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Jules et Jim

Opinioni presenti: 20
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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Semplicemente "poesia"

(10/10) Voto 10di 10

Non c'è ragione...semplicemente poesia, rappresentazione dell'eterno connubio fra amore e morte (in senso fisico e non) e dell'eterno desiderio di ciò che fugge. Stupendo.



Daniela, 25 anni, S. Romualdo (RA).




le tante "A" di Jules e Jim

(9/10) Voto 9di 10

Amicizia,Amore,Arte,Anarchia,Amoralità.Che bello questo film.Anzi,Bello,nel senso filosofico-estetico del termine,impeccabile da molti punti di vista. Lo regalerei a chi tengo davvero,invece delle mie parole userei le immagini e le parole di questo film.



Ste, 22 anni, Modena (MO).




amicizia e amore

(9/10) Voto 9di 10

amicizia, amore, gelosia, poesia, magia...capolavoro



Leonard, 19 anni, Roma (NA).




Jules e jim

(9/10) Voto 9di 10

Fino a che punto l’amore può spingersi oltre la comune definizione di limite? l’indisponente e l’indiscreto mènage à trois, raccontato da molti scrittori moderni, non troverà il suo limite che in jules e jim di françois truffaut, ispirato al capolavoro di henry-pierre rochè. l’amore, come voglia di vivere e non come puro possesso, è gridato impazientemente dalle prime scene del capolavoro francese. le sequenze iniziali descrivono un’amicizia che troverà in fondo al possibile bivio una soluzione al quanto sconcertante, se pur così delicata. una decisione che lascia trasparire la problematica dell’amore come la vera miccia della divisione, la quintessenza del peccato non rigurgitato e ingoiato vigliaccamente come coccodrilli affamati. la perfezione di catherine ( jeanne moreau ) non aiuta certo la riservatezza di un amore non detto, che sfocia inesorabilmente nella passione di una relazione, se pur pericolosa, così romantica. nulla è nascosto, forse molto è non detto, ma quel non detto non aiuta di certo l’intuizione che tocca la verità; ogni piccolo segreto è debellato da quell’amicizia che vince sulla separazione e intreccia l’amore come un abbraccio passionale dell’uguaglianza dei cuori. due momenti della proiezione sono separati dalla triste brutalità del reale: la guerra. analizzata dal regista in maniera “storica” – grazie all’ausilio di materiale d’archivio – le immagini ci mostrano il cambiamento della vita e di conseguenza delle emozioni. la musica, dopo il primo incontro ( jules, jim, catherine ) post-bellico, è triste e malinconica, come le emozioni che i protagonisti esperiscono in quel momento: vivide immagini di un’amicizia accesa se pur celata dal non detto che jeanne moreau, nel suo commento al film, sottolinea ed evidenzia come il non detto reso manifesto negli sguardi. l’immensa emozione del film, l’illusione di una siffatta dolcezza e dell’aurea incantevole di ogni fotogramma firmato truffaut - - coutard, trova il suo massimo compimento negli intramontabili due minuti della “canzone” le tourbillon: ricca e suggestiva, vola nell’etere giungendo ai sensi di chiunque, eliminando e distruggendo il tempo passato, armonizzando ogni singolo istante in intramontabili sentimenti, toccati da quella voce così sensuale che donerà la speranza di una illusione possibile, l’illusione dell’amore. truffaut ci lascia in eredità un grande evento, una grande opera cinematografica che ricorda gli antichi capolavori del cinema classico; richiamandoli alla memoria ci rende partecipe del grande oblio del gusto e della forza maestra di quegli anni. l’amore celebrato da truffaut, è incontaminato e puro, quasi la prova di un’amicizia che non si ferma dinanzi alle avversità del suo cuore, ma continua fino alla sua stessa fine: la fine dell’amore è l’epilogo del suo scopo? la fine non ferma l’amore, tanto meno l’amicizia.



Gianfranco, 24 anni, Bari (BA).




Un capolavoro

(9/10) Voto 9di 10

L'amore secondo François Truffaut è qualcosa di imperscrutabile, complesso, misterioso e inarrivabile: ma lui lo racconta con leggerezza e dramma insieme, con lucidità e follia, come se lo conoscesse come le sue tasche. E' uno dei capolavori della storia del cinema francese, un gioiello anche tecnicamente: ha influenzato il cinema d'amore negli anni, nei decenni a venire, con il più classico dei triangoli che s'allarga e si restringe, con una donna volubile, capricciosa, irosa eppure fragile e sola, magistralmente interpretata da Jeanne Moreau. Ma anche la storia di un'amicizia che attraversa la guerra e termina mentre un'altra è alle porte, anticipata dalla lugubre notte di Berlino in cui il Reich bruciò i libri (cfr. Fahrenheit 451, altro caposaldo di Truffaut); un'amicizia indissolubile, senza mai una lite, una bugia o una reticenza; l'amicizia che è più forte di tutto, anche della donna delle loro vite. Il resto è fastidiosa appendice che non deve turbare il mondo: la guerra, una parentesi buia e finalmente alle spalle, vissuta dai due solo con il terrore di uccidere per sbaglio l'altro; gli altri, dalla Gilberte che invano cerca di conquistare Jim a quell'Albert destinato ad essere solo un episodio nella vita tempestosa di Catherine. Il finale tragico, palpabile nell'aria, è un tetro punto esclamativo sull'enorme significato dei sentimenti. Morte, guerra sono parole maschili; amore è una parola femminile; vita, è neutrale. Dal punto di vista tecnico e della messa in scena, Truffaut impone un ritmo serratissimo alla vicenda, con una voce narrante azzeccata come poche altre volte nella storia, impersonale ma non per questo impossibilitata a dare giudizi; anzi, le migliori riflessioni del film arrivano proprio dal narratore. Onore a Truffaut, un vero maestro.



Giuseppe, 18 anni, Casamassima (BA).





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