Dario confeziona un intrigante thriller,con sorpresa finale.indagatore di turno toni musante anche in questo film il mistero e la soluzione è dietro a quadri e animali.
L'uccello dalle piume di cristallo segna l'esordio alla regia di dario argento, sicuramente uno dei migliori nel genere thriller/giallo. La storia inizia come quella di profondo rosso e cioè il protagonista del film che assiste ad un omicidio e decide di indagare; nel corso delle indagini sam incontra diversi personaggi e viene anche preso di mira dall'assassino, ma alla fine riuscirà a sopravvivere e a scoprire la verità nel classico twist ending, realizzato comunque molto bene; io ho abboccato alla dinamica del primo tentativo di omicidio (quello a cui assiste sam) e per questo il finale mi ha lasciato spiazzato.
Il trentenne Dario Argento esordisce con uno dei migliori gialli orrorifici di sempre. Un film che fa' della semplicità, dello stile e della linearità il suo punto di forza, traducendosi in una pellicola incalzante e macabra, cruda e di ritmo perfetto. La tensione è altissima, le sequenze forti e angoscianti, tese come una corda di violino sul punto di spezzarsi all'ultimo terribile acuto.
La trama è quanto di più semplice vi possa essere: una sera uno scrittore assiste ad un'aggressione, ma grazie a lui la vittima, una graziosa trentenne, riesce a salvarsi. Ma la faccenda non è chiara...
Interpretato ottimamente dal sottovalutatissimo Tony Musante e da un Enrico Maria Salerno perfettamente calato nel personaggio, il film scorre in una moltitudine di sequenze abbastanza brevi ma sempre di forte impatto.
Sia chiaro, qui non troviamo lo stesso macabro di Profondo Rosso, tanto meno quello di Suspiria o altri film successivi, e nemmeno la "varietà" degli omicidi: generalmente, le vittime, sempre (o quasi) donne, vengono uccise a coltellate e rasoiate, neint'altro. Punto.
Ma bisogna dire in primo luogo che il film ha moltissima, direi una montagna di suspence, e che in parecchi punti può anche farvi sobbalzare, come nella scena in cui Sam (Tony Musante) per poco non viene decapitato con una mannaia (poco dopo avrebbe ironicamente detto alla fidanzata, Giulia: "Sai... il solito tran tran..."), o la scena del quarto omicidio, che osserviamo dagli occhi della vittima. In soggettiva vediamo lei che fuma, poi spegne il mozzicone nel posacenere sul comodino, e quando si gira di nuovo verso la porta... sorpresa! La musica di Morricone fa il resto, non solo in questa scena ma praticamente in tutto il film.
In secondo luogo, già da qui Dario Argento introduce il concetto di arma impropria, in seguito parecchio usato da ammiratori e scopiazzatori: il finale è un esempio lampante di ciò, con la scultura piena di punte acuminate che viene gettata addosso ad un incredulo Sam. L'arma impropria verrà ripresa anche nei seguenti film di Argento: il treno e la tromba dell'ascensore ne Il Gatto A Nove Code, l'automobile in Quattro Mosche Di Velluto Grigio (ma dove diavolo posso trovarlo?), la finestra, la vasca da bagno, il tagliacarte, il camion e l'ascensore in Profondo Rosso, una vetrata l'occhio della coda di una scultura a forma di pavone in Suspiria, il vetro rotto di una finestra in Inferno.
Il film risulta quindi molto macabro, e tiene costantemente col fiato sospeso, grazie anche alle bellissime inquadrature di Argento, maghetto delle riprese già da allora.
Terzo luogo, il particolare-che-non-si-riesce-a-ricordare, espediente ripreso dallo stesso Argento e anche copiato da migliaia di bambocci.
Ultima nota, il personaggio dell'assassino è ottimamente caratterizzato da un corollario feticistico niente male, (anche questo verrà ripreso in Profondo Rosso).
In definitiva, consiglio vivamente la visione di questo gioiello, un esordio davvero folgorante!
Incuriosito dalle opinioni lette in questo sito sono andato a vedere questo film che mi ha lasciato piacevolmente sorpreso. Da manuale la regia della scena dello scrittore intrappolato nell'entrata a vetri della galleria,angosciante quella del tentativo di uccidere la fidanzata. Alcuni dettagli non coincidono o sono un po troppo tirati per i capelli ma che importa, il pathos non ne risente. Continuerò la mia ricerca alla scoperta dei primi film di Argento.
E si ragazzi e questo.il primo film del maestro che rimane secondo solo a deep red, un film semplice con due o tre bei colpi di scena semplicima troppo efficaci.insomma di quei film che ti lasciano un bel ricordo e un sorriso nostalgico a riflettere per bene su come prima senza tanti soldi e senza l'ausilio dell'informatica si faceva no i veri capolavori. divino