Una cinquantenne professoressa universitaria di filosofia (Gena Rowlands), venerata da tutti, soddisfatta di sè e della propria esistenza, un giorno sente casualmete, attraverso un'apertura nel muro di casa non adeguatamente insonorizzata, una conversazione fra uno psichiatra ed una di lui paziente (Mia Farrow). Inizia così, attraverso le parole dei due, ad analizzare in profondità la propria vita, rendendosi conto degli errori commessi, che l'hanno portata a raggiungere la fama ed il successo professionale, ma a rimanere sostanzialmente sola.
Ottimo cast, che comprende anche il bravo Gene Hackman, questo film di Woody Allen del 1988 fa parte della trilogia drammatica alleniana ispirata al grande Bergman. Personaggi profondamente analizzati, attraverso splendide interpretazioni. Gena Rowlands è straordinariamente intensa, bravissima. Il film è un acuto scavo nell'anima della protagonista, un personaggio femminile analizzato in ogni minimo dettaglio psicologico, senza ipocrisie ed idealizzazioni. Un dramma qualunque, che sa colpire chiunque ed induce l'autoanalisi nello spettatore, attraverso un sapiente incastro di presente e passato, dialogo e narrazione, realtà ed immaginazione. Bellissima fotografia, ottima regia ed attori meravigliosi.
Gena rowlands veste i panni di una come tante: cinquantenne in bilico fra un passato dedicato allo studio e alla cerebralità a scapito delle persone, e presente, nel quale non vede altro che solitudine e prossimi rimpianti.
ma sarà "l'altra donna" che la aiuterà a comprendere realmente ciò che accade, a riconoscere, sebbene troppo tardi, chi fosse il vero uomo da seguire per tutta la vita.
il capolavoro di woody allen, ben poco conosciuto dalla massa, sta a dimostrare proprio il fatto che, il più delle volte, la sua regia non è affatto compresa per quello che è, essendo sufficiente ai botteghini la sua nevrosi e le sue battute sempre pungenti ed esilaranti. palesemente ispirato a "il posto delle fragole" di bergman, allen trasporta fedelmente sul suo film ogni particolare del regista svedese, approfondendo però ancora maggiormente la psicologia del personaggio, merito che anche a bergman va riconosciuto ma, ad avviso di chi vi parla, non quanto ad allen. la rowlands, al suo primo film dopo la morte del marito john cassavetes ("ombre", "minnie & moskovitz", "gloria") recita im maniera divina, cogliendo ogni aspetto della persona che interpreta (sguardi spesso pieni di sè a proposito di argomenti come come la filosofia, teatro, ecc. e sovente sguardi perduti e imbarazzati nel mezzo di discorsi amorosi e crude ed inaspettate verità).
another woman, w. allen 1988, usa.
francesco flomin