Per sintetizzare almeno la metà delle argomentazioni che ci offre "Luna Rossa" di Antonio Capuano,basta ricordare quella che è forse la più bella sequenza del film.Che è,guarda caso,un' immagine irreale.Parlo della scena che ci mostra il ragazzo,Oreste,privo di abiti,tra le rovine dell'antica Grecia.E' alla ricerca di felicità,o almeno serenità.Si guarda intorno,comincia a scavare tra il terreno...ma trova solo sangue.Ma,inutile dirlo,spesso proprio in ciò che non è reale bisogna cercare ciò che è reale.E talvolta la verità si trova.Strano vedere un film sulla camorra ambientato in una Napoli che si vede poco o niente.Tutto,o quasi,è concentrato in interni o,al massimo,in esterni oscuri.In questo modo si crea un'atmosfera claustrofobica che,accompagnata dalla recitazione,da parte di tutti gli attori,sopra le righe,rende il collettivo un grottesco dall' umorismo nerissimo.E' evidente che lo scopo di Capuano non è quello di trasportare realisticamente l'attuale stato della camorra napoletana.Si concentra maggiormente nella narrazione.E narra una tragedia.La provenienza della tragedia classica è greca.Coniuga in questo modo l'antico e il moderno.Il classico (la parola tragedia,appunto) e il nuovo (a partire dalla sensualità,èer poi finire in un gusto decisamente kitsch).Non bisogna aspettarsi una "storia vera".La sceneggiatura,infatti,porta in pratica ogni azione agli estremi:il figlio che uccide il padre,la moglie del primo che va a letto con il nipote...fino alla sorpresa finale.Proprio questo iperrealismo estremo rischia,consapevolmente,il modo di far respingere il film.Ma nessuno può però negare l'utilizzo di un coraggio che negli ultimi anni il nostro cinema ha perso quasi del tutto.Capuano rischia molto e,piaccia o no,ottiene qualcosa di diverso.Qualcosa di buono.
Trailer italiano (it) per Martedì e Venerdì (2024), un film di Fabrizio Moro, Alessio De Leonardis con Edoardo Pesce, Rosa Diletta Rossi, Pier Giorgio Bellocchio.