il film è bello perchè concentra la storia su tanti bei personaggi solo che io avrei messo un pò più di drammaticità in certi eventi e raccontato qualcosa di più del protagonista.
Sicuramente Dito Montiel ha preparato il film, non è andato sul set con le idee confuse. Sicuramente gli attori danno il meglio di sè (per primo Robert Downey Jr). Sicuramente il puntare il dito contro chi scappa invece di restare ad affrontare i propri pproblemi è una bella presa di posizione contro se stesso (la ca**iata di Rosario Dawson). L'unico dubbio che ho è perchè il fratello di Antonio è stato fatto morire in quel modo, se poi lo stesso Montiel ha ammesso che è vivo e che vive a Torino. Perchè questa voglia di emozionare a tutti i costi?
Un altro aspetto che non ho capito è perchè i produttori si ostinano a produrre film con trame viste e riviste? (Il film somiglia tanto a Bronx di De Niro). E' un buon film, ma non tanto da essere osannato dalla critica.
Ok, un film autobiografico fatto dal persoggio stesso è una cosa che a memoria non ricordo essere stata fatta (anche se ogni autore mette un pò di se nei suoi personaggi), però il film si perde nei tanti visti e di sicuro se tra un pò quando qualcuno mi chiederà di questo film, ci metterò qualche secondo per ricordarne i passaggi, di sicuro non gli potrò dire tutto all'istante...cosa che succede con i film a cui è stato accostato.
"Guida per riconoscere i tuoi santi" è una sorta di film di formazione semi-autobiografico e rigorosamente a basso budget che porta sullo schermo l'adolescenza e un fondamentale momento della vita dello scrittore e regista statunitense Dito Montiel (interpretato prima da Shia LaBeouf e poi da Robert Downey Jr.). Non è un film pienamente riuscito ed innovativo vista la gran qualità di opere che ci mostrano la realtà adolescienziale e giovanile di certi quartieri degli Stati Uniti, ma è apprezzabile la sincerità e la genuinità dell'opera.
Il film è suddivisibile in due parti o piani: quello dell'adolescenza e quello dell'età adulta di Dito, anche se la suddivisione non è netta ma a maggioranza. Le parti infatti prevalgono secondo questa divisione, ma il montaggio le interseca spesso una nell'altra.
Ho trovato poco digeribile la prima parte, soprattutto per il suo essere molto caciarona, per avere un linguaggio fin troppo diretto, traducibile in dialoghi irritanti ed un gran numero di parolacce, dopo un pò stucchevoli. In questa fase lo stile è troppo crudo, la sceneggiatura crea un pò di confusione ed il montaggio è abbastanza disarticolato.
Dunque mi è piaciuta poco questa prima parte, tra l'altro quella predominante, ma ho molto apprezzato la seconda, quella cioè dove si scava più nel sentimento, nelle relazioni, nell'animo umano, anche se quel tornare del protagonista, vuoi per l'evidente legame con la prima parte, è un pò piatto. Ma il finale vale il prezzo del biglietto in quanto è la vera emozione del film, la scintilla che provoca (senza secondo me furberie) la commozione.
Il film comunque riesce anche a stimolare riflessioni e discussioni sulle situazioni e su realtà purtroppo esistenti, ma soprattutto su una che mi ha colpita molto da vicino, vuoi soprattutto per l'età e la fase.
Buona la performance del cast: di certo spiccano Robert Downey Junior, Chazz Palminteri ed il giovane e lanciato ShiaLaBeouf.
Un bel film, molto toccante. Ciò che era stato abbandonato in giovinezza …è stato ritrovato sempre allo stesso punto in età adulta. Anche se Dito è scappato, cercando di dimenticare il suo passato e tutto quello che era nel quartiere di Astoria, Nessuno si era dimenticato di lui. I suoi Santi, gli amici, Antonio, il padre. Ottimo il Cast, i ragazzi e quelli che interpretano i genitori di Dito. Consigliato.
pagina 2 di 4
(7.5/10)
