La caratterizzazione grafica di Dylan Dog (realizzata da Claudio Villa) è ispirata all'attore Rupert Everett, ecco perchè non possiamo fare a meno di apprezzare il personaggio di questo film per ciò che, secondo noi, rappresenta o ci ricorda.
La storia è un po' sciocca, scialba, troppo confusa forse. O magari su toni a noi poco familiari.. Sembra mancare comunque un filo logico che i fumetti di Dylan Dog solitamente hanno, sebbene l'eccentricità vi faccia da padrona: molto più accattivanti!!
Questa pellicola rasenta l'assurdo; vi si immerge corpo e anima, totalmente; ne tocca l'apice ed il fondo; a un certo punto(forse lo scarso livello degli attori che circondano Rupert, forse il mancato aggancio ad un tema più solido)comincia un delirio di eventi apparentemente legati tra loro ma che poi non lo sono; ecco che cala, inizia il lento declino ma......finale al cardiopalma con la macchina da presa che insegue su strada la svolta del film...ed in parte la raggiunge..
Questo è Michele Soavi sul film:«Era un film anomalo: non era solo un film di genere, poteva diventare un fiasco micidiale per la sua stupidità: nel senso che, comunque, aveva un umorismo da fumetto... La gente o vuole ridere o vuole aver paura, in mezzo non c'è niente, se ci vai esplori una terra di nessuno»
è un bel film, potevano sfruttare meglio Everett in tutta la sua Dylandogghiana prestanza, ma ormai non ci resta che attendere cosa ci riserverà il futuro sul personaggio di Sclavi...;)
Vado un pò controcorrente e non me ne vogliano i (tanti) estimatori di questa pellicola. Pur non essendone un appassionato, ho spesso letto con piacere i fumetti di Dylan Dog, da cui innegabilmente il film è tratto: ironici, simpatici, misteriosi. A parte la buona prova di Everett (vero alter ego del buon Dylan) ho trovato il film decisamente insulso, soprattutto per una sceneggiatura sciatta e per le interpretazioni assolutamente imbarazzanti. Anche la fotografia è inesistente, mentre Manuel De Sica offre ottimi spunti ritmici di accompagnamento alle varie sequenze. Insomma, tra vomitate, zombie ben truccati ma ridicoli, dialoghi imbarazzanti, scenografie darkeggianti da tunnel dell'orrore al luna park e risibili interventi chirurgici, a mio parere l'unica cosa davvero di pregio è il seno di Anna Falchi, generosamente mostrato a più riprese ad uno spettatore che, probabilmente, si attendeva lecitamente qualcosa in più.
premetto che l'essere fan adorante di dylan dog è un fattore predisponente ad un giudizio più critico che oggettivo... un bel 8 a questo film horror ma romantico come non se ne fanno più.
Questo film rischiava, all'epoca della sua uscita nel 1994, un Flop totale per via della sua storia; perchè l'horror e l'umorismo non vanno insieme.
Ma intanto ha vinto un David di Donatello e un Ciak a Venezia.
Soavi è l'erede di Dario Argento, almeno secondo me.
Peccato che ha abbandonato l'horror per la Fiction.
film bellissimo,molti i richiami al famoso fumetto "dylan dog". lo stile sarcastico del protagonista è inconfondibile, è lui, lo stile dello scrittore è anch'esso inconfondibile, è lui. il film non può non piacere agli appassionati dell'indagatore dell'incubo. notevolissima la fine che non si distacca dallo stile tipico del fumetto.
VOTO: 10 da paura.