E' davvero esilarante (o sconfortante) leggere alcune delle recensioni (?) qui sotto. Si usa il termine perversione per definire l'omosessualità (provata dai documenti, informatevi prima di scrivere certe inesattezze) e poi si afferma che questo non è un aspetto della vita che deve essere trattato in una biografia. Ma come? il mondo degli affetti e della sessualità sono parte integrante della vita di un uomo!!!! Ma certo qui si parla di omosessualità e allora bisognava tacerla! La solita ipocrisia italiana... Certo che se nel film si fossero viste delle belle scene di sesso con qualche bella tettona nessuna avrebbe avuto nulla da ridire! Patetico! Ma tornando al film, e tralasciando le considerazioni becere, si tratta sicuramente della migliore messa in scena della vita del Merisi, spiazzante nella sua forza espressiva, nel dipingere la passione e l'irrequietezza di uno dei più grandi pittori della storia. Non è più importante il realismo delle scene, ma la trasfigurazione dei turbamenti dell'artista, in un viaggio votato all'autodistruzione. Orso d'argento al Festival di Berlino meritatissimo per uno dei migliori film di Jarman
concordo pienamente con te Cristian.Io , che sono fanatico del Merisi, appena ho visto il film in vendita non ho esitato un secondo a comprarlo.naturale fu la delusione nel guardarlo...Michelangelo da Caravaggio innamorato del Tommassoni?l'omicidio di esso per vendicare Lena?simpatico il sordomuto gerusalemme, ma nella realtà chi rappresentava?Cecco da Caravaggio?Bruno Minniti?no.. puro frutto di fantasia.A forza di guardare il suddetto film mi è anche piaciuto però era meglio se si intitolava "un pittore X". Il merisi gay?puo essere ma chi se ne importa?spero di riuscire a vedere il film del pittore maledetto con amedeo mazzari e clara calamai oppure quello del 67 con gian maria volonte ma credo che nessuno potra mai aiutarmi
Come tutti i film di Jarman (cito solo i migliori, i più noti: "Edoardo II", "Wittgenstein" e lo splendido "Blue") non è sicuramente un film facile. E nonostante sia il suo film di maggior successo - almeno presso il pubblico - non direi che si tratta di uno dei suoi più riusciti. C'è una certa pesantezza, un simbolismo troppo astratto, un stile eccessivamente rarefatto ed ellittico. Ma c'è un cast in piena forma (con tutti i suoi attori feticcio, da Nigel Terry a Spencer Leigh, passando per una convincente Tilda Swinton) e una capacità di mettere in scena i quadri del Merisi che è rara, sapendo creare veri e propri dipinti in movimento. Questi sono, a mio avviso, i due motivi principali per vedersi questo fim. Volendone poi aggiungere un terzo: dover essere fan di Jarman, almeno quanto lui lo fu di Caravaggio. Discreto.
Se avessi solo immaginato il tipo di film che stavo per andare a vedere lo avrei scartato a priori. pesante all'inizio, troppo lento, pochi dialoghi. ma con il passare del tempo tutto assume un senso. fantastiche le trovate "atemporali" (pagine di giornali non esistenti all'epoca, calcolatrici e macchine da scrivere). incantevole anche scoprire celebri quadri, non di caravaggio, in scene di vita vissuta.
difficile trovare registi intellettualistici come l'inglese Derek Jarman. Caravaggio non è la sua prima biografia, ricordo anche "Wittgenstain". Tutto sommato è un film con delle bellissime trovate, delle inquadrature straordinarie e una sceneggiatura ottima, spesso al vetriolo. Ma risulta difficile allo spettatore capire un opera simile, i continui flashback, passaggi al presente, dialoghi intricati lo rendono iper-celebrale... nulla da lamentarsi,si sa come è jarman. I soliti temi tipo l'omosessualità vengono toccati ma la sensazione che ti lascia alla fine è quella di un mattone nello stomaco e l'unica cosa che veramente ti prende è la trasposizione filmica dei quadri. Da vedere solo se si desidera trascorrere una serata particolarmente impegnativa.