Ottimo film!
Emozionante!
Interpretazioni, sceneggiatura, fotografia, musiche ....tutto perfetto!
Storia di un padre moribondo (cancro in fase terminale) che desidera “lasciare” qualcosa di sé al proprio figlio-perduto. Decide di costruire la casa dei suoi sogni là dove c’era la casa del suo passato, dei suoi ricordi, di suo padre….
Costringe suo figlio tossicodipendente e sbandato a realizzarla insieme e...da questo sogno, “ricostruiranno” anche il loro rapporto.
L’amore rinascerà anche con la sua ex moglie che le starà accanto fino alla fine.
Splendidi paesaggi e riprese del luogo...
Kevin Kline da Oscar!
“Life as a house” è il titolo originale della pellicola diretta da Irwin Winkler (“Indiziato di reato”, “La notte e la città”, “The Net - Intrappolata nella rete”, “A prima vista” e “De-Lovely” con ancora Kevin kline) e sceneggiata dal bravo Mark Andrus (quello di “Qualcosa è cambiato”) che riassume il tema portante del film assieme a questa bellissima frase del protagonista: “Ho sempre pensato a me stesso come ad una casa. Ho sempre vissuto dentro di me. Non c’era bisogno che fosse grande e neanche che fosse bella. Mi bastava che fosse mia. Sono diventato quello che dovevo essere: mi sono costruito una vita, mi sono costruito una casa”. L’ultimo sogno di George è quello di dare un senso alla propria vita che sta finendo (“Lo sappiamo tutti di dover morire, fin dall’inizio. Solo che a me mi hanno messo in testa alla fila”) e quale modo migliore di realizzare qualcosa di veramente concreto da lasciare al proprio figlio che costruire una bellissima casa sulla scogliera?
La pellicola, pur appartenendo al genere “drammatico” (stile “My life - Questa mia vita” del 1993 di Bruce Rubin con Michael Keaton e Nicole Kidman), solo nel finale diventa “strappalacrime”. Per quasi tutta la sua durata predomina, infatti, una vena brillante grazie anche al sempre bravo Kevin Kline, supportato da Kristin Scott Thomas (“Il paziente inglese”, “L’uomo che sussurrava ai cavalli”, “Destini incrociati”) che impersona abilmente il ruolo di una credibile madre di famiglia.
Alla giovane promessa Hayden Christensen (Anakin Skywalker/Darth Vader negli episodi II e III di “Star Wars”) la parte invece del “ragazzo difficile” che solo nel finale tornerà suoi suoi passi e cambierà, grazie agli insegnamenti del padre, stile di vita e di comportamento.
Completano il cast Mary Steenburgen (“Parenti amici e tanti guai”, “Philadelphia”, “Buon compleanno Mr. Grape”) e Scott Bakula (il capitano Archer della serie TV “Enterprise”).
come qualche critico ha scritto. Ottima l'interpretazione di Kevin Kline. Sempre fantastico nell'interpretare la commedia e il dramma. Io l'ho trovato in ottimo equilibrio per non far scadere il film nel melenso. Ben resa, secondo me, la realtà della malattia... bisogna sapere cosa si prova quanto ti dicono... che non c'è più tempo per il domani.
Ben resi i problematici legami familiari e le attuali difficoltà di relazione.
Io l'ho trovato molto interessante. Son del parere che un po' di lacrime non guastano in questo mondo arido e frettoloso.
nella recenzione si parla di film scontato.
ma per chi come me conosce l'america ed il disastro dei rapporti umani che esistono, questo film rappresenta una vera rivelazione.
L'idea di considerare la propria vita come la costruzione di una casa è ottima; come anche il fatto che per costruirla occorra avere degli amici. badate degli amici, non delle persone moralmente integerrime, e infatti il film parla proprio di questo.... che un vero rapporto umano è indipendente dalla presunta moralità e soprattutto "costruisce" qualcosa sempre.
insomma.. col film si lancia un grido che un positivo nella realtà è presente solo se questo è riscontrabile in alcuni rapporti umani.
ciao Paolo