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Respiro

Opinioni presenti: 32
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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non mi ha convinto...

(6/10) Voto 6di 10

-1 perché a Lampedusa ci sono stato e questo film distorce la realtà dell'isola, se fossi un isolano mi sentirei offeso. -1 per Valeria Golino in quanto se stessa, troppo facile per lei il ruolo della pazza, in quanto lo è. -1 perché si vuol passare il messaggio di una Lampedusa che non accetta una donna che ha voglia di libertà quando in realtà trattasi della storia di una pazza tout court. -1 perché , forse volutamente, il film si trascina senza una trama e senza approfondire su nessun personaggio fino all'onirico finale. Resta un 6 striminzito perché gli attori, sopratutto i bambini sono superlativi, la regia è comunque di alto livello, così come la fotografia. fondamentalmente un film pretenzioso e a tratti autocelebrativo che gioca sulla citazione di maniera del neorealismo italiano del tempo che fu. Ma sono passati sessantanni...



Damiano, 39 anni, Treviso.




quale respiro se non c'è aria?

(7/10) Voto 7di 10

Il film ha come vera protagonista l’isola di Lampedusa, le sue strade assolate, gli scorci da cartolina, mare e spiagge incontaminati, scogliere a strapiombo, cielo sempre terso. In questo scenario immutabile, sempre uguale a se stesso, c’è una voce discorde: è quella di Grazia, donna anticonformista e anticonvenzionale, aspramente criticata dalla comunità femminile che la considera pazza e la invita a farsi curare in una clinica specialistica di Milano. Grazia rifiuta il ruolo della donna chiusa in casa a cucinare e sfaccendare: va con i figli al mare, dove fa il bagno nuda; ascolta le canzoni di Patti Pravo, icona di trasgressione e libertà; cerca di partecipare alle conversazioni maschili degli amici del marito, pur se con scarse possibilità di accesso. Un giorno il marito, che la ama ma non riesce a “gestirla” a causa del conformismo che la fa da padrone in lui come nella comunità in cui si muove, abbandona uno dei loro due cani, quello che andava a posarsi sempre sul letto accanto a Grazia, usurpando il suo posto. Disperata Grazia libera tutti gli ospiti del canile del paese, ma tra tutti i cani che si riverseranno nel paese, andando incontro a un tragico destino, non riesce a trovare il suo. Tornata a casa dopo la “bravata” ha un duro scontro col marito e con una sorta di consiglio locale, costituito per lo più da donne, viene invita a ricoverarsi lontano dall’isola. Piuttosto che andarsene preferirebbe la morte, così Grazia lascia il paese rintanandosi in una grotta grazie alla complicità del figlio maggiore. Dopo il ritrovamento del suo vestito rosso, tutto il paese la crede morta. Ma il marito, la sera della festa patronale, la scorge in acqua e la ritrova, felice. Tutti si tuffano in acqua e si raccolgono intorno alla loro compaesana in una sorta di abbraccio di bentornato. In fondo, Grazia è solo una donna spontanea, che si diverte con i figli e li fa divertire, piuttosto che assumere un atteggiamento da istitutrice: nella scena del bagno nuda con i figli, emerge dall’acqua salutando una barca di passaggio senza curarsi di avere il seno scoperto e di poter essere biasimata per questo, sono invece i figli che le ricordano che è nuda e la invitano a vestirsi. Talvolta sembra lei stessa una bambina, si comporta senza malizia suscitando negli altri commenti tutt’altro che ingenui, come quando accetta di fare un giro in barca con due turisti francesi solo per il divertimento immediato che l’idea le ha procurato. Il suo guardaroba è molto semplice: vestiti chiari e morbidi, che spesso lasciano scoperte cosce o spalle; la sottoveste è bianca, essenziale e intrigante.



Oblomov, 29 anni, Milano (MI).




bellissimo

(10/10) Voto 10di 10

Non dovremmo perderci, noi italiani, questo film, una pagina di poesia, una scultura artistica del cinema italiano. Un film di cui andare orgogliosi. Lo aggiungo alla mia pagina, purtroppo dall'elenco breve dopo la morte dei nostri grandi registi, del miglior cinema italiano. Il linguaggio stretto siciliano mi era incomprensibile, ma la didascalia avrebbe graffiato la poesia. Vorrei che fosse visto come minimo, in Grecia.



Anna, 40 anni, Modena.




la vita in un respiro....

(9/10) Voto 9di 10

Tu mi fai girar,tu mi fai girar come fossi una bambola...in fondo è il potere che hanno questi luoghi,ostili,pieni di contrasti ma caldi e con un mare che ruba gli occhi e l'anima a chi lo guarda. Personaggi intrappolati nella ciclicità dei loro ruoli e dagli eventi stessi.Un sud profondo,pieno di contraddizioni ma ancora una volta affascinante e pieno di vita. Ancora una volta il "diverso" viene considerato pazzo,quasi da rinchiudere...specialmente se è donna. Evidente è l'amore dei figli per la madre,che ne colgono i pregi e i difetti,cercando sempre di riportarla sulla retta via.E sono proprio loro a salvarla dalla comunità e dal chiacchiericcio del paese.Questo film racchiude tutta l'italianità dei personaggi; suscitando emozioni,suoni, colori,odori la dove il mare racchiude il tutto.La dove una donna non può salire su una barca di pescatori, o dove i ragazzini raccolgono disinibiti i ricci di mare.Nel bene e nel male.Il film chiude ancora una volta,con il mare da protagonista e fa da collante per ricongiungere i personaggi stessi.D'altronde la vita è tutta in un respiro,e il respiro è tutto nel mare.



Silvia, 21 anni, Comacchio (FE).




Il profondo del mare

(10/10) Voto 10di 10

Anni 60, isola di lampedusa, la comunità dei pescatori rende reietta la strana del paese, quella che col cuore rende la luce a chiunque incontra uno dei più bei film italiani degli ultimi anni in cui la bravura dei protagonisti (tutti !!!!) è lo sfondo naturale di una storia avvolgente, uno specchio dell'anima che nei fanciulli è la sopravvivenza e la supremazia del gruppo vincente, così come nei vecchi è la cooperazione, la forza della comunità. dall'altro, lo splendido personaggio di madre tagliato addosso ad una fantastica e rinata valeria golino, che con le sue paure, le sue innocenze e scatti mette a nudo una comunità indifesa. splendida fotografia, immagini e suggestioni che si sovrappongono in dissolvenza, crescono come i pesci intorno al cibo e si fanno reali. passeranno molti anni prima che si crei un film così bello!



Beppe, 48 anni, Palermo.





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