Ma chi scrive queste opinioni....
bisogna imparare ad astoltare la storia "tutta" prima di sparare sentenze!
io, credo che sia un film veramente bello, veramente difficile da interpretare per certi astetti,poichè colmo di sentimenti forti.
geniale e autentico placido anche nella scelta degli attori
da vedere
Grazie per averci fatto ricordare che il cinema italiano non è solo Boldi e De Sica (Cristian).
Il film è come la poesia, non è per tutti.
Se la lettura di una terzina della Divina Commedia piuttosto che si un verso di Saba o di Quasimodo vi lasciano indifferenti lasciate stare perdete tempo.
Barche amorrate
Le vele le vele le vele
Che schioccano e frustano al vento
Che gonfia di vane sequele
Le vele le vele le vele!
Che tesson e tesson: lamento
Volubil che l'onda che ammorza
Ne l'onda volubile smorza...
Ne l'ultimo schianto crudele...
Le vele le vele le vele
Se questa vi piace, molto probabilmente vi piacerà anche il film, se il primo pensieto è stato " che che vuol dì?" lasciate stare, se avete penbsato "Questo è pazzo" in parte avete ragione...
Il film non è da 10, pochi lo sono, ma di sicuro non merita una media così bassa.
personalmente non capisco come alcuni possano sostenere che questo film è stato una bufala.Beh una cosa è certa:chi sostiene che il cinema italiano è morto si sbaglia di grosso,viziato e rincretinito com' è dalla produzione d' oltreoceano, tutta azione edeffetti speciali e poca sostanza.Personalmente ritengo che questo sia il film migliore uscito quest' anno.Splendida prova di attori per Accorsi e la Morante.
L'incontro di Dino Campana, poeta eccentrico e visionario, con la scrittrice Sibilla Aleramo è un incontro straordinario, come la corrispondenza amorosa che i due amanti-poeti si scambiarono per molti anni.
Emozioni, sentimenti, passioni, litigi, separazioni, malattia e morte: tutto si compie in un viaggio esaltante, tortuoso e senza fine, con i protagonisti trascinati dallo "iemale", sperduti sotto il cielo dell'Appennino Emiliano, ospitati in minuscoli borghi, dietro le quinte sceniche degli anni più duri del primo conflitto mondiale.
Il disperato tentativo di abbandonarsi e poi di ritrovarsi, viene affidato alle loro numerose lettere che si incrociano nel continuo andirivieni tra Firenze, Pisa, Livorno, e ancora tra il Piemonte e la Toscana. E poi, l'aleggiare, ineludibile, della fine, che incombe inesorabilmente sulla relazione, e che si compirà definitivamente davanti all'ingresso del Manicomio di San Salvi a Firenze, con l'internamento di Campana.
Lì,il lungo "viaggio chiamato amore", che è la vita, deve finire per sempre.