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Magnolia

Opinioni presenti: 183
Media Voto: Media Voto: 7.5 (7.5/10)

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Profondo e toccante.

(8/10) Voto 8di 10

L'obbiettivo del regista è far riflettere profondamente lo spettatore sulla vita e sui suoi innumerevole aspetti. Per fare ciò ci mostra le vicende di nove personaggi apparentemente slegati tra loro, ognuno alle prese con drammi e crisi personali. E le idee che chiaramente emergono sono rassegnazione ed abbandono prima, redenzione e speranza dopo. Un po' come a dire che una volta toccato il fondo si può solo risalire. Ma non basta: Anderson infatti aggiunge a tutto questo l'evento soprannaturale (la bellissima scena della pioggia di rane), sottolineando come alcune cose accadono per puro caso. Pur non essendo affatto un film facile, le tre ore volano in un susseguirsi di emozioni che appassiona ed intriga. Per quanto sia da lodare il genio del regista e la bravura di alcuni attori (C. Reilly e T. Cruise in particolare), la cosa che impressiona maggiormente è la scelta perfetta delle musiche: oltre a sposarsi splendidamente con le immagini, sottolineano in maniera unica lo svolgersi degli eventi ora più frenetico ed ossessivo ora più pacato e riflessivo. Una pellicola che rivedrei molto volentieri.



Lorenzo, 21 anni, Arconate (MI).




un'altra occasione

(9/10) Voto 9di 10

la prima volta l'ho visto alla casa all'università con una tv b\n e a basso volume.non mi aveva colpito e non lo avevo capito molto .la seconda volta (l'ho visto come si dovrebbe vedere un film)è stato un turbine di emozioni.un mio consiglio,a chi non è piaciuto guardatelo una seconda volta (io l'ho comprato in dvd doppio,eccezionale)



Andrea, 23 anni, Ariano irpino (AV).




CAPOLAVORO

(10/10) Voto 10di 10

Purtroppo non tutti hanno le capacità intellettive e squisitamente "cinefile" per capire il CAPOLAVORO di P.T.Anderson.è l'unica spiegazione che mi posso dare dopo la vista atroce della carenza di stelline .Un intrecciocosi perfetto non si vedeva da anni,attori bravissimi e in più la finezza della caduta delle rane.Troppo lungo?Incasinato?Non si capisce niente?...che posso dire?andate a vedere un film dei vanzina...magari dura 1h e mezza e forse lo riuscite a capire.



Lino, 18 anni, Arzano.




Splendido!

(10/10) Voto 10di 10

Semplicemente una pietra miliare! Il giovane Anderson promette grandi cose per il futuro! Un film perfetto sotto tutti i punti di vista!



Stefano, 19 anni, Bari.




...............

(7/10) Voto 7di 10

La pioggia di rospi!! Per intenderci: non si tratta dell'invasione di cavallette con cui il Dio ebraico investe gli Egiziani, rei di ostacolare il percorso di salvezza del popolo eletto: è questa una pioggia punitiva, Jahvè vendica i suoi! Giudica e punisce gli egiziani schiavisti... In Magnolia la pioggia invece, ha un carattere espiatorio, catartico. Il riferimento sempre biblico ma meno famoso è, credo, con il libro GLI ATTI DEGLI APOSTOLI 11, 4 in cui dal cielo cadono fiere uccelli e quadrupedi e rettili. Pietro ne ignora il significato e li crede immondi, ma Dio l'ho ammonisce "nulla è profano se purificato!". Anche i rospi possono quindi simboleggiare la salvezza (immaginate che dopo il diluvio siano diventati principi). Ma la calata dei rospi non è un'amnistia..! La remissione dei peccati per compiersi deve andare di pari passo con il pentimento, con la consapevolezza del proprio errore, e quello delle rane non è un tabularaseggiare fine a se stesso; impediscono un suicidio (anzi due) che sarebbe una sottrazione, una finta catarsi, una fuga dalle proprie responsabilità: l'espiazione completa sta nel vivere conscio delle proprie colpe in un continuo redimersi dei propri sbagli: ed eccoci al punto: la rana che impedisce il suicidio del babbo molestatore: il negarsi alla vita sarebbe una vigliaccata, è molto più difficile (etico) vivere con il proprio errore che autogiudicarsi col suicidio, e infatti questa doppia negazione vale anche per la donna (Moore) che viene "salvata" dal ragazzino "profeta". Anche il papà del genietto-TV ha capito i suoi sbagli ed ora non può che cambiar vita (anche qui è intervenuta una pioggia molto più fisiologica e necessaria!!). Tutti, ma proprio tutti, sono peccatori ma non è possibile chiudere i conti col passato senza una forte cambio di ritmo nella vita di ognuno (forse così si possono leggere i due tempi del film una prima parte alla "Altman a 200 all'ora" e una molto più riflessiva e notturna), perché in ogni caso sarebbe il passato a non chiuderli. Tutti siamo sottoposti al caso (è la tesi del film) o al fato, a volte crudele (il ragazzino che si suicida all'inizio: si sarebbe salvato ma..) a volte ironicamente (è la forza del film) salvatore. Molti hanno bollato di patetismo il film: credo la descrizione della malattia e dei malati non sia eccessivamente convenzionale: anzi, la scure della malattia si abbatte proprio sui due protagonisti colpevoli; fuori dal consueto sono anche le reazioni dei figli, tra l'indifferenza e menefreghismo, alla scoperta della malattia dei rispettivi padri); magari è convenzionale che, solo dinanzi alla morte propria o dei propri cari, tutti confessino i peccati di una vita. Se il primo finale, quello cantato, era irrimediabilmente pessimista e cupo, di primo acchito potrebbe sembrare un Happy-end quello legato alla nuova coppia dopo il diluvio-senza NOÈ (poliziotto e compagna, che sembrano far tesoro della lezione dei "padri"): ma anche qui il tarlo della menzogna...



Daniele, 23 anni, Bari.





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