è quasi "pornografico" nelle scene del patibolo; talmente tanto da risultare fastidioso, sicuramente molto d'effetto, ma forse anche un pò sleale. secondo me i momenti migliori del film sono quelli durante le canzoni, dove il film diventa lirico e cambia radicalmente forma(anche x contrastare lo squallore del quotidiano di selma...
un film discutibile,ma sincero.
E' il film che più nella mia vita mi ha scioccato, segnato e che più mi è rimasto dentro. L'ultimo commento è ridicolo, ovviamente è viziato dalle vicende degli ultimi anni di Von Trier e dagli ultimi film che ha fatto. Questo non può influire sull'opinione di un film uscito anni prima, di uno spessore indiscutibile e inarrivabile da chiunque, compreso lo stesso Von Trier. Da guardare senza pregiudizi e a cuore aperto.
Soltanto chi scava nella poetica malinconia del dolore può trovare giovamento in Dancer In The Dark, roccaforte dell'arte, fortezza inespugnabile della cinematografia dei nostri tempi. Questo non è nè un film nè un musical. Questo è il cinema come dovrebbe sempre essere. Inarrivabile la combinazione Bjork-Lars Von Trier. Commovente, angosciante, sfiancante, Selma è l'eroina dei nostri cuori martoriati da una vita sempre troppo ingiusta, tanto da farci immedesimare in questo personaggio caduto nel baratro della sofferenza fisica (la perdita totale della vista) e quella sociale (la condanna a morte per un delitto ingustamente commesso). In questo contesto, l'incredibile voglia di vivere esplode in tutti i suoi colori, in tutta la sua freschezza, in tutta la sua energia positiva, nonostante ella sia costretta a ballare in una zona compeltamente oscura. Capolavoro assoluto.
Raggiunto lo scopo si può anche morire senza per forza inventarsi altri tenatvii di dirsi che la vita è bella per forza. Nel suo percorso verso l'obbiettivo Selma ha dovuto a malincuore uccidere come unica scelta,fra le lacrime di chi non lo sa fare e con la mano di chi non è assassino,
avendo anche secondi per capire un disagio diverso dal suo, appartenente ad un ceto diverso ma sempre catalagato sotto la voce tormento. Il peggio è soggettivo,in ogni vita c'è un dolore ed il contrario, Selma lo Sapeva ed ha chiesto quasi scusa al suo "sceriffo" prima di segnare il suo futuro.
Immenso il film e Lars von Trier.
cordiale e lucida Selma (Biork)
Per una serata al chiaro di luna, quando c'è, perciò conviene ascoltare le previsioni del tempo, munirsi di strumentazione meteorologica etc., esclusivissimo il Cinema dei Piccoli, una capanna all'interno di Villa Borghese, una casetta di Hansel e Gretel dalle pareti di celluloide che ti catapulta in mondi extra. Extraordinari voglio intendere, tipo il paese di Selma di Dancer in the dark, possibile provincia americana, se non fosse che di punto in bianco le persone si mettono a cantare e ballare, persino alla catena di montaggio. Così il regista esprime il flusso di coscienza della protagonista, un'immigrata cecoslovacca afflitta da cecità progressiva che lavora duro, e risparmia, per l'operazione del figlio colpito dalla stessa malattia.Il sorriso di Bjork, il suo disordine nel look e nelle fughe nell'immaginario del musical americano, una fotografia pastosa, meglio reale, definita dai movimenti naturali della macchina da presa (manovrata dallo stesso Lars von Trier, cfr. i titoli di coda), sono i tratti migliori di un film strano e struggente, dura condanna contro la pena di morte.Adesso bisogna parlarne, quando il film pluripremiato è passato al circuito di seconda visione (e in un mercoledì di febbraio, nella selva romana c'erano 6 persone a vederlo), quando per il momento non è in programma nessuna mobilitazione.All'uscita una civetta (o gufo? o allocco? o quale accidenti di animale popola il parco di notte?..) lanciava il suo verso sinistro, no, da destra, io andavo dall'altro lato, c'era umidità, ma certe musiche, certe voci e certe immagini scaldavano il cuore, perlomeno ti sembra così, perchè riesci a sentirlo meglio.