un film vero. Poche parole per dire che questo film e' un documentario,dal realismo che esprime.
Norton e' uno degli attori piu' bravi del mondo,anche se inspiegabilmente e' poco considerato.
Il tema del razzismo e' una strana bestia,che a seconda di come la guardi puo' sembrare giusto o sbagliato.
Lasciando stare le idiozie praticate,tipo al supermercato,cio' che dice norton nel film,quando e' ancora nazista,io lo trovo giusto. Come trovo giusta la fine che fanno quelli che gli fanno attorno a casa a rubare l'auto. Ricordo che erano armati,quindi Derek,non fa' altro che difendersi da un aggressione.
Certo,poi passa il segno con la scena del marciapiede.
Ma il resto ci stava tutto,considerando che quei 3 di colore,erano andati a vendicarsi per aver perso il campo di basket in una regolarissima partita,cui anche loro avevano accettato le regole.
Peggio ancora la scena finale,dove il fratello di derek viene ucciso a sangue freddo ,per aver difeso,senza toccare nessuno,un compagno di classe.
Io credo che il messaggio di questo film non sia contro al razzismo in senso assoluto.
Personalmente,credo che di fronte ad un aggressione,chiunque deve fare lo stesso di derek.
Ci sarebbe molta meno gente che condanna le vittime innocenti,fra la gente comune.
Il buonismo e' morto e deve essere morto.
Questo film e' lo specchio assurdo della realta' e personalmente,non mi sento di dare ragione ne' ai nazi,ne' ai neri.
PARITA' DI DOVERI E DI DIRITTI.
Solo questo porta convivenza serena e rispetto.
E OGNUNO A CASA SUA.
Alla fine,e' la cosa piu' democratica del pianeta.
Tornando al film,NORTON da oscar,FURLONG,idem.
Ho già dato il mio giudizio su questo film, ma ho scoperto il finale "vero" del film, ovvero quello americano, che però in Europa non è stato trasmesso. Nel finale americano Derek, dopo l'assassinio del fratello, torna a casa e davanti allo specchio si toglie la maglietta per vedere la Svastica e si rasa i capelli. Nonostante questo ci sarebbe anche potuto stare, perché la vendetta purtroppo è un sentimento umano, sarebbe stato un po' stridente con la frase che pronuncia Derek con in braccio il fratellino Danny senza vita(qui la maestria di Edward Norton appare chiara e rende la scena indimenticabile); "che cosa ho fatto". Questa frase la pronuncia con talmente tanta disperazione, con quella disperazione che solo un uomo che si è visto sbattere le conseguenze dei suoi errori in faccia, crudeli come non mai, può provare. Quella frase testimonia la presa di coscienza da parte di Derek del fatto che la colpa per la morte del fratello è anche(se non soprattutto)sua. Quindi, se Derek fosse tornato ai suoi ideali perché Danny viene ucciso da un ragazzo di colore, quella frase avrebbe perso molto del significato che invece secondo me ha. Nonostante questo anche il finale americano sarebbe stato comprensibile, a voler significare che quando si entra in un circolo di odio, non se ne esce più. Secondo il mio modesto parere, ho preferito il finale europeo, nonostante capisca quello americano.
Proprio vero. Questa è una storia americana x, ovvero una storia come tante altre. E questo ci deve far riflettere e farci capire che questo non è solo un film, ma è una storia vera. La storia di un ragazzo disadattato che cerca conforto per la morte del padre in un ideologia perversa come quella nazista. Eppure ci fa capire come un'ideologia condannata universalmente, possa ancora attirare giovani che, come viene detto nel film, non trovano risposte. La Violenza e l'Odio di Derek, nonché quel ghigno sorridente, ma un sorriso inumano che compare sul volto di Derek al momento dell'arresto, e quello sguardo vuoto e perso di Danny... Ci fanno capire quanto questi due ragazzi fossero persi. Poi la redenzione di Derek in carcere, data dal fatto che le uniche persone che gli sono state vicine in quel momento erano di colore (il suo amico anonimo e il suo professore), e anche in seguito allo stupro subito da parte di coloro che considerava suoi amici. Scene molto toccanti sono senza dubbio quella dell'arresto, ma anche il pianto disperato di Derek dopo l'aggressione e la sua supplica di aiuto al professore, che prima considerava inferiore in quanto di colore. E poi ancora la scena della doccia, quando Derek, davanti allo specchio, si copre il tatuaggio della Svastica. Molto significativo il momento in cui i due fratelli liberano le pareti della stanza da tutti i manifesti nazisti. Ho trovato inoltre molto ironica quanto drammatica l'inquadratura del tatuaggio "white power" dopo lo stupro di Derek. Il finale poi senza dubbio, molto inaspettato quanto struggente, perché ti fa capire che odio tira solo odio, in un circolo vizioso infinito. Così, a rimetterci per gli errori del fratello è Danny, che pagherà molto caro l'odio di cui lui è solo vittima; infatti, molto struggente la frase di Derek che, con in braccio il fratello, continua a ripetersi "che cosa ho fatto".
In conclusione, un fantastico Edward Norton, un film da vedere e rivedere, che non finisce mai di insegnare qualcosa o di far riflettere sui suoi insegnamenti.
Se in italia non fossimo schiavi di una distribuzione che ci vuole ammaestrati dai soliti film-porcheria, avremmo potuto trovare, all'epoca, questo film nei cinema al posto delle pseudo-fiction italiane chiamate "cinema".
Film americano di spessore, difficile trovare un drammatico italiano che si possa avvicinare.
Da far vedere alle nuove generazioni di decerebrati.