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Le mele di Adamo

Opinioni presenti: 28
Media Voto: Media Voto: 9 (9/10)

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La forza delle fede e dei miracoli

(8/10) Voto 8di 10

Ivan, il pastore protstante che accoglie nella sua piccola comunità ecclesiale, individui sbandati e senza più un centro, ha una profonda convinzione (irrazionale) sul potere salvifico della fede. Al di sotto, c'è la convinzione - quasi delirante - che Dio stia sempre e comunque dalla sua parte e che dunque nessun male potrà mai toccarlo. In maniera quasi surreale egli porta avanti qullo che crede essere il disegno di Dio. In realtà attraverso questa scissione così netta tra bene e male, egli tiene lontano il male da sè stesso, negando il dolore per la morte della moglie (avvenuta anni prima), minimizzando - sino a non vederli - i gravi disagi del figlio portatore di handicap, credendo che gli sbandati che gli sono stati affidati facciano dei progressi sulla via della redenzione (mentre non è così), persino tenendo a bada contro ogni evidenza clinica il tumore che gli cresce dentro la testa. Ciò nonostante, questo modo surreale e grottesco di muoversi nel mondo, la sua apparente invincibilità di fronte ad ogni sventura, la sua capacità di rialzarsi da terra sempre e comunque, fanno di lui un personaggio carismatico capace di svolgere una funzione di guida ecatalizzatore di trasformazioni. Adam, neonazista convinto e per nulla disposto a redimersi (almeno inizialmente), riesce a metterlo in crisi: perchè, alla fine, riesce a scalfire l'assolutezza della sua fede (Il libro di Giobbe è decisivo). Tuttavia, il contatto con Ivan e con le sue salde convinzioni, l'hanno vinta sul suo scetticismo e Adam si lascia piegare al miracolo compiuto attraverso l'ultima mela sopravvissuta all'albero rigoglioso prima del suo arrivo che è tormentato da malanni ed afflizioni (i corvi, i vermi) sino al fulmine che lo abbatte. La via della salvezza, sembra dire il film, è lunga e tormentata: si può essere salvi, soltanto esercitando il proprio scetticismo, ma senza pregiudizi e a condizione però d'essere aperti e disponibili ad accettare l'evidenza delle cose. Alla fine, Adam liquiderà definitivamente la sua appartenenza al mondo neo-nazi e il culto idolatra di Hitler visto come dio e profeta, per diventare l'assistente di Ivan che peraltro, grazie al contatto con Adam, avrà stemerato la forza monolitica della sua fede. Il film rimanda a quello che avviene in alcune comunità terapeutche per individui con turbe del comportamento o com forme di dipendenza. Tuttavia fornisce anche una interessante lezione correttiva: per superare i problemi occorre prendere atto dei problemi che sono dentro di noi; non è sufficiente proporre un modo di vivere centrato sulla permanente scissione tra male e bene(il Male fuori, il Bene dentro). Occorre riconoscere il male dentro: soltanto così una fede potrà salvarci. E' il percorso di Adam e di Ivan: l'uno riuscirà a liberarsi dai suoi falsi idoli, l'altro riuscirà a stemeperare la convinzione monolitica che Dio è dalla sua parte. Entrambi attraverso questo percorso diventeranno più umani e più capaci di "aiutare".



Maurizio, 56 anni, Palermo (PA).




Molto Piacevolmente Paradossale

(10/10) Voto 10di 10

La storia paradossale,la bravura degli attori e la genialità del regista,mette questo film ai primi posti della mia classifica personale.



Carlo, 54 anni, Bologna (BO).




davvero speciale

(10/10) Voto 10di 10

Ho rivisto 'Le mele di Adamo' - ora è disponibile in DVD - e continuo a trovarlo un film 'grandioso' e geniale: riesce ad unire un registro drammatico a toni realmente comici (cosa che sanno fare solo i grandi), con convincenti tocchi noir; il tutto in una atmosfera esistenziale - filosofica - persino teologica assai ben connotata. E' chiaro che la vicenda è surreale, ma riesce a porti domande vere e 'toste'! Parecchie le scene non 'politically correct', splendidamente spiazzanti. Concordo con Gabriele sulla scena del vecchio nazi morente, praticamente perfetta. Forse un po' superfluo qualche minuto alla fine. Comunque, senz'altro il film più intriganete e stimolante della precedente stagione.



Jan, 47 anni, Palermo (PA).




sorprendente

(9/10) Voto 9di 10

guardando questo film ho capito come milioni di euro o di dollari , cosi' come molteplici effetti speciali , non sono niente davanti ad una bellissimaa storia raccontata con tutte le varie componenti della vita. p.s.un premio x gli attori veramente bravi soppratutto ivan (il sacerdote)



Giuseppe, 44 anni, Adro (BS).




Grottesco

(8/10) Voto 8di 10

L'ho visto praticamente a scatola chiusa su rai5 e posso confermare tutte le valutazioni positive che ha avuto. La storia è surreale e bisogna prenderla proprio così senza farsi troppe domande (ad es. la clinica di cura sempre vuota, nessun tutore dell'ordine per le tante sparatorie udite, il ragazzino cerebloleso che non si sa da dove provenga o chi ne abbia cura). Per il resto che dire? La crudezza di alcune immagini (il pestaggio del Don, le ferite da arma da fuoco un po' splatter, e anche il bambino cerebloleso) associata comunque a un messaggio contenente una sorta di primavera della mente che non si deve mai abbattere e subire le angherie della vita (perfettamente descritta dal povero albero di mele, incenerito dal fulmine e risorto a nuova pianticella) è stata una perfetta sintesi di pensiero un po' nordico/protestante in alcuni passaggi ma completamente condivisibile. Non perfetto, da 8 direi, ma solo perchè in qualche frangente i personaggi risultano troppo sopra le righe.



massimo, 42 anni, treviso.





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