Mi sono deciso a vedere questo film perchè ne ho sentito parlare come di un capolavoro cinematografico.
Sarò anche ignorante in fatto di cinema ma a me non è piaciuto nulla di qusto film.
Trama inesistente , un continuo succedersi di situazioni paradossali senza un filo logico , come quando sono a casa del fotografo ed ad un tratto parte la musica che così come inizia , finisce.
Pochissimi dialoghi e mi sembra del tutto sconnessi tra di loro.
Salvo solo gli attori e le immagini di una Londra degli anni 60 a dir poco favolosa
un film totalmente vuoto, non parla di niente e poco succede. se poi qualcuno in quel niente ci trova qualcosa, meglio per lui, ma il film, ripeto è assolutamente vuoto, non ci trovo nulla nemmeno da cercare. la fotografia è tutta un'altra cosa, ma non basta essa a fare un gran film.
Si, bel film, non c'è niente da aggiungere rispetto a quello che è stato detto nelle opinioni precedenti.
Ritrovo un certo stile Felliniano, soprattutto nell'ultima scena, ovvero la partita a tennis tra matti ( ed anche qui..come possiamo catalogarli? matti? chi sono poi quei giovani? )
Alcune scelte del regista però nonostante siano puro cinema, si rivelano incomprensibili allo spettatore (parlo di moltissime scene presenti nel film).
Più che il dilemma realtà-finzione che viene inscenato, penso sia davvero ottimo il lavoro che Antonioni esprime nelle figure: in primis nel protagonista e soprattutto nella sua solitudine, inoltre nelle inquadrature (l'ultima, con il protagonista solo nel campo verde, inquadrato dall'altro è favolosa!).
Non è altro che un trattato di fotografia a 360 gradi; un film che puo' nascondere chissà quali particolari che a primo impatto non percepiamo, proprio come una fotografia.
Il film ha un carisma ed un potere seduttivo immenso, si rimane incollati allo schermo anche con una forte carica erotica... Il giallo non è svelato perchè il regista preferisce fare morale ... Sembra poiche altri registi di prima classe abbiano preso ispirazione dalle atmosfere di questo cult ( Kubric, weir )
antonioni esalta e mette in crisi lo sguardo lo minimizza e rende l'occhio e la vista innutili mandando in crisi non solo spettatore ma il cinema stesso, rendendolo testimone della sua falsità incapace poi di distinguere il vero dal falso.
un grande monito per il cinema di oggi