni attuali sull'handicap e sulle persone Down, non mi sembra nemmeno "politically correct". George infatti fa ridere per i disastri inconsapevoli che combina. Questo comportamento non è caratteristico di tutti i Down (c'è sempre la tendenza a generalizzare...) ma potrebbe essere verosimile solo tenendo conto della storia di George, come ci viene accennata dal film: è stato allevato e viziato da una madre anziana e sola, che evidentemente non si è preoccupata di educarlo e socializzarlo, ma deve aver accontentato qualsiasi suo desiderio o capriccio. Alla morte della madre, senza nessun aiuto ad adattarsi o a capire, è stato sbattuto in un istituto, privato di qualsiasi contatto col mondo esterno. E' evidente che qualche compromesso poteva essere trovato: per es. alla sorella gli assistenti sociali potevano suggerire che qualche visita, regolare e ritmata im modo da lui prevedibile, poteva essere anche programmata, anziché un aut-aut tra un abbandono totale (colpevolizzante) e una presa in carico totale (impossibile). Oggi un giovane adulto Down meglio educato e non istitutizzato non si comporta in questo modo, e può essere inserito tranquillamente in un'attività lavorativa semplice, senza previsioni catastrofiche sul suo comportamento. La contrapposizione tra i due personaggi rischia di penalizzare George a dispetto delle apparenze e delle buone intenzioni: infatti ne fa una macchietta e lo strumentalizza per ricavare una "morale" sentimentalistica e facilona: la sconfitta dei nostri miti di successo professionale che sacrificano la felicità familiare e gli affetti, ecc. Evidentemente i nostri stereotipi sull'handicap si trasformano rapidamente. Dieci anni fa la realtà delle persone Down era molto diversa (pur essendo cambiata rispetto a un primo periodo in cui venivano tutti sepolti in istituto). Perciò questo film (che non è sulle persone Down, ma sulla nostra incapacità di vivere gli affetti) non è più accettabile.



Rosetta Bolletti, 66 anni, Padova (PD) (PD).




per non far finta che non esista il problema

(7/10) Voto 7di 10

questo è un film che tutti dovrebbero vedere...le impressioni poi sono soggettive, ma almeno non si resta del tutto indifferenti e ci si ricorda che un diverso crea ed ha lui stesso problemi..



Serena, 50 anni, Roma.




Maggiorati e minorati

(8/10) Voto 8di 10

L’ottavo giorno della Creazione, il Signore fece le sue cose migliori, probabilmente perché il settimo si riposò. Quel giorno creò i suoi angeli più belli e ce li accostò con l’inganno, facendoci credere che fossero stupidi. "L'ottavo giorno" racconta la storia dell'incontro tra un ragazzo down con un uomo “normale”, e pure se ancora adesso non ho capito chi è il minorato, credo di aver invece compreso che entrambi, alla fine, ottengono ciò che vogliono: il primo la madre, il secondo i figli. Entrambi non sopportano la solitudine e l'abbandono da parte delle persone amate; entrambi spezzano la routine di una vita divenuta ormai insopportabile, per cercare di ricostruirne un senso ricongiungendosi alla propria famiglia, ed entrambi vengono rifiutati dalla vita stessa fino al momento in cui tutte le sovrastrutture crollano per lasciar spazio a una liberatoria quanto insospettabile semplicità. E' un film da cui è difficile prendere le distanze a causa dell'alto tasso di emozioni, eppure può delineare un mondo di esseri umani migliori, e se per operare un tale miracolo è necessario inzupparlo di lacrime, non è così biasimevole, almeno non più dello scomodo imbarazzo di certe scene. Francia, Belgio, 1996



Tiziana, 40 anni, Milano (MI).




vero

(10/10) Voto 10di 10

Un film che ci mostra le poche cose che nella vita possono servirci per trovare la felicità.



Eliana, 34 anni, Bologna (BO).




Incantevole

(9/10) Voto 9di 10

Vorrei porre all'attenzione dei cinefili incalliti come me un film,a mio giudizio,veramente meritevole. un film onirico ed emozionante realizzato con poesia e tatto, recitato da due splendidi attori protagonisti. il film narra la storia di un uomo, che ormai rifiuta la vita e la realtà che lo circonda, e di un ragazzo che per problemi fisici è "allontanato", emarginato dalla realtà,dalla società.un film che fa riflettere e che insegna come sia possibile affrontare i problemi con un pizzico di fantasia e dando il giusto valore alle cose.



Junio, 33 anni, Roma (RM).





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