L'ho visto praticamente a scatola chiusa su rai5 e posso confermare tutte le valutazioni positive che ha avuto. La storia è surreale e bisogna prenderla proprio così senza farsi troppe domande (ad es. la clinica di cura sempre vuota, nessun tutore dell'ordine per le tante sparatorie udite, il ragazzino cerebloleso che non si sa da dove provenga o chi ne abbia cura). Per il resto che dire? La crudezza di alcune immagini (il pestaggio del Don, le ferite da arma da fuoco un po' splatter, e anche il bambino cerebloleso) associata comunque a un messaggio contenente una sorta di primavera della mente che non si deve mai abbattere e subire le angherie della vita (perfettamente descritta dal povero albero di mele, incenerito dal fulmine e risorto a nuova pianticella) è stata una perfetta sintesi di pensiero un po' nordico/protestante in alcuni passaggi ma completamente condivisibile. Non perfetto, da 8 direi, ma solo perchè in qualche frangente i personaggi risultano troppo sopra le righe.
guardando questo film ho capito come milioni di euro o di dollari , cosi' come molteplici effetti speciali , non sono niente davanti ad una bellissimaa storia raccontata con tutte le varie componenti della vita.
p.s.un premio x gli attori veramente bravi soppratutto
ivan (il sacerdote)
Il film parte da un inizio scontato, un ex nazista che deve completare il proprio percorso di pena presso una comunità religiosa in Danimarca. Ma man mano che la trama si rivela, c'è molto di più. Ognuno degli ospiti della parrocchia non ha la benchè minima speranza di liberarsi del disturbo o della colpa che lo ha condotto fin lì, ma questo non preoccupa affatto il reverendo, vero protagonista della storia, che continua imperterrito a condurli attraverso un percorso di espiazione e miglioramento di se stessi attraverso un obbiettivo che ciascuno deve porsi da sè, e perseguire con l'aiuto degli altri.Il nostro ex detenuto ha come scopo quello di fare una torta di mele, cogliendo i frutti di un albero preente in giardino. Ma contro l'albero si abbattono continue calamità, dall'assalto dei corvi a una tempesta che finisce con l'abbatterlo incendiandolo. L'albero è in realtà la raffigurazione del reverendo, che porta avanti la propria missione nonostante le mille disgrazie che si sono abbattute ulla sua vita.Il moderno Giobbe riesce a vedere ogni difficoltà come una prova a cui Dio lo sottopone, e risponde con sempre più zelo nella sua missione di fede.Il suo destino è però parallelo a quello dell'albero, e il fulmine che lo abatterà sarà proprio il gesto del detenuto, che lo costringerà ad una presa di coscienza diversa. Gli eventi che fino ad allora si sono abattuti sul reverendo non sono altro che la dimostrazione dell'indiferenza di Dio nei confronti dei suoi figli. Nel momento in cui il reverendo ascolta queste parole, tutto il castello di forza e coninzioni su cui aveva fondato la propria sopravvivenza e quella della comunità svanisce, ed egli stesso si lascia sopraffare dal male incurabile che da tempo albergava nel suo cervello senza alcun sintomo.Sarà il detenuto alla fine a rivoltare la situazione, e la chiave di tutta la storia si rivelerà la capacità dei due protagonisti di recuperare il poco rimasto e di farne un miracolo. Non è un film, è una carezza. lo consiglio a tutti, bambini, adulti e anziani, credenti e non.