Lars Von Trier è certamente un genio, un genio spietato, duro e disincantato che tratta i suoi protagonisti con una ferocia che però somiglia tragicamente a quella che possiamo ritrovare nella vita.
Lars Von Trier è anche un intellettuale che si interroga profondamente sul confine tra il bene e il male e la risposta non è così scontata come può sembrare:ha senso la nostra vita su questa terra o siamo prigionieri del caos assoluto? Meglio essere buoni o malvagi?Chi si sacrifica per gli altri viene premiato?
Nel sondare questi dilemmi racconta le miserie dell'essere umano e le qualità più elevate che l'uomo sa tirar fuori nel momento della disperazione.
E dunque quante qualità può possedere l'animo disperato di una povera stupida incompresa da tutti?
Detto così "stupida" pare un brutto epiteto, ma riflettendo Lars predilige come protagoniste donne sfortunate(vedi dancer in the dark o gli idioti), considerate stupide da tutti, ma che in realtà hanno una grande sensibilità: fragili perchè incapaci di vivere secondo le consuetudini materiali, ma entusiaste e piene d'amore e coraggio.
Il regista le sberleffa, le schernisce, le martirizza ma da quest'opera nasce la tensione della vicenda, la profondità dei sentimenti che fanno delle sue eroine dei personaggi vicini alla figura di Gesù Cristo.
La dimensione religiosa è sempre presente, il regista è molto critico su questo argomento, non a caso la protagonista di questo film si fa forza (seppur nella sua malattia mentale)imitando la voce di un Dio severo che non esiste se non nella sua mente, e le campane alla fine hanno un chiaro intento ironico che stanno a significare l'inutile sacrificio della donna morta per amore di un uomo che l'ha solo usata per guarire...e che in amore non l'ha saputa eguagliare.
In fondo questa è una denuncia contro la natura stessa a proposito della condizione femminile :la donna è chiamata a dare la vita e a dare amore e protezione in un mondo pieno di opportunisti e di egoisti...
La chiesa in generale ci fa sempre una pessima figura, un sistema di valori lontano dalla verità delle cose che serve solo per imporre supremazie in questo caso degli uomini sulle donne, dei praticanti contro i peccatori ecc ecc
Concludendo il film è spettacolare per ambientazione, per la freschezza della regia e per l'appassionata interpretazione di Emily Watson, senza di lei il film perderebbe molta della sua intensità : una grandissima prova di talento!
.è tardi e sarò breve..'Le onde del destino' è sicuramente una buona opera d'arte.tutto il dolore che contiene, e tutto quell'amore infinito, nella sua forma più pura e al contempo così estrema da toccare il tracollo..
Bessie(un'incredibile Emily Watson brava da far paura)riesce a impaurire lo spettatore, tanta è la sua ingenuità e purezza..così come impauriva il mondo che la circondava, quella prigione di moralismo asfissiante e ipocrisia che la voleva morta(e neppure seppellibile..).Incredibile quanto faccia riflettere questa pellicola, che mette in scena una Scozia delle migliori con una fotografia volutamente sporca dal regista..
Vedetelo, vedetelo e rivedetelo...a fine film se non sarete commossi quanto meno sarete indignati. Col mondo.
L'amore c'è...
Rammentando il giudizio di un noto critico, questo film ti mette un cappio al collo. E' una delle rappresentazioni più laceranti dell'amore e dei suoi estremi, ma allo stesso tempo racconta anche le devastazioni del bigottismo religioso. In questa prospettiva la protagonista è una sorta di martire paradossalmente laica, che riscrive i confini di ciò che è aldilà del bene e del male. Un film che rimane viva dentro a lungo.
Un film lungo e bello, che non si dimentica, specie per la grande interpretazione e gli occhi della protagonista. Il regista usa immagini sporche, che è facile criticare, ma che in fin dei conti non stonano con la storia: una commovente storia d’amore e di religione. Ma più che di religione direi di assurde credenze, di condizionamenti inaccettabili che purtroppo, forse non hanno solo persone con problemi mentali. Poi c’è il destino con le sue beffe e il suo scorrere al di là di tutte le convinzioni come il fiume sotto al ponte. C’è la paura e l’illusione di poterlo controllare facendo questa o quella cosa. C’è comunque la “bontà” e la dedizione di Bess, la speranza. C’è l’essere umano con le sue debolezze e grandezze, Dio, gli uomini giudici sulla terra che ammettono o escludono, l’amicizia e la cattiveria umana. C’è Bess che aspetta, che sa che dovrebbe essere paziente, un invito a fortificarsi, a non pretendere tutto e subito. C’è l’onda, in una bellissima inquadratura dall’alto, che la bagna mentre urla verso il mare tutto il suo dolore. Delle critche facili di sapientoni del cinema si può anche far a meno quando restano comunque significati ed emozioni che Lars Von Trier ha saputo comunicare.
Inizialmente mi era piaciuto. in effetti è molto suggestivo: gli stacchi con le canzoni anni settanata, l'ambientazione nelle ventose isole scozzesi, le domande sul senso dell'amore. poi ho osservato che, in generale, questo film è stato apprezzato dagli uomini e detestato dalle donne, penso che non sia difficile indovinarne il motivo. comunque, a distanza di anni me lo ricordo, sicuramente non è un film banale, ma discutibile sì. dopo aver visto "dancing in the dark" (che mi è piaciuto di più)mi sembra che van trier abbia proprio il chiodo fisso del sacrificio femminile.