Il film è girato con un buon soggetto di base, la sceneggiatura è stata realizzata con delle cadute nel ritmo che ne rallentano lo svolgimento in alcuni punti ma forse fanno ben capire che nella politica per avere risultati ci vuole tempo. L'On.Viganò entrato in politica pro bono publico vuole risolvere il dissesto idrogeologico che sconvolge annualmente la sua terra. Vuole fare "solo una legge" e pur di farla approvare entra in contatto con tutti quelli che contano e si capisce che le leggi non si fanno in parlamento ma in dubbie feste di amici di amici dove imprenditori, politici, raccomandati e quant'altro tutti insieme si avvinghiano l'un l'altro per affari tutt'altro che leciti. Quello che l'On. Viganò deve sapere è che lui deve parlare, parlare ed intessere amicizie e favorire amici ed amici di amici per portare avanti il suo progetto. Ma lui non è pronto, ancora. Viene travolto da un mondo che pensava più serio, cerca di annaspare e per non annegare si "adegua". Questo film per certi versi, pur mancando il coraggio di andare fino in fondo, è un film di denuncia più coraggioso de "Il Portaborse". Mi spiego meglio, ovviamente quest'ultimo film è di qualità nettamente superiore a Il trasformista ma mentre lì troviamo uno scrittore di discorsi che incontra un politico già "istituzionalizzato", come direbbe il Freeman de "Le ali della libertà", ne Il trasformista troviamo un poltico che entra in politica per "fare del bene" realmente alla sua terra. Purtroppo è il sistema che distrugge le buone volontà. Questo film ci fa capire chiaramente che per quanto vogliamo cambiare le cose non potremmo mai farlo perche chiunque di noi potrebbe essere travolto da un sistema corrotto e corruttore fino all'osso. Con questo film capiamo che "o ti adegui" oppure "sei bruciato", tutti sono pronti a farti le scarpe al primo scivolone. All'inizio si capisce che questo film potrebbe essere una denuncia pesante all'indirizzo di tutta la classe politica ma proprio al clou quando affondare la lama ed andare a rete con il gol della vittoria si preferisce stemperare il tutto anche se il risultato, a parer mio, è comunque ottenuto. Avremmo potuto parlare di un Barbareschi alfiere della legalità ma forse anche lui alla fine si è "istituzionalizzato" proprio come il suo Viganò che dice alla polizia degli ex-amici che protestano: "Levatemeli dai piedi". Il Barbareschi sceneggiatore dimostra una certa mano nel raccontare una storia anche se difetta di un maggiore intrecccio e profondità, come regista devo dire che è alquanto piatto e senza particolari doti espressive, molto lontano da Lucchetti e dal notevole Silvio Orlando. In definitiva considero questo film una sorta di Prequel de Il portaborse. Vediamo come una persona seria ed impegnata come Viganò alla fine diventa un Botero. Ce ne fossero di più di film di denuncia.
Scrivo solo per alzare un po' il voto e per dire che il film, per quanto leggermente carente di ritmo, è un buon prodotto... Soffocato come sempre l'operato di Barbareschi (sempre bravissimo) a maggior ragione ora che denuncia la politica della destra.
Veramente un film bruttissimo: chi lo ha paragonato a "Il portaborse", piccolo capolavoro di Daniele Luchetti andrebbe lapidato... Luca Barbareschi è bravino ma stucchevole, l'aria macchiettistica del film è presente sempre ma non sfocia mai nella denuncia. La regia, inoltre è veramente minima e alcune scene sono assolutamente inutili ai fini della trama. Pessimo.
Peccato che Barbareschi renda molto da attore, ma molto poco come regista. Ci sono degli ottimi spunti, ma non vengono ben sviluppati ed un film che potrebbe diventare di grande impatto rimane in superficie.