Film importante per la cinematografia mondiale,pellicola che ha influenzato sia il cinema espressionista tedesco che il genere horror in generale. Molto curate e suggestive le scenografie distorte e claustrofobiche ed il pesante trucco sugli attori. Film di forte critica sociale. Il sonnambulo affascina e fa riflettere(chiara la metafora nella quale il sonnambulo viene manovrato come il popolo per compiere le piu' delittuose azioni,non dimentichiamo che la prima guerra mondiale si e' da poco conclusa..) Segnalo in particolar modo la scena del rapimento,l'ho trovata davvero ipnotizzante. Purtroppo e' un film di difficile reperibilta',io l'ho trovato nella biblioteca della mia citta'lo consiglio vivamente a tutti i veri amanti del cinema.
...di questo film fu la difficoltà economica che attanagliava la Germania dopo la prima guerra mondiale. fu anche, o forse soprattutto per questo, che il film fu realizzato in maniera così scarna e fulminante. le scenografie, che furono realizzate con spese minime, sbilenche ed oniriche, danno totalmente l'idea dell'incubo, e la storia, strana e quasi "alla Poe", assorbe lo spettatore dall'inizio alla fine, con un finale totalmente inaspettato. la cosa curiosa è che ho visto questo film a causa di un esame universitario. bene, ora sono felice che il programma trattasse del cinema tedesco anni venti, perchè altrimenti cose come questo film ed il Nosferatu di Murnau probabilmente non le avrei viste... e non so se mai avrei avuto il coraggio di cercarle.
un film tratteggiato, che ipotizza incubi reali, passati, attuali, senza tempo. Scenografie forse mai così felicemente azzeccate, soggetto accattivante, moderno. Un film che attanaglia, per piacevolezza e per forzature di regia: si ha un senso di costrizione.. tra stortature, pieghe, deformità, colpi di scena, un senso di onniscienza schiacciato, svilito, giocattolo del regista. Siamo noi, gli spettatori, gli amanti del cinema i matti, siamo noi ad andare da Caligari, siamo noi i malati, sempre un po' creduloni, mai davvero volenterosi di difenderci dal Dottore. Se hanno colpa tutti i Caligari del mondo (e per la miseria se ne hanno!!), un po' ne abbiamo anche noi. Certo, i film muti, in bianco e nero un po' gracchiante a volte paiono senza molta logica e poco accattivanti... e allora teniamoci i Caligari di tutto il mondo e non stupiamoci di ciò che è successo in Germania (e in Italia..) e succede (e succederà) in molti altri paesi del mondo.
Facciamoci guarire dal Dottore, ora che ha capito cosa
là dove in principio c'era la metafora di una cantina,oggi si erge la metaforica imponente costruzione di un genere chiamato horror...
una cantina chiamata "il gabinetto del dr Caligari",una cantina dalle mura portanti e vitali quanto quelle de "la casa stregata" di Lovecraft;mura nutrite da una linfa schizofrenica,allestite con carta da parati a tinta "incubo"...
una cantina dall'arredamento disordinatamente ricercato,tanto surreale quanto didascalico...
illuminata da una luce pronta a sorprendere i dettagli della follia filmica,che serpeggia sorda tra le stradine zigzagate e le pareti deformate,che accenna i ricordi dell'arte gotica e classica affettate con l'accetta...
la rappresentazione teatrale del ghetto della fase r.e.m.,dove gli abitanti,elementi di contrasto tematico, escono fuori dall'ombra incuriositi e spaventati,pronti a sporcare la luce del sogno,pronti a deformare le perpendicolarità visive...
l'accavallamento alternante della follia e della sanità in una rappresentazione bidimensionale quanto una moneta che ruota su se stessa illudendo lo spettatore...portandolo ad un disorientamento ottico e psicologico.
la regia di Wiene sfrutta le immagini attraverso un uso della macchina da presa con il "paraocchi",immagini compresse dalla forte pressione della realtà,nelle quali i punti di fuga risucchiano le prospettive rendendole visivamente asfittiche...
il mondo attraverso gli occhi di un pazzo che si aggira nel buio con una lanterna,illuminata comprensione,luce di fuga,tenue speranza....