L'università specchio della società.
La società specchio dell'umanità.
L'umanità specchio di un mondo corrotto che difficilmente si potrà cambiare.
Si lotta spesso si perde ma a Fortezza Bastiani si lotta.
Finalmente un film che addenta le zanne all’interno della polpa universitaria senza buonismi generazionali. L’università come un dedalo all’interno del quale diventa impossibile non perdere il bandolo della matassa, mostro tentacolare che avviluppa, avvilisce e sconforta. Fortezza Bastiani è un film lucido, capace di raccontare la realtà dell’università di Bologna al di là degli stereotipi o dei luoghi comuni. Assenteismo, clientelismo, raccomandazioni, questo il modello che l’ateneo bolognese produce senza alcun pudore. Un gruppo di ragazzi, asserragliati all’interno del loro appartamento, resiste ai soprusi del malcostume, dando vita ad una sorta di società di muto soccorso in cui affiorano ancora umanità, rispetto, ricerca di una possibile via comunitaria alle indifferenze del mondo. Bravissimi ed ottimamente diretti tutto il gruppo di giovani attori. Non solo. Film che cerca, attraversando generi e stili diversi, di definire un proprio linguaggio visivo. Memorabili le scene del labirinto Kafkiano all’interno dell’università, della sala d’attesa con le pareti che diventano sempre più strette, dello spettacolo teatrale. Un film corale che mostra una maturità alla regia inaspettata per un opera prima e che fa ben sperare per il futuro del nuovo giovane cinema italiano.