Quando un film viene premiato, è in corsa per diversi Oscar
e la critica si limita a rilevare qualche piccolo dettaglio , si va a vederlo con una certa aspettativa che, quasi sempre viene delusa.Fortunatamente non è il caso di Chicago e in questa non brillantissima stagione cinematografica dove non ci è stato risparmiato nulla:dal crimine preventivo( suona un po' come guerra preventiva)agli agghiaccianti istituti irlandesi, ad un tristissimo pianista nella terribile, ma ennesima ricostruzione della tragedia della Shoà, ad una New York sanguinaria e sanguinolenta, ad un western mancato dove c'è un bimbo che ha visto troppo e che, miracolo, esce indenne dalla tragedia e si avvia, con cane, ad una vita normale, per non parlare dei film sulle nevrosi nostrane, direi che " Prova a prendermi" e Chicago sono gli unici film che ci hanno regalato due ore di puro divertimento e, di questi tempi, non è poco. Naturalmente non dimentico Woody Allen, ma Woody Allen ci regala ogni anno il suo piccolo gioiello e quindi ci siamo abituati.
Ma, tornando A Chicago: se vi piace il jazz e il tip tap, andate a vederlo, non vi annoierete, se apprezzate la leggerezza con cui gli americani sanno ridere di se stessi e dei loro miti,in questo caso, sistema giudiziario e libertà di stampa, vi divertirete sicuramente, se non siete fissati sulla bellezza di Richard Gre un quarto di secolo fa, apprezzerete una straordinaria arringa con il contrappunto di uno scatenatissimo tip tap e un numero da burattinaio ventriloquo degno di entrare dalla porta principale nella storia del Cinema. Non sono da meno le signore: difficilissimo dire chi sia più brava. Personalmente una nomination all'Oscar l'avrei data a tutti e tre anche per la straordinaria sintonia con cui lavorano e avendo visto anche il film di Nicholson : oddio, sarà anche bravo ma è dai tempi di "qualcuno volò sul nido del cuculo " che ha sempre la stessa espressione! Forse dovrebbe cambiare un poco anche lui
Delusione per quello che era stato presentato (dalla maggioranza dei giornali) come un capolavoro. Tecnicamente il film è di una perfezione assoluta. Per più di due ore si resta a bocca aperta per le coreografie strabilianti, il ritmo velocissimo, le stupende musiche, il montaggio favoloso. Eppure... Qualcosa non funziona se a me, appassionato da sempre dei musical, il film non è affatto piaciuto. Troppo evidente la fredda operazione di tavolino con l'intento non di ammaliare o di far sognare o di divertire ma semplicemente di sbalordire. Non c'è autoironia, l'affresco dell'epoca manca, il coinvolgimento emozionale latita (unica eccezione: il numero musicale di John C.Reilly, il marito tradito, di eccezionale drammaticità e impatto emotivo). Riguardo agli attori, un applauso alla bravissima Queen Latifah e a Catherine Zeta-Jones (una vera sorpresa). Richard Gere, la cui voce assomiglia in modo impressionante a quella di Gene Kelly, si diverte e lo fa vedere. Pollice giù per Renèe Zellweger (inspiegabilmente candidata all'Oscar): nel ballo se la cava ma la sua voce è un supplizio e poi non riesce affatto a dare spessore a un personaggio che dovrebbe essere la chiave del film (sembra che la parte la volesse Madonna: sarebbe stata una bomba!).
p.s.
come si fa ad appassionarsi ad una storia in cui tutti i personaggi sono negativi al massimo?
Ho visto questo film con tanti anni di ritardo perchè sono allergico ai musical; eppure me lo sono goduto dal primo all'ultimo minuto: splendida musica e splendida fotografia.
Trailer italiano (it) per Diabolik - Chi sei? (2023), un film di Antonio Manetti, Marco Manetti con Giacomo Gianniotti, Miriam Leone, Valerio Mastandrea.