Storia della Grande Russia da Pietro il Grande alla caduta di Nicola II ,vista all'interno dell'Ermitage da uno spettatore errabondo catapultato nelle sale che dialoga con un accompagnatore invisibile.Credo che solo chi ama la cultura russa possa "sentire" il film:struggente come la loro musica,immenso come la loro terra, ricco come la loro cultura, tragico come il loro destino. E così,seduto al cinema,entrando, nel vero senso della parola,all'interno dell'Ermitage,è come sentire Shostakovich,come percorrere la Transiberiana,come leggere Puskin,come vedere sulla Nevsky le Ferrari insieme ai mendicanti. La Russia è come San Pietroburgo nelle parole di Achmatova:"granitica, di gloria e di guai.." e Arca Russa rende viva e plastica questa frase. Sono di parte, forse, ma un capolavoro emotivo.GRANDE.
Mi vengono i brividi e scrivo la recensione per quel che ne vale solo per alzare la media a questo film. La classe l'arte nella sua purezza espressiva, musica, pittura, architettura... Non sono più argomenti che ci toccano?! Siamo distratti da un mondo troppo edonistico e decadente forse... vabbè... Conosciamo la Storia? Le nostre origini?
Il passato ha molto da insegnarci! Questo film ci fa vivere una bellissima esperienza. Chi si annoia e lo posso capire è perchè non riesce a trovare dentro se i motivi per emozionarsi, quello che spesso accade nei musei guardando quadri e sculture o ai concerti di musica classica...si perchè anche questo film è un'opera d'arte!
Operetta fantascientifica al contrario:gli occhi sono rivolti al passato,filtrato attraverso un cannocchiale con obiettivo simile alle sbarre di una prigione.
Marcia inesorabile che si pone domande su certezze ormai ingiudicabili.
E' una lotta contro passato,presente e futuro.Una lotta che si riduce ad un io contro io,durante la quale l'altro ride alle spalle,guardando una panoramica in uno specchio fatto a pezzi,per fuggire dalla realtà.
Un' eclissi di sole nell' inferno del già vissuto.
Una battuta spiritosa su di un condannato a morte.
E chissà,se fra un ballo di secoli fa potremmo incontrare noi stessi.Quasi irriconoscibili,eppure li',in azione.In una delle numerose vite già trascorse.
Ogni passo di danza col piede destro corrisponderà alla morte di un uomo.Ma ci sarà sempre il piede sinistro,dedito alla nascita.
"Arca russa":quasi indigeribile per qualcuno,tanto che è ultraterreno rimanendo,però,con i piedi per terra.
E' un universo chiuso con porte di cartone pronte ad essere distrutte.E' il nostro universo,anche se non vogliamo entrarci.
Ultimi 20 secondi che emozionano,scuotono e fanno impallidire.
Non è perfetto come "Madre e figlio",ma aggiunge un altro fondamentale tassello alla carriera di un regista siberiano da noi vergognosamente trascurato.
Un kolossal fantascientifico-sperimentale.
Aleksandr Sokurov.Capito?