"Quattro matrimoni e un funerale", di Mike Newell, è stato un caso nel cinema: ha lanciato un attore formidabile, Hugh Grant, ed è stata la commedia inglese più vista e celebrata degli anni novanta.
Dov'è la ragione di tanto successo?
Innanzi tutto, nell'originalità del tema: non è certo facile fare un film sul matrimonio, da un punto di vista umoristico ma profondamente vero.
In realtà, i veri temi sono l'amicizia e la gioventù.
Siamo ben lontani dalla visione satirica che aveva Altman nel presentare il matrimonio.
Questo film sprizza allegria e gioia di vivere: un gruppo di amiconi si incontra ai matrimoni e nascono amori e amicizie che durano per tutta la vita.
E' presentato un modo di8 vivere spiritoso, ma serissimo. Si ci sposa quando si ci ama sul serio e si è amici quando si condividono gioie e speranze comuni.
Il film tocca un punto altissimo di bellezza quando avviene il funerale. I versi della poesia recitata dall'amico omosessuale, in fondo la vera coppia del gruppo, sono di una bellezza unica.
Nella vita bisogna anche essere in grado di accettare il dolore.
La speranza di una vita in comune, basata sull'amore e sul rispetto reciproco, è vagliata molto attentamente, anche se il film, a tratti, è esilarante.
Il protagonista, Hugh Grant, è strepitoso nel tratteggiare un ragazzo molto moderno, indipendente e, in fondo, terribilmente romantico.
Insomma, un inno alla vita e al vero amore.
Una torta alla crema da gustare con gli amici, guarnita da un finissimo umorismo inglese e dalla dolcezza dei sentimenti.
Un capolavoro di originalità e dell'arte del saper vivere. Con l'accettazione degli altri, naturalmente.
In fondo, l'amore è la chiave della vita.
è un film, che ogni volta che va in onda su qualsiasi rete televisiva, io lo vedo. Vorrei, se è possibile, il nome dell'autore della poesia decantata al funerale. E' un film tipico inglese e gli attori sono molto bravi come d'altronde anche tutti gli altri.
Quattro più uno non fa cinque, bensì tre.
Sono tre i matrimoni ai quali l'impacciato Hugh Grant (scapolo impenitente anche nella vita) partecipa, arrivando, spesso in ritardo, e disdegnando qualunque accomunamento con la decisione dei protagonisti del rito.Ne ammira peraltro l'audacia, ogni volta che si perde un pezzo della solita combriccola che si ritrova in chiesa (buoni i caratteristi).
Hugh ha paura del matrimonio, ma soprattutto dell'amore. Dell'amore vero, cui riesce a sfuggire finchè non incontra lei, Andie MacDowell, statunitense a Londra. Ci metteranno del tempo a convolare, comunque meno dei "Promessi Sposi" perchè non è l'ostacolo esteriore, un Don Rodrigo o suo pari, ad opporsi alle nozze.
E' l'ostacolo interiore, il terrore di lui, di finire come gli amici accasati, sempre con qualche riserva o ripiego.
Il terrore dell'errore.
Andie, invece, lo ha capito fin dall'inizio, che la loro storia è importante.Quando di fronte al suo tirarsi indietro, gli aveva detto "Peccato, abbiamo perso tutti e due una bella occasione". Per fortuna, l'occasione torna,dopo il fallito primo matrimonio di lei e il mancato primo matrimonio di lui, finalmente Hugh si dichiara, lasciando sull'altare la sua promessa sposa, l'altra non amata.
"All is well, that ends well", direbbe Shakespeare. Tanto siamo in Inghilterra, dove i ragazzi "ci mettono quindici giorni solo a chiedere il numero telefonico" alle ragazze!
In conclusione, un film brillante,spumeggiante (con tutti quei brindisi), ironico, anzi auto-ironico, come spesso il cinema britannico riesce a farne.
L'idea vincente del film è quella di ambientare i fatti solo prima o durante i matrimoni (ed il funerale).humour tipicamente britannico,leggerezza dei toni,commedia elegante,attori simpatici diventati tutti famosissimi.manca l'idea travolgente per rendere il film indimenticabile,il finalino è decisamente "annunciato" e i 2 attori principali,hugh grant e andie mc dowell non rinunciano rispettivamente alle smorfiette e alla rigidità,ma comunque si trascorre piacevolmente il tempo.
Le commedie inglesi si somigliano tutte, lo humor inglese è l'elemento comune che permette di sviluppare trame e storie in un elegante e raffinato ensemble. "Quattro matrimoni e un funerale" è un esempio e rappresenta proprio uno dei migliori risultati del cimena inglese. Il film è divertente, i personaggi sono tutti ben delineati, approfonditi e interpretati da buoni attori, brillanti i dialoghi. Il film scivola via velocemente e riesce anche a commuovere. Purtroppo adesso il cinema sforna centinaia di insulse commedie dove l'elemento predominante è la volgarità, le attrici sono bellissime ma incapaci di recitare ma molto brave a spogliarsi. E tra le altre cose non fanno nemmeno ridere. Peccato.