se fosse durato tre ore.
Mi spiego meglio: mi è sembrato di stare di fronte a qualcosa di fatto in fretta. Si è voluta mettere troppa carne al fuoco, troppi temi importanti e non sufficientemente sviluppati. Senza nulla togliere all'interpretazione di Benigni - strepitosa come al solito - e alla freddezza della Braschi - va bene che è sua moglie, la deve far lavorare, ma rovina tutti i suoi film - il film ha deluso le mie aspettative. Stupendo il tema centrale, l'amore oltre ogni difficoltà, grandiose le scene comiche, sempre quell'immancabile vena di ottimismo e spensieratezza dell'eterno Pinocchio, ma veramente... cosa c'entrava la relazione con la bionda Nancy? Ha forse interferito nel rapporto tra lui e Vittoria? No, poteva essere benissimo eliminata... o sviluppata ulteriormente. La guerra in Iraq? E' stata forse approfondita a dovere? Davvero di un'atrocità così grande e attuale l'unico risvolto sul film poteva essere la carenza di mezzi per gli ospedali? Era davvero necessario piazzarcela come sfondo? Benigni pensava forse che un'altra volta sarebbe bastata solo la guerra per assicurarsi un facile successo al botteghino? Anche qui, avrebbe potuto benissimo essere eliminata. O sviluppata ulteriormente. Il suicidio di Fuad? Cosa c'entra? Forse sono io che non ho saputo cogliere, ma non mi sembra che la psicologia di questo personaggio sia stata abbastanza approfondita per lasciar pensare che avrebbe potuto suicidarsi. Avrebbe potuto benissimo essere eliminato. O sviluppato ulteriormente.
Insomma, troppi temi importanti, tutti troppo poco sviluppati.
Bellissimo invece il finale, lui che passa avanti e indietro dalla casa di Vittoria in attesa di qualcosa che lei non sa dargli, forse non trovando le parole giuste per esprimere le sue emozioni... insomma... sono molto incerta sul voto. Forse un 8, ma tutto a Benigni.
Visto ieri sera la prima volta in tv, non riuscivo a tenere gli occhi aperti per la stanchezza della trama e delle battute, una boiata pazzesca (benigni ormai bollito e stracotto, e non da adesso)
un film inutile, cerchiobottista: da un lato si ambienta in irak per accattivarsi i "pacifisti" anti-usa, dall'altra si fa vedere che questi soldatacci americani sono brava gente, per non giocarsi il mercato usa. Disastrosa, come al solito, la Braschi. Insomma come direbbe Fantozzi:
una ca**ta pazzesca
Scagli la prima pietra chi non ha pianto durante tutto il monologo di Benigni che chiede al farmacista di trovare un rimedio, uno qualsiasi, per salvare la sua donna.
Scagli la seconda pietra chi non ha riso almeno 10 volte.
Scagli la terza pietra chi, pur non avendone dimestichezza, è uscito dal cinema amando la poesia.
Scagli la quarta pietra chi non ha vissuto la sensazione di amarezza e tristezza di un paese in guerra (così come quello di un campo di concentrazione) per la prima volta con grande intensità ma senza angoscia, con la sensazione di lucidità all'interno di una favola conosciuta.
Scagli la quinta pietra chi un regista come Benigni non se lo porterebbe in tasca.
Scagli la sesta, settima, ottava, nona, decima pietra chi non dà 10 punti a questo film.
Ho visto la sala piena di bambini, a me non era venuto in mente che potesse essere un bell'insegnamento all'amore, alla generosità, all'altruismo. Ci porterò mia nipote, intanto ho portato mia madre di 90 anni...
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(7.5/10)
