Non era la prima volta che il britannico Roland Joffè riproponeva la Storia. Già due anni prima aveva diretto 'Urla Del Silenzio', raccontando con impressionante realismo il genocidio dei Khmer Rossi, durante la loro dittatura in Cambogia. Qui si cambia decisamente genere e stile. 'Mission', Palma d'Oro a Cannes nel 1986, è un film notevole per la messa in scena fastosa, ma ugualmente emozionante specie nella sequenza finale, che conclude in modo drammatico la lotta della Storia. Non poca parte nella riuscita della pellicola hanno le interpretazioni di Robert De Niro, bravo nel rendere credibile il miracoloso pentimento del feroce mercenario Mendoza, e l'ottimo Jeremy Irons, straordinario nella parte di Padre Gabriel, in una delle sue più belle recitazioni. Un film visivamente maestoso, che la fotografia (Oscar del tutto meritato) ci restituisce in tutta la loro primitiva innocenza il popolo del Guaranì. Una fotografia nostalgica che nello stesso tempo documenta e dipinge un mondo che vive già nella memoria. Bellissima la sequenza in cui Mendoza-De Niro trascina il pesante fardello di un passato violento, da cui non vuole e non può liberarsi ma che poi si lascia andare in un pianto liberatorio abbracciato da padre Gabriel-Irons nella scena più toccante forse dell'intero film. Ma non si può non parlare di 'Mission' senza citare la musica di Ennio Morricone. Una musica che, con melodie semplici ma trascinanti, avvolge gli eventi narrati e che ad essa è affidato il compito di trasportare il sentimento di un'umanità.
Bello sto film della coppia de niro irons,,storia emozionante e triste,,,la colonna sonora rende il film ancora piu' bello grande ennio morricone......cult anni 80'
Luca 26 anni Genova, perché il tuo commento non dovrebbe essere pubblicato, scusa?
a parte questo, penso che siano state fraintese un paio di cosette: questo è un film, un episodio romanzato, non un documento storico, anzi la contestualizzazione in un determinato momento storico mi sembra solo il pretesto per presentare la grande tematica del film: la concezione di Dio e della Fede, come è stato detto da qualche bel commento prima del mio. Niente in questo film moralizza o assume l'istituzione Chiesa a portatrice di pace e amore tra gli indios americani per tutta la durata della colonizzazione, e specificarlo mi sembra addirittura assurdo, dal momento che è centrale la lotta tra gli indios e i gesuiti da una parte, e le istituzioni (stato e Chiesa) dall'altra. Qua si parla di due uomini (uno prete, ma è assolutamente irrilevante) e l'altro guerriero, capaci di una grande Fede che, come la scena delle loro rispettive cadute riassume potentemente, va ben oltre i mezzi per cercarla e dimostrarla.
Senza ombra di dubbio questo è il film + bello che abbia mai visto in tutta la mia piccola vita!!! la fotografia non meritava solo il golden globe ma molto di +!!!x non parlare della fotografia!!! sembrava essere propio lì in quell'epoca. mi sembrava di trovarmi li a scalare anche io le grandi cascate!!!e gli attori fantastici(de niro e irons, anche se di questi due era il primo film che vedevo)il film ha ricevuto la "palma d'oro"al festival di cannes e l1oscar x la fotografia ma a mio parere meritava molto molto molyo di +. penso quelle ragazzine di 13 e 14 anni non sanno apprezzare il grande cinema...ciao ragazzi!!! lorenxo ti amo. mi prometti che non mi lascerai mai???
Complimenti al commento di Alessandra di Savona. Ha scritto quello che a me non è riucito formulare a parole. È vero, è un ottimo film sulla fede e Dio, dei pochissimi che esistono sul tema. Per me viene secondo solo a Andrej Rublov di Tarkovski. In entrambi vengono messi in evidenza due figure: quella del sacerdote e del guerriero in Mission, quella dell'uomo d'azione e del contemplativo in Andrei Rublov, per far capire come in realtà siano un'unica realtà spirituale, che nella vera fede si fondono e ti portano a scoprire l'amore, la potenza e la bellezza di Dio.
Trailer italiano (it) per Kina e Yuk - Alla scoperta del mondo (2023), un film di Guillaume Maidatchevsky con Benedetta Rossi, Virginie Efira, Veronique Boileau.