La scelta della solitudine di gertrud: cantante nella stoccolma d'inizio secolo. i suoi rapporti con gli uomini:
il marito, un giovane pianista, un poeta. il dramma che traspare dal volto della donna divisa tra la scelta di lasciare il primo, innamorarsi del secondo ed abbandonare il terzo. l'essenzialità dell'ultima opera del maestro danese fu scambiata per una debolezza della sua vecchiaia,
ma ritengo che invece sia una lezione di alto cinema con rimandi ai suoi primi lavori: molti primi piani con l'unica differenza del suono in presa diretta. appoggio il riconoscimento di un capolavoro assoluto che a l'epoca gli fu riconosciuto da un altro maestro:jean-luc godard.
Forse Dreyer è un regista ormai noto solo ai cinefili. "Gertrud" è il suo ultimo film, probabilmente il migliore. Parla di una donna divisa tra il marito, che lei non ama e non ha forse mai amato, il giovane amante, a cui forse non importa così tanto di lei, e un antico amore, che lei aveva lasciato perché anteponeva il lavoro ad ogni cosa. Alla fine Gertrud li abbandona tutti e sceglie la solitudine. Per Gertrud l'amore è la cosa più importante, ma capisce che si tratta di un ideale o di un illusione, mentre la realtà dei rapporti interpersonali è fatta di sofferenze ed incomprensioni e i sentimenti si rivelano falsi o effimeri. Gertrud sceglie quindi di restare sola, l'unico modo per essere veramente libera e non soffrire inutilmente. Quest'opera è ancora oggi interessante e ricca di spunti, anche se gli spettatori meno preparati potrebbero trovarla lenta e noiosa (bisognerebbe far loro capire che lentezza non è sinonimo di noia, o anche che ci possono essere film belli anche se 'noiosi'); chi invece ama il grande cinema , ed è stanco delle sciocchezze che ci vengono propinate oggi, cerchi di vedere questo bel film.