Non c'è proprio niente da ridere, ragazzi. Qui Pupi Avati fa davvero sul serio. La storia è davvero interessante, che riesce ad inserire nel quieto e sonnolento paesaggio della pianura padana una storia inquietante e terribile. Il protagonista è un giovane pittore chiamato in un paesino dell'Emilia Romagna per restaurare un macabro affresco all'interno di una chiesa: dietro il dipinto, che raffigura un uomo legato ad una colonna e torturato da due donne dallo sguardo malefico, si cela un terribile segreto di morte, che porterà il nostro ad un'agghiacciante verità...
Il film è girato con un'essenzialità ed una maestria disarmanti. La sequenza rivelatoria è un esempio lampante di tale maestria, con l'inquadratura in soggettiva, e un uso dei colori e delle luci molto inquietante e sinistro, accompagnati da una musica dalle medesime qualità. Il finale è incredibilmente maligno, che non lascia alcuna certezza e che spiazza totalmente lo spettatore allibito. Gli attori sono perfetti, ognuno fa la sua parte con espressività, e la trama tiene lo spettatore incollato allo schermo. osservando la pellicola, mi è venuto in mente Roman Polanski in "Rosemary's Baby", ma in realtà è ben visibile lo stile di Pupi Avati, a mio parere uno dei migliori (ammirabile anche in "L'arcano Incantatore"). In definitiva, uno dei migliori thriller/horror di tutti i tempi, da vedere, non dico altro.
È indubbiamente un film che merita. a quei tempi un capolavoro indiscusso, ma oggi c'è qualche punto in cui la tensione (purtroppo)si allenta. io voglio dare un bel 9 a questo film, non che meriti tutti e 9 i punti ma la fine è davvero agghiacciante. lo dico a chi vuole comprare il dvd: fatelo perchè il film è molto bello, si vede e sis ente bene, certo nn è a livello di profondo rosso ma una volta superato l'inizio un pò lento, vi assicuro che non potrete tornare indietro. ps: capperi quanto mi dispiace per quella bellissima donna, credo sia l'attrice francesca marciano nata nel 1955, è stupenda, semplice semplice ma fa davvero una fine che non merita.
Ma fatemi il piacere!!! non definiamo questo film un capolavoro! non c'e' tensione, non c'è paura, non c'è orrore, per non parlare poi degli attori scandalosi! pupi avati voleva forse imitare profondo rosso?!? ma poverino!!! l'unico orrore in questo film è la sceneggiatura scritta da maurizio costanzo! bleahhh.............
"La casa dalle finestre che ridono" è un film che ti cattura, ti rimane addosso, ci sono scene che non riesci a dimenticare. Io lo vidi per la prima volta diversi anni fa, in televisione. Lo registrai. Di tanto in tanto mi riguardo quella cassetta, o lo rivedo volentieri quando in tivù lo ripropongono. E continua a farmi un forte effetto. A mio parere, è un capolavoro. Pupi Avati ispiratissimo in questo "horror padano" inquietante e originale, brusco e misterioso. Un film che si sviluppa, torbido e carico di tensioni, attorno alla storia di Buono Legnani "il pittore delle agonìe". Ti prende allo stomaco l'immagine di Francesca, la giovane e bella maestrina, orrendamente pugnalata. Il finale è micidiale, sorprendente, ti spiazza. Pupi Avati è magistrale nel creare e muovere i personaggi strani e misteriosi d'una storia che certi luoghi desolati della campagna padana rendono ancor più inquietante. Brava Francesca Marciano. Strepitosa la performance di Gianni Cavina nell'interpretazione di Coppola, l'autista ubriacone del paese. Io credo che questo sia l'horror più "vero" del cinema italiano. Ed è un fatto straordinario, considerando che venne girato con un budget di appena 150 milioni di lire. A distanza di molti anni, ci piacerebbe rivedere da Avati un altro film di questo tipo.
un film semplice ed efficace, intrigante e misterioso, fantastico il finale...soprattutto l'ultima inquadratura con la mano che si appoggia all'albero.Misteriosa...