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Christiana F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino

Opinioni presenti: 324
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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Pura realtà

(8/10) Voto 8di 10

Posso dire che il film è veramente fatto bene, molto reale ed educativo, dico educativo perche ti fa vedere come ci si ritrova ad assumere stupefacenti e droghe pesanti e qui non si parla di canne e basta, proporrei questo film nelle scuole medie, perche è all'età di 13 o 14 anni che si comincia a voler fare nuove esperienze di per se brutte e nocive alla salute fino a portare alla morte, molto spesso gli adolescenti cominciano per il semplice motivo di sentirsi grandi e per essere accettati dai più grandi o nel peggiore dei casi quando in famiglia non vi è nessun rapporto di affetto e di amore e di conseguenza i figli trovano le cosiddette "famiglie" nei gruppi dove si fumano canne per poi passare a roba molto pesante. Il film ne è un chiaro esempio e quindi posso dire che è stato fatto molto bene anche se mi aspettavo un finale diverso, è un film che ti rimane dentro e che ti fa pensare molto e ti fa stare male perchè ancora oggi ci sono ragazzi/e molto giovani che entrano dentro questo tunnel nero e se non tornano all'uscita alla svelta sara sempre troppo tardi e questo mi dispiace molto. Alessia D.C.



alessia, 22 anni, citta della pieve (PG).




Duro, crudo...reale

(8/10) Voto 8di 10

Un film che seppur un pò "datato" risulta quantomai attuale in tutta la sua crudezza e tristezza. La vita squallida e grigia del mondo dei tossicodipendenti (giovanissimi)è qui trattata senza ipocrisia e falsità, ma anzi con assoluta verità. Film molto triste e pieno di scene abbastanza "forti" di sicuro impatto emotivo e visivo verso tutti gli spettatori, ma di indiscutibile valore educativo per coloro che magari hanno, anche per una volta soltanto, pensato di "bucare" le proprie vene e la propria vita.



Josè, 28 anni, Palermo (PA).




Toccante ed emotivamente struggente. Da vedere, rivedere e far vedere.

(10/10) Voto 10di 10

Non sono d'accordo con chi si ostina a paragonare didascalicamente il libro al film. E' naturale che una volontà di paragonare il libro al film sorga quasi spontanea (tra chi ovviamente ha letto il libro), ma tale paragone secondo me non dovrebbe mai dimenticare le differenze tra i due mezzi di comunicazione. E' indubbio che le modalità e soprattutto le tempistiche con cui si scrive un libro sono totalmente differenti da quelle cinematografiche; attraverso un libro è possibile dilungarsi sulla descrizione di ambienti e personaggi secondari (per non dire anche di terzo grado), oltrechè è possibile soffermarsi su particolari che nel film non possono trovare posto. Un film, secondo il mio parere, non può essere una trasposizione speculare di un libro, ma deve essere una reinterpretazione (chiaramente il più fedele possibile) del testo da parte del regista, in grado di comunicare emozioni allo spettatore. In questo caso credo che il lavoro di Uli Edel sia stato davvero interessante e ben riuscito. Le ambientazioni sono perfettamente ricostruite, gli attori seppur giovani recitano molto bene ed in particolare la protagonista Natja Brunckhorst davvero perfetta nel ruolo, e non dimentichiamo la spettacolare colonna sonora di Bowie. In generale dunque ne esce un film dai toni sicuramente tetri e desolanti (d'altronde lo scopo è questo) che colpisce direttamente al cuore. Secondo me uno dei migliori film del genere assieme a Trainspotting.



Mauro, 25 anni, Ferrara (FE).




so and so

(8/10) Voto 8di 10

il film, a mio avviso di una crudezza eccessiva, rende l'idea degli ambienti, usi, costumi e suoni dell'epoca. avendo letto prima il libro posso dire, come notato da molti, che è di gran lunga inferiore ma riesce a coprire tutti quei campi che, per noi di generazioni differenti, sono lasciati all'immaginazione. ovviamente conoscevo la musica di David Bowie, ho visto le foto di quei tempi e so, piu o meno, come si viveva. ma leggendo il libro non ho potuto focalizzare certi punti essenziali del vivere alla fine degli anni '70. tolto questo però il film è del tutto inadeguato. in primo luogo non accenna alla situazione familiare devastata di molte famiglie della germania distrutta dalla guerra fredda; non si capisce perché la protagonista sia cosi ben disposta all'evasione nella droga (tutti i problemi familiari e i traumi subiti da bambina non vengono menzionati) ne tantomeno si evince la sua doppia personalità quando esce da Berlino e si trasforma in una normale teenager per poi tornare "bucomane" di nuovo nella capitale. i passaggi della droga sembrano dettati dal classico luogo comune del "provo quello che mi apre la porta a quell'altro e finisco infine in quell'altro ancora". mentre invece c'è tutta una motivazione data nel libro, dall'insicurezza alla voglia di prevalere, al senso del gruppo, all'ammirazione, che detta questo passaggio dalle droghe leggere all'apice. ritengo in piu che sia stato trattato con troppa superficialità il tema delle disintossicazioni. nel libro ne vengono descritte diverse, secondo diverse forme e modalità eseguite dalla protagonista. sono proprio queste descrizioni che rendono il libro crudo e vero. sostituire questo con lei che si fa una miriade di buchi, lo trovo dettato solamente dalla volontà di spettacolarizare la pellicola. non è un romanzo, non è un racconto ma qualcosa di reale. siamo purtroppo abituati alle BioNovel dove racconti veri vengono mischiati a fantasiose storie per render piu interessante il tutto. non è stato cosi. non so, forse negli anni '80 era preso sul serio, ma ritengo che ora una persona che si imbatte in questo film, pur leggendo "tratto da una storia vera", lo affronta con una freddezza non adatta ad un documentario (ricordiamo che lo stesso libro è stato formato attraverso interviste e studi di piu persone, non è un diario di una quattordicenne.) in definitiva un ottimo film per completare un percorso che però puo dare solo il libro; da solo perde di utilità.



Bradipoalato, 23 anni, Roma (RM).




Era di un eccitante pazzesco.......

(5/10) Voto 5di 10

non c'è paragone tra libro e film,il film è un documentario,scarseggia nei dialoghi,mancano molte parti fondamentali della vita di christiane,è molto riduttivo e incentrato sul devastante problema della droga il libro invece è una testimonianza di una generazione,si intrecciano diversi sentimenti e stati d'animo anche della società di allora a Berlino,le istituzioni,il muro tra giovani e adulti,il senso di impotenza,tutte cose che mancano al film secondo me.Beh un bel dieci e lode pero' va alla colonna sonora del mitico duca bianco.



vera, 25 anni, berlino.





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