mi chiedo il motivo che abbia spinto un attore come mr. williams a prendere parte a questo film noioso e inconcludente. salvo solo la sua interpretazione...
Grande, R. William è grande. La sua recitazione mi piace un sacco, anche se deve essere un tipo strano! Il film òi è piaciuto abbastanza, lentino, ma l'idea è bella.
Angosciante la pulizia e l'ordine degli ambienti...
Che dire... un bel film che inizia con al fine e... finisce con l'inizio.
Un ruolo insolito per il protagonista, discreta la tensione, un bel finale a sorpresa! Ottima la regia e la scenografia. Probabilmente il mio è un giudizio di parte essendo io stesso un fotografo... (il mio piccolo sito intenet è JustPhotos...).
In un quadro di desolante spersonalizzazione e freddezza, dove tutti gli impiegati si assomigliano una volta indossata l'uniforme da lavoro, freddo costume di una tragica pantomima , nasce e muore la vita di Sy Parrish, un Robin Williams misurato e di maiuscola grandezza.
Oppresso da un capo giovane e arrogante, un Gary Cole cinico come non mai, e soprattutto schiacciato da un sistema indifferente alle sofferenze dei singoli che lo ha racchiuso in un ruolo claustrofobico e in una vita triste e solitaria, il timido impiegato trova l'unico maniacale
sfogo nel vivere le vite altrui attraverso le fotografie.
Solo con questi ricordi in prestito, immaginarie finestre su una vita possibile, gli permettono di sopportare un'esistenza grigia e monotona
Il film di Romanek e' tutto qui, semplice e lineare ma drammaticamente intenso e feroce, non certo nelle parti horror, che sono le piu' piatte e scontate e non c'entrano nulla con il tono generale della storia, ma nel ritratto di ordinaria paranoia di impiegati robot che appaiono allo squillo di un telefono e agiscono come puro prolungamento delle macchine a cui sono collegati in maniera quasi fisica.
One Hour Photo ci consegna cosi' la storia di un personaggio degno della grandezza delle tragedie greche, una narrazione resa imperfetta solo dalla goffa ed inutile spiegazione della mostruosita' del protagonista, tipica del resto di un'America ora come non mai terrorizzata dai propri mostri e dai propri fantasmi.