Il figlio segreto di Eugenio Pacelli, un giovane e brillante padre gesuita avviato alla grande carriera diplomatica, raccolse varie prove e fu testimone dell’olocausto. Era anche a conoscenza dei dettagli delle ultime trattative diplomatiche del Vaticano, quelle frettolose degli ultimi giorni a Roma nelle quali fu deciso il salvataggio di alcuni importanti gerarchi nazisti. Per questa ragione fu lasciato morire nel lagher e furono eliminati in cella i suoi importanti contatti nelle SS. E’ questo il primo dei tre segreti che, come quelli di Fatima, vengono rivelati in “Amen.”. Di questi il primo non è una gran novità mentre gli altri due sono via via più inquietanti. Vediamoli in ordine di importanza. Il secondo segreto è nel saio. Col suo consueto linguaggio allusivo questo grande affabulatore dei cinefili di sinistra che da sempre nasconde nelle sceneggiature criptiche minacce per gli iniziati di destra, fa apparire un frate in ogni scena in cui il potere romano appare in veste istituzionale. Ciò può apparire come un semplice sfizio, ma in realtà per i poteri occulti che dominano le nostre coscienze è un fatto molto irritante in questi giorni in cui la luce di Betlehemme (esplicitamente citata nel film) continua a risplendere grazie ai francescani i quali, pronti a morire, hanno protetto ancora una volta i segreti di Arafat.Ma c’è infine il terzo segreto, quello che secondo la tradizione sarà svelato solo quando non serve più e che perciò risulterà inutile e incomprensibile anche agli ebrei non sionisti, e sta nel titolo. Amen col punto cambia significato e diventa la chiave di un segreto tombale. Perché tanto ardire? Amici miei… qui non siamo, come nell’Amerikano, solo davanti ad una sinistra profezia di rapimento mortale per il principe del Moro, ma siamo davanti ad una pellicola che è una vera e propria sfida all’ultimo sangue. Solo in quest’ottica si capisce l’irritazione delle recensioni che sono apparse sulla stampa cattolica e la censura sulla locandina italiana. Perciò la vera critica al film è nella domanda: chi ha speso i soldi per farlo? Anzi, considerato che il film non è costato molto, vuoi vedere che il vecchio re del cinema politico “…giunto alla fin della tenzone incerto sull’arcione tentò di risalir…”? Ciao e baci a tutti.
Ho trovato questo film pesante e noiosissimo,ha battuto persino "Conspiracy:soluzione finale",che reputo un macigno.Monotoni i dialoghi,senza colpi di scena,se non negli ultimi 10 minuti.Sono rimasta delusa,ma tanto! La Chiesa chiaramente ne esce sconfitta,così come la figura del Papa,ma onestamente mi aspettavo un film totalmente diverso.Avevo letto numerose opinioni positive,ed essendo io appassionata di pellicole sull'olocausto,non volevo assolutamente perdere la visione di questo film.Mi sono addormentata ben due volte!! Per carità!Consiglio vivamente"Senza destino"e "Schindler's list" ...quelli sì,che sono film sulla shoah!
Non si possono negare i silenzi succedutisi in quegli anni terrificanti durante i quali molti di potere sapevano ma non fecero niente per fermare la tragedia.
Quante critiche da chi credente non ammette che la chiesa nella sua più alta entità non fece molto mentre, molto, fecero i suoi più piccoli rappresentati.
Un silenzio che fa rabbrividire perchè, come sempre, rappresenta visivamente ed agli occhi di tutti che chi per vocazione dovrebbe difendere in realtà non lo fa... ma è storia di sempre questa...
Al contrario i "giusti", coloro che non hanno avuto il "coraggio" di chiudere gli occhi sono da ricercarsi tra i meno potenti, tra i comuni uomini con poco potere ma che hanno rischiato per altri sconosciuti.
Il film è di un silenzio rabbioso, per nulla noioso nè lento (se per lentezza non si inteda lo scorrere di eventi che qualcuno avrebbe gradito vedere scorrere alla velocità di un film di ridolini).
Il film parla dei silenzi odierni e non solo di quelli passati.
Per ricordare che il silenzio può uccidere.
Claudia
Costa Gravas è, tra i registi, uno dei più acuti e di “carattere” che il cinema possa vantare.
Eccellente e di forte impatto emotivo questa sua ultima fatica.
Gli interpreti principali del film rivelano in maniera straordinaria, la frustrazione, il dolore e soprattutto il divorante tormento delle loro coscienze nell’evidenziare, l’assoluta indifferenza, passività e freddezza che ha circondato ed assediato il “potere” (qualunque sia rappresentato) per quanto ha riguardato la persecuzione degli ebrei e dei campi di sterminio durante la seconda guerra mondiale.
La Chiesa, e non solo, che discerne (riconosce o distingue) persecuzioni, eccidi, eutanasie a seconda del periodo storico, del nemico più “giusto” da contrastare in quel momento...
Film assolutamente da non perdere! Per capire, conoscere, sapere.
Grazie Costantin!
Al di la delle recensioni paranoiche sull'imbonitore di sinistra (che denunciò il regime dei colonnelli e le dittature sudamericane con assoluta fermezza) e delle risibili critiche alla veridicità storica, il film è molto ben costruito ed il tema accuratamente svolto con pertinace lucidità…peccato per la fotografia a mio parere poco curata. Con grande acume, Costa Gravas descrive l'olocausto in tutta la sua freddezza e non accusa direttamente nessuno ma indirettamente tutti, descrivendo il terrore quasi ancestrale che Hitler è riuscito ad infondere al sedicente mondo democratico. Ritengo che il senso del film stia tutto nelle parole e nelle azioni delle gerarchie protestanti, cattoliche e "occidentali" (agghiacciante più di Pio XII è l'ambasciatore americano). Perciò il cattolico offeso e il destrorso indignato dovrebbero tacere di fronte ad un film che parla di quanto controverso può essere il comportamento umano di fronte alla "ragion di stato". E dire che di prove ne abbiamo avute anche in tempi più recenti…ottimo film, ottima regia, buona sceneggiatura, brutta fotografia, ottima recitazione. Evidentemente geniale l'idea dei treni vuoti.