Come tutti i film italiani anche questo si è rivelato un flop.Non riesco a comprendere il motivo per cui l'Italia in materia di film non riesce a fare bella figura rispetto allo strapotere d'oltre oceano.Comunque film pessimo!..E poi la definiscono un paese dell'arte!Ma gli artisti dove sono?
a me sinceramente è piaciuto tanto, l'interpretazione di accorsi è strepitosa e anche quella della morante.. a volte è un po' pesante ma rimane sicuramente un film bellissimo e poi la passione che sprigiona è una cos aindescrivibile.. da vedere..
Il bello del film, secondo me, sta proèrio nell'intreccio delle voci di Sibilla e Dino. Il film è molto bello e mette in luce un personaggio e un poeta poco conosciuto come Dino Campana e quindi il suo pregio è proprio questo. Bravo Accorsi in un ruolo cosi difficile. Isabella
Il film sinceramente mi ha fatto addormentare nel vero senso della parola, sbadigliavo di continuo.
La sceneggiatura è molto bella, gli attori sono bravissimi, , soprattutto accorsi, interpreta benissimo la parte del matto, comunica il tutto...
Ma la regia lascia prorio a desiderare... Bocciato alla regia placido.
Non mi è piaciuto affatto, è cio che considero spazzatura, ma siccome non è il mio genere non posso solo per questo dare un giudizio del tutto assolutamente negativo
Bella la trama ma portata malissimo, noioso. Spesi 6 euro al vento!
Geme e ansima come un asmatico per tutta la durata del film...Giudizio netto e perentorio ma, a mio avviso, decisamente inconcludente. Un pazzo che fa? Dove è scritto quali gesti compie e quale ritmo consente ai propri sospiri? A sentire il parere diffuso, sembrerebbe che tutti abbiano avuto un pazzo in famiglia e possano per questo riconoscere nell'interpretazione di Accorsi un'evidente allontanamento dal canone.
Non esiste regola per la follia, nè limite; a patto che quella di Campana possa mai definirsi tale in piena convinzione. E, soprattutto, ognuno si fa pazzo a modo proprio.
Accorsi non sa urlare? Ma non sapete che la follia più vera è quella che si consuma in silenzio e quasi si nasconde?Abbasso i pazzi urlanti e furibondi, abbasso lo stereotipo della follia.
Quello di Accorsi sarà semmai un pazzo ansimante, un pazzo che conserva il ritmo spezzato del pensiero tumultuoso nella voce; un pazzo che sa gemere e accompagna col gemito lo sforzo di una creazione geniale, che assapora con lentezza la parola e ha poi paura che gli sfugga di mente prima ancora di averla pronunciata, e l'accompagna e la cerca, con attenzione, e già si perde dietro la successiva.
E Sibilla? Non vien fuori la femminista battagliera e decisa, la grande figura di donna che ha rappresentato? Scrivete questo?
E cos'è una gran donna ai primi del 900, che cos'è una gran donna se non una che accetta di attraversare le proprie passioni sino allo stremo delle forze, sino al dolore lacerante, sino all'umiliazione di sé e alla perdita della ragione? Cos'è una femminista se non colei che affonda e annega nel proprio essere donna e si rialza e si difende, e ancora trova il coraggio di amare e dar sé stessa fino in fondo e riaffermarsi nel proprio diritto alla vita?
E leggetela prima di parlarne, prima di definire i suoi romanzi "letture da sedicenne"; leggetela, e non abbiate pregiudizi su alcuna lettura, non escludetene nessuna perché possa davvero arrecare il suo bene e il suo frutto.
E non dimenticate che la storia di Sibilla, alla fin fine, reca in frontespizio un titolo semplice semplice: "Una donna".
Né più né meno di quel che vien fuori dal film.