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Un chien andalou

Opinioni presenti: 16
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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mah!

(9/10) Voto 9di 10

Marco,in questi casi si dice che rispetto la tua opinione ecc...ma eviterei tutte queste formalità per dirti che il tuo discorso è di una banalità atroce.sembra fatto da uno che davanti a duchamp dice "beh lo so fare anch'io...". il film per me è ottimo. anche se alla prima visione può risultare difficile. ottimo anche grazie alla musica. ps.anche a me piace il video dei chemical b., ma non lo comparo! ;)



Angela, 23 anni, Milano.




lezione n1 supremooooo

(10/10) Voto 10di 10

Esistono film e film, concordate con me? La storia infinita esempio è un gran bel film,per carità un film per ragazzi ma pur sempre un bel fim, ironico, divertente fantasioso e originale concordate con me? Bene. Ecco per tutti coloro che parlano, criticano giudicano senza sapere ecco le mie piu sentite e sincere accuse.Un chien andalou non è un gran film è un film supremo inimitabile, un film che rispecchia in pieno quell'appartato iconologico che è stato alla base della poetica surrealista. Chi non conosce il surrealismo, chi non ha mai letto o visto o ascoltato un film, un libro o un saggio surrealista non veda questo film, perchè non è all'altezza. Un film creato nell 1920, quando ancora non esisteva una realtà cinematografica, quando tutto era ancora pura e semplice sperimentazione, dove non si creavano film per colmare i botteghini ma solo per il promordiale istinto di narrare, raccontare. Per carità tacete voi incolti che non conoscete nulla e parlate di schifezze difronte alle trame surrealiste, l'avanguradia più corragiosa mai sorta nel '900...non parlate silenzio, cè la storia infinita per voi,per carità un gran bel film.



Valerio, 26 anni, Nettuno (RM).




stupendo

(9/10) Voto 9di 10

Il film è semplicemente sublime,nelle atmosfere,nel dosaggio incubo-realtà,nel dispensare tutto il codice surrealista in poco piu' di un quarto d'ora. Solo chi sapeva osare,80 anni fa poteva permettersi tematiche e contenuti atroci,incomprensibili ed affascinanti come quelli affrontati da bunuel. Non il solito omaggio al film "strano" ma un grazie da tutta la cinematografia.



Alessandro, 28 anni, Nettuno (RM).




Ma ce n'è proprio bisogno...

(1/10) Voto 1di 10

Di tutta questa follia "surreale,mediatica,onirica" e tutti i bei paroloni che vi vengono in mente...semplicemente una schifezza,ecco cos'è questo film che,come moltissime schifezze,passa da capolavoro,da messaggio rivoluzionario,coraggioso e futurista...ma fatemi il piacere...acchiappate un tossico dopo che si è sparato quattro acidi e mettetegli in mano una cinepresa...probabilmente sarebbe in grado di realizzare qualche cortometraggio altrettanto "innovativo e coraggioso"...a volte mi chiedo dove sia il confine sottile che divide i capolavori dalle schifezze,le celebrita' dagli anonimi,e chi decide cosa sia bello,brutto,capolavoro o porcheria...la verità è che spesso cerchiamo di dare delle recondite spiegazioni a cose che una spiegazione non ce l'hanno...esaltiamo questo o quel personaggio per cose che non stanno nè in cielo nè in terra...questo bunuel,oggi probabilmente sarebbe un gran morto di fame,o realizzerebbe qualche scenografia di poco conto nei film di quentin tarantino...il regista surreale,coraggioso ed innovativo...pfui...coraggioso ed innovativo è il metalmeccanico che lavora per 500 euro al mese e che con essi ci sfama tre figli!!! senza voler fare retorica,sono stanco dei canoni che la storia e la critica prova forzatamente a farci bere...cosa dovrebbe dire allora giuseppe ungaretti che sulla sua poesia "m'illumino d'immenso" ha visto scriverci sopra tomi e tomi di critiche,interpretazioni,parafrasi e chi più ne ha più ne metta? siamo sicuri che quelle cose dette su una poesia di 4 parole siano effettivamente attendibili? che ne sappiamo noi che quel giorno il grande giuseppe non avesse le palle girate e pensasse tra sè e sè :"adesso quasi quasi scrivo un pensierino che intripperà il cervello dei critici letterari da qui all'eternità...".



Marco, 32 anni, Novara (NO).




Un pezzo di storia

(10/10) Voto 10di 10

Bisogna anche, evidentemente, dire cose banali...ma ci si rende conto, prima di parlare di questo film, che si tratta di un'opera del 1929, scritta oltre che da Bunuel anche da Dalì, che già soltanto la genialità di espandere al cinema l'esperienza del surrealismo (un'esperienza viva, concreta, per niente "astrusa", astruse sono ben altre cose della vita e dell'arte) lo fa entrare di diritto nella storia del cinema, che fare film non è soltanto farsi due lacrimucce con l'ultima tomhanksata, che qui si discute di qualcosa che per il cinema ha la stessa importanza che il periodo cubista ha per la pittura del Novecento (ah, già, ma Picasso era un altro strano, uno "che non sapeva disegnare", come mi è capitato di sentir dire, e beata ignoranza di chi non ha mai visto gli splendidi quadri figurativi che il genio precoce realizzava a tredici-quattordici anni)? Terrificante e offensivo per l'epoca, come da definizione del surrealismo è "un automatismo psichico inconscio capace di restituire alla mente la sua reale funzione, fuori di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, dalla morale o dalla estetica". Non ci sono cani, effettivamente: il titolo, suggerito da Dalì, deriva da una raccolta di poesie scritte dallo stesso Bunuel. Impossibile comunque dare un voto al film, come giustamente dice Jv. Ah, volevo informare l'arguto recensore che per ripetere le solite banalità sull'intellettualismo va a tirare fuori proprio una poesia semplice come quella di Ungaretti, che tutti, ma davvero tutti, capiscono e verso la quale tutti provano emozione (suvvia, era meglio Tristan Tzara, no?) di un piccolo particolare: il cortometraggio, all'epoca, colpì molto il pubblico, e il film restò in programma a Parigi per molte settimane. Quanti parigini in malafede, che giocavano a fare gli intellettuali e non apprezzavano Corbucci o De Sica, in quel lontano 1929!



Gabriele, 32 anni, Pisa (PI).





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