buonissimo horror che richiede una visione attenta per i molti personaggi che si susseguono e per una trama solo suggerita ma mai spiegata come avviene regolarmente nell'esecrando cinema mainstream , prodotto per le masse stupide e incapaci di pensiero. lo scenario insolito amplifica l'orrore soprannaturale della vicenda; pochi i punti deboli di questo film difficile ed originale. una certa slegatezza nell'impianto e il non aver saputo sfruttare a fondo il potenziale di paura pura tanto accuratamente accumulato gli costano una stella.
Mi allineo alle opinioni positive di questo film. Alcune ingenuità della trama e i quasi 30 anni che si porta sulle spalle non lo fanno di certo un prodotto "alla moda" però è il classico e fulgido esempio che con pochi mezzi e senza grandi effetti speciali si è riusciti a produrre una piccola perla del horror nostrano. L'originalità poi nasce dal mescolarsi della luce dei pomeriggi estivi con la oscurità delle case, dei parchi e della colonia fatiscente portando poi lo spettattore e il protagonista a condividere e sprofondore nell'orrore... Voto 8
Interessante, anche se a volte prevedibile “Zeder” di Pupi Avati. Trama confusa e contraddittoria (nel finale la ragazza secondo il protagonista dovrebbe essere tornata a Bologna, perché la va a cercare nel motel?). Musica scontata e piena di effettacci,: da un regista attento, originale e sensibile come Avati non me la sarei aspettata. Ho sempre pensato che il film fosse dei primi anni Settanta, ma nella scena della sagrestia si vede chiaramente il ritratto di Giovanni Paolo II. Mille volte meglio "La casa delle finestre che ridono". E strasera vedo dopo anni che lo cercavo "L'arcano incantatore".
Zeder anticipa di dieci anni pet sematary. e'la prova che vent'anni fa i registi nostrani davano vita a opere a cui ancor oggi tutti si ispirano. un film inquietante, a tratti spaventoso.
Trailer italiano (it) per L'ultima volta che siamo stati bambini (2023), un film di Claudio Bisio con Alessio Di Domenicoantonio, Vincenzo Sebastiani, Carlotta De Leonardis.