Il sogno (espresso nelle lettere dalla guerra) di una persona senza famiglia (orfano) senza tradizioni, senza storia, senza lavoro (venditore porta a porta di cioccolatini) senza un vero amore (la sua lei vuole solo gli oggetti le cose) si scontra/confronta con la tradizione, il senso della famiglia, il senso del lavoro nella sua visione più radicale e arcaica del lavoro della terra. La contrapposizione di due universi ci fa pensare anche ad una confronto indiretto sulla scala del tempo: la società arcaica (mitizzata) di un tempo con dei valori fondanti che si contrappone alla libertà del pensiero dei costumi e al vuoto di valori della attuale società americana. (ed occidentale in genere)
Ora può accadere che un individuo reca con se certi valori che non ritrova più nella società in cui vive. La domanda è: esiste un universo parallelo in cui riusciamo in qualche modo a riconoscerci? Esiste una mondo nelle pieghe della nostra società nella quale riusciamo a rintracciare qualcuno che abbia in parte i nostri valori?
In generale abbiamo la possibilità di cambiare la nostra società in modo che sia più umana?
questo è il classico film che sai già dalla prima scena come andrà a finire.comunque non mi è dispiaciuto.fra tutti gli attori il più bravo è quinn che interpreta alla perfezione il patriarca della famiglia dotato di buoni sentimenti.un pò sotttotono a mio parere giancarlo giannini.bella e sensuale lei ma un pò ingessata nella recitazione.troppo melioso questo lungometraggio,troppo dolce ad un certo punto ci vuole una puntura d'insulina!comunque il sei lo merita.
Un film che merita di essere rivisto + volte.
brillante l'interpretazione di g. giannini, divertente e significativa quella di a quinn, sensuale (e bella) lei, semplice ma molto incisivo lui.
Remarke di "Quattro passi tra le nuvole" di Alessandro Blasetti, questo è un film che incanta per l'estrema dolcezza ed importanza dei sentimenti descritti.
Qui abbiamo un ragazzo veramente sfortunato, senza famiglia (uno splendido Reeves), che un giorno incontra una ragazza sfortunata come lui, che sta per avere un figlio illegittimo (il primo richiamo alla famiglia). Lei una famiglia d'origine ce l'ha, ed anche importante, dominata da un padre finto burbero (un incredibile Giancarlo Giannini)che vuole sempre imporre la sua volontà su tutti.
Keanu Reeves, per salvarla dal disonore, si finge suo marito.
I due ragazzi si innamorano. Sono, quindi, pronti a rimanere insieme, a vivere la loro vita tenedosi per mano.
Dopo un periodo di forti scontri iniziali, resi più
tolleranti da scene romanticissime - vedi quella del riscaldamento dell'uva , in cui tutti sembrano librarsi nell'aria come farfalle, e la bellissima scena della serenata, avviene l'accettazione del quasi/intruso nell'onorevolissima famiglia.
Il personaggio del nonno (e qui Anthony Quinn è favoloso) incarna veramente la saggezza antica ed i sentimenti di tutti i nonni del mondo: estremamente tolleranti e pieni d'amore verso i nipoti.
Sui vari personaggi, giganteggia uno straordinario Giancarlo Giannini, il vero padre patriarca, che non tollera che la vita vada in un modo che lui non vuole, ma che è, in fondo, pieno d'amore e di apprensione verso i figli.
In questa famiglia in fondo non perfetta, ma sempre una famiglia, avviene e si sviluppa dolcemente l'amore dei due ragazzi che, stranamente, si inseriscono sempre di più nel modo di pensare e di vedere di questa piccola comunità.
Contrariamente ad altre opinioni, ho trovato bellissima la scena finale, con il vigneto in fiamme. Bellissima perchè lì si troverà la radice della vita, e la speranza di costruire veramente una famiglia, essere cioè tutti uniti, nel bene e nel male.
E' un film decisamente romantico, un film d'amore, di un amore positivo, che avrà un futuro, ossia la creazione e lo sviluppo di se stessi.
Non ho mai visto così ben delineato il vero concetto dell'amore, della speranza e della gioia di creare e di appartenere ad una famiglia.
Questo film è inoltre una gioia per gli occhi, grazie alla meravigliosa fotografia e all'ambientazione nella Napa Valley, la zona dei vigneti della California.
Si capisce subito che questo film è stato diretto da
un sudamericano, Alfonso Arau, perchè non c'è nessuno come i sudamericani che sappiano mettere in evidenza, con il cuore, i veri valori della vita.