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La felicità è un sistema complesso

Opinioni presenti: 4
Media Voto: Media Voto: 5.5 (5.5/10)

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La Felicità questa sconosciuta

(5/10) Voto 5di 10

Enrico è un tagliatore di teste sui generis che dopo aver intrecciato amicizia con manager incompetenti, o eredi incapaci, li persuade a cedere le proprie quote per cercare una strada più consona alle proprie aspirazioni, lasciando perdere il lavoro in azienda. La vita di questo ‘scienziato dell’eliminazione’ inizia a cambiare quando lungo la sua strada si presentano Achinoam, ragazza israeliana, aspirante suicida ed ex fidanzata di suo fratello, e i due eredi adolescenti di una multinazionale ad un passo dalla chiusura. A sette anni da Non Pensarci, e a sei dalla omonima serie apparsa su FOX, il modenese Zanasi veste nuovamente Valerio Mastandrea dei panni del disadattato ma in tal caso non certo carico d’insuccesso, scanzonato, ma professionista serio e particolare, creatore di un lavoro socialmente utile unito a un vuoto e a una vena di profonda malinconia interiore. Un attore dei giorni nostri e un abile trasformista capace di mimetizzarsi in ogni situazione per fare desistere gli incapaci e salvaguardare posti di lavoro che altrimenti sparirebbero come cumuli di neve al sole. Zanasi ancora una volta infila nel vaudeville della vita dei suoi protagonisti, fra i quali appaiono nuovamente Teco Celio e Giuseppe Battiston, nei ruoli di padre e figlio manager predatori e comici già visti nella precedente pellicola, tutto quello che caratterizza il suo cinema fatto di riflessioni in salsa comica. Il risultato è una presa di coscienza insperata che assume le sembianze di una potenziale suicida israeliana, l’attrice Hadas Yaron, e di una coppia di adolescenti, gli esordienti Filippo De Carli e Camilla Martini, improvvisamente catapultati nel mondo degli adulti per cercare di salvare l’azienda di famiglia da una fine indegna. Favola moderna nel corso della quale Mastandrea porta in scena il proprio personaggio con mestiere e senza particolari sbavature. Una favola il cui contenuto è fin troppo affine con Troppa grazia, ultima recente fatica di Zanasi. Film che alla stessa maniera funziona a metà. Carico di buoni sentimenti e incapace di andare oltre una bella confezione iniziale.



Ciro Andreotti, 47 anni, BOLOGNA (BO).




Si può dare di più!

(4/10) Voto 4di 10

Anche fare un film è un "sistema complesso". L'idea di base è molto buona ma non viene sviluppata. Mastrandrea bravo, il resto deludente. A tratti sembra voler scimmiottare i film di Sorrentino. Preferirei che si prendesse spunto da altri maestri del cinema italiano che erano in grado di dosare i vari ingredienti più sapientemente. Troppi minuti spesi in videoclip musicali e sceneggiatura un po' forzata. Il film non scorre fluido e spesso annoia. Peccato perché sembrava promettente.



Alex, 39 anni, Forlì (FO).




Poteva essere mille volte meglio

(8/10) Voto 8di 10

Incuriosito dalla presenza di due attori che amo, Valerio Mastrandrea e Giuseppe Battiston, mi sono accinto con molte speranze a vedere questo film che probabilmente è un'opera prima. Ottime idee, lungaggini (almeno mezz'ora di musiche e scene bellissime...), situazioni poco chiare che incuriosiscono lo spettatore (il padre del protagonista...) e strane(all'inizio seguiamo con interesse la storia del tipo che vuole andare in Costarica... poi esce dal film e...). Sulla crisi, la delocalizzazione delle fabbriche in Romania e "il pelo sullo stomaco" di certi nostri industriali è uscita una potente opera di denuncia. Bravissimi i due attori succitati, straordinaria la ragazza israeliana, il tutto, a mio parere vale il prezzo del biglietto.



nikowski, 46 anni, München (CA).




Poteva essere mille volte meglio...

(5/10) Voto 5di 10

Incuriosito dalla presenza di due attori che amo, Valerio Mastrandrea e Giuseppe Battiston, mi sono accinto con molte speranze a vedere questo film che probabilmente è un'opera prima. Ci sono buone idee, ma il tutto naufraga tra lungaggini (almeno mezz'ora di musiche e scene inutili...), situazioni poco chiare (il padre del protagonista...) ed inutili (all'inizio seguiamo con interesse la storia del tipo che vuole andare in Costarica... poi esce dal film e... buonanotte). Peccato perchè sulla crisi, la delocalizzazione delle fabbriche in Romania e "il pelo sullo stomaco" di certi nostri industriali poteva uuscire una potente opera di denuncia. Bravissimi i due attori succitati, straordinaria la ragazza israeliana, ma il tutto, a mio parere non vale il prezzo del biglietto.



gattosilvano, 66 anni, Cormano (MI).





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