Il miglior Fabio Volo insieme a quello del film "La febbre" (guarda caso ancora di D'Alatri) in uno dei migliori film italiani del decennio. Per niente banale, dotato di un realismo ai livelli dei migliori film del genere, dialoghi quasi mai didascalici e tutti gli attori in gran forma. Bravissima anche la Rocca.
da vedere. si impara qualcosa sul matrimonio, sui figli, sul tenere botta!
Tommaso e Stefania, due anime semplici con una vita simile a quella di tutti nella città che non perdona l'innocenza e neppure la felicità, una Milano impietosa e indifferente come troppa parte della nostra esistenza. Il film è una celebrazione del matrimonio e due stelle luminose accompagnano la vicenda matrimoniale di questa coppia nella quale tutti più o meno ci identifichiamo: un sacerdote d'altri tempi, attento e innovatore, geniale interprete della parabola della vita e quasi custode del segreto della felicità e del vero significato dell'unione tra due persone e, quasi dissimulato nella pellicola ma di forte impatto emotivo, Andrea, il loro meraviglioso bambino che ha l'unico torto di nascere in un mondo che vive l'infanzia come un fastidio, un costo, un impedimento alla libertà umana e professionale.
Il prete ci accompagna dall'inizio alla fine del film; parte dal basso, in tutti i sensi, e s'innalza quasi carismaticamente fino ad accompagnare su proprio invito la clamorosa uscita di tutti gli amici e parenti dalla chiesa poichè loro non hanno capito che un matrimonio non è solo un "sì" tra due persone, ma una comunione di felicità alla quale tutti devono poter partecipare. Il film è un "flash-forward" della vita di Tommaso e Stefania che si spegne a un attimo dalla fine, dal disastro della coppia, quando l'avveduto sacerdote - che solo riesce ad intravvedere i rischi di oggi - li ammonisce sul loro futuro e fornisce l'insegnamento più importante. Il bimbo ci lascia con l'immagine davvero struggente dei genitori che litigano sugli spalti della piscina durante il corso di nuoto quando, ormai allo stremo delle loro forze e del loro coraggio, essi si azzannano sui dettagli della separazione mentre il piccolo sgambetta in acqua e sembra allontanarsi in questa vasca senza confini che è poi il mare aperto della vita, solo e senza voltarsi verso papà e mamma perchè essi non sono più nel loro ruolo e perchè - ormai - la famiglia nella quale era nato due anni prima sembra essere già morta nell'indifferenza... a meno che... (e qui sta il messaggio fondamentale) Tommaso e Stefania non sappiano capire che l'amore non teme cenere nè polvere, nè nuvole nè tradimenti, nè cattiverie nè ostacoli di amici e parenti che riversano consigli non voluti e forse neppure mirati; l'amore - quello vero, quello del "non posso stare senza di te" - resta e aspetta solo d'essere capito. Da il senso alla vita. Ci piace immaginare che anche la vasca dove il piccolo Andrea muove i primi passi del nuoto verso l'ignoto ritorna ad essere un caldo bagnetto pieno d'attenzioni.
L'intento di questo film è chiaramente quello di riprodurre la quotidianità,la vita di due persone normalissime afflitte da problemi tutt'altro che banali,anche se molto comuni.
Il film guardato con superficialità verrà senza dubbio etichettato come "piatto",ma in realtà il suo fascino deriva proprio da questa sua aurea realistica,che rende la pellicola molto piacevole.
Davvero buona l'interpretazione di Fabio Volo,alla sua prima performance cinematografica.
finale a sorpresa che nobilita il film!
attori molto bravi, la cui "normalità" contribuisce all'effetto realistico del film
il discorso finale del prete è molto profondo ed è la base x lunghe riflessioni sull'assurdità di questa società che vuole che trae vantaggio dall'infelicità dell'uomo