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Autore Commento storico
gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 04-03-2003 00:08  
I COSTI E I PROFITTI DELLE GUERRE
di Geminello Alvi
da CorrierEconomia di Lunedì 3 marzo 2003

Stimare quanto renda un soldato morto in guerra è un calcolo sgradevole. Eppure si tratta di un criterio, non banale, che dà la maniera di capire che certe guerre abbiano reso agli Stati Uniti assai più di quanto siano costate. Come ad esempio fu per la Prima Guerra Mondiale che donò all'America strapotere finanziario sull'Europa e l'Inghilterra. Il primo luglio del 1919 furono censiti centoventicinquemila soldati degli Stati Uniti morti. Sottraendoli a quelli che su cinque milioni di richiamati sarebbero morti per dovere statistico, anche senza la guerra, le perdite ammontarono a centodiecimila. Il famoso matematico Lotka aveva calcolato a 14.250 dollari il valore di una vita umana sottraendo al valore dei redditi da essa prodotti i suoi consumi. Ma nel 1919 un altro matematico, Barriol, la stimò in ottomila dollari d'allora. Dunque un totale di 880 milioni di perdite. Un affare, in confronto ai 13.156 milioni di dollari di titoli di credito accumulati da Wall Street e dal Tesoro di Washington dopo la guerra. Ogni soldato morto rese ai patrimoni pubblici e privati americani circa quindici volte il suo costo.
Gli americani non ripeterono però questa resa elevata nelle altre quattro guerre che seguirono. Nel 1945 degli undici milioni di americani in armi era morta ancora una volta una parte esigua, se comparata alle perdite europee. Ma l'America non ne trasse un vantaggio finanziario comparabile al precedente. Invece la guerra mondiale le servì per uscire dalla depressione contro la quale il New Deal era servito a ben poco. Tra il 1939 e il 1943 il prodotto nazionale crebbe da 90,5 miliardi di dollari a 191,6 in termini nominali, del 60% circa in termini reali. Ma appunto la Seconda Guerra Mondiale non giovò altrettanto alla ricchezza netta sull'estero degli Stati Uniti. Anche perché il conto finanziario venne appesantito dal Piano Marshall e dagli aiuti con cui, va ricordato anche questo, l'Europa evitò di morire di fame. Nel 1948, senza i doni degli Stati Uniti, senza decumulodi attività finanziarie americane, nessuna nazione europea vinta o vincitrice avrebbe potuto sostenere un disavanzo con l'estero come quello che sostenne. E così pure nel 1949. Un evento sul quale i molti che vanno tanto maldicendo oggi l'America dovrebbe riflettere.
Anche perché i conti che si possono fare sulla prossima guerra all'Iraq non confortano le avversioni esibite dai pacifisti. Il ritorno ai massimi livelli della produzione petrolifera irakena implicherebbe una discesa dei prezzi di un dollaro al barile. Troppo poco per dire che la guerra si fa per il petrolio. E già nella prima guerra del Golfo la fiducia dei consumatori era crollata per riprendersi solo a guerra vinta. E i circa cento miliardi di dollari di costi di una guerra breve non gioveranno certo al bilancio americano. E lo stimolo alla congiuntura, che è venuto nell'ultimo anno dalle spese militari, non è certo di tale entità da surrogare il difetto di nuovi investimenti, che è il vero male del ciclo oggi negli Usa. In breve, questa non è una guerra dalla quale per gli americani sorgerà un vantaggio di redditocome fu per la Seconda Guerra Mondiale, né un vantaggio finanziario come nella prima. Si tratta di una guerra per ridare forma ai Paesi arabi e al Medio Oriente e l'Iraq potrebbe in futuro molto giovarsi da questo riassetto.
Per correttezza, infine, il costo di una guerra, che sarà sostenuto tutto dagli americani, dovrebbe pure riferirsi ai danni prodotti dal regime di Saddam Hussein, e dai suoi all'Iraq. La guerra con la Persia costò al Paese 450 miliardi; le sole infrastrutture perse nella guerra del Golfo 230; altri 200 miliardi sono stati gli incassi petroliferi perduti dopo di allora. A fronte di più di un centinaio di miliardi di costi americani, una parte dei quali serviranno agli aiuti alla popolazione civile, ci sono danni per circa dieci volte tanto provocati dalla dittatura di Saddam. In conclusione, i calcoli economici applicati alle guerre sono tra i più meschini, e davvero sgradevoli. Tuttavia pure essi servono alla verità e dunque rendono gli uomini più liberi. Il presidente Wilson si attendeva dalla Prima Guerra Mondiale, come anche i banchieri americani, un beneficio finanziario enorme per gli Stati Uniti. Bush no. Né, infine, si troverà come Roosvelt a vederne i benefici effetti in termini di crescita del prodotto nazionale. Questa guerra è tutta politica. A essa l'America è costretta dalla tragedia delle due Torri, e gli iracheni, dopo di essa, potrebbero ritrovarsi a vivere meglio di oggi.


Aspetto i vostri commenti. Ovviamento ho citato l'articolo perchè ha una certa coerenza



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Ponyboy scopre che giudice e udienza sono diversi da come si aspettava, che Darry e Soda provavano sentimenti che non conosceva, e che forse un certo tema non è impossibile da descrivere.

[ Questo messaggio è stato modificato da: gmgregori il 04-03-2003 alle 00:15 ]

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 04-03-2003 09:45  
Scusate, e mi rivolgo anche ai moderatori: ma che bisogno c'è di aprire 10 topic sullo stesso argomento: la GUERRA?
Non ne basta uno? In questo modo non si riesce a seguire più nulla.

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hitman

Reg.: 22 Ago 2002
Messaggi: 1010
Da: Castiglione delle Stiviere (MN)
Inviato: 04-03-2003 14:42  
Non posso far altro che condividere la tesi dell'articolo.
A parte il fatto che un conflitto, salvo casi particolarì, è assolutamente antieconomico, mi sembra stupido continuare a prendere in considerazione la storiella de "la guerra del petrolio" vecchia ormai di una dozzina d'anni.
L'intenzione americana non è volta soltanto al disarmo, ma alla cacciata di Saddam Hussein e del suo regime.
L'istituzione, in Iraq, di un governo democratico amico dell'occidente creerebbe un vero e proprio terremoto a livello politico in tutto il medioriente.
Malgrado i vicini regnanti non gradiscano molto questa ventata di novità, un nuovo governo iracheno non farebbe altro che creare una ventata di cambiamento che, presto o tardi, coinvolgerebbe tutta la zona e chissà, potrebbe anche attecchire in altri luoghi.
L'iraq, a differenza dell'Afghanstan, è una terra ricchissima, con molte infrastrutture già presenti e dalle potenzialità enormi.
Dopo la liberazione, l'Iraq, già oggi ricco di progetti e di spirito di rivincita, scoppierebbe di una nuova linfa vital che lo farebbe rialzare dalla profonda povertà in cui giace.
Si verrebbe a creare così una nuova potenza economica che rivoluzionerebbe tutto.
La vista di questo progetto è scomoda e incute molto timore agli antiquati stati limitrofi.
Ci sono numerosi rischi e problemi che dovranno venire affrontati a tempo debito, ma nonostante tutto ciò, i diretti interessati sembrano porgere un'enorme speranza in questo questo sogno di rinascita.
Una nuova ritirara da parte degli Stati Uniti sarebbe imperdonabile.
Una volta tanto si è trovato il coraggio e la volontà di agire. Speriamo che si vada a fondo, fino ad estirpare il problema.
Ne sorgeranno molti altri, ma forse avremo imparato che non è certo ignorandoli che si risolvono.
Disarmo e liberazione dell'Iraq: questo è quello che si deve fare.

P.S.

Tuttavia resta un dubbio:
riuscirà ad attecchire la democrazione anche a Baghdad, dove mai se n'era parlato prima d'ora?
Non si corre lo stesso rischio della missione in somalia nel 1992-1993?

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 04-03-2003 15:05  
quote:
In data 2003-03-04 00:08, gmgregori scrive:
Questa guerra è tutta politica. A essa l'America è costretta dalla tragedia delle due Torri, e gli iracheni, dopo di essa, potrebbero ritrovarsi a vivere meglio di oggi.




L'articolo fa semplicemente ridere e le sue conclusioni sono del tutto arbitrarie: Bush è un petroliere e lo sono tutti i componenti della sua ammministrazione.
E l'Irak è il secondo paese al mondo come riserva di petrolio.
Che l'america sia costretta alla guerra addirittura è un insulto a tutti i morti e profughi che causerebbe tutto ciò .
L'america va a braccetto con L'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi in cui le condizioni delle donne e dei diritti umani sono calpestati come da poche altre parti-di certo si vive meglio in Iraq dove c'è libertà di culto. Ma chi scrive questi articoli le sa queste cose?
Dio che boiate..


[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 04-03-2003 alle 15:06 ]

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hitman

Reg.: 22 Ago 2002
Messaggi: 1010
Da: Castiglione delle Stiviere (MN)
Inviato: 05-03-2003 21:27  
quote:
In data 2003-03-04 15:05, Quilty scrive:
quote:
In data 2003-03-04 00:08, gmgregori scrive:
Questa guerra è tutta politica. A essa l'America è costretta dalla tragedia delle due Torri, e gli iracheni, dopo di essa, potrebbero ritrovarsi a vivere meglio di oggi.




L'america va a braccetto con L'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi in cui le condizioni delle donne e dei diritti umani sono calpestati come da poche altre parti-di certo si vive meglio in Iraq dove c'è libertà di culto. Ma chi scrive questi articoli le sa queste cose?
Dio che boiate..


[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 04-03-2003 alle 15:06 ]



Ahahah!!! Questa è bella.
Si vive meglio in Iraq, dato che c'è la libertà di culto e non si calpestano i diritti umani.
Libertà di culto? Si quello del rais. "Impiccagioni e crocifissioni in piazza di ebrei con tanto di targhetta ai piedi", "migliaia di cristiani gassati e abilmente fatti sparire" non ti dice proprio niente?
Solo nel 1987/88 elicotteri e aerei da combattimento hanno attaccato un gran numero di villaggi di cristiani con bombe al Napalm. Superstiti, bambini, donne e uomini venivano fatti sparire e i paesi sgomberati dai cadaveri.
Un lavoro di pulizia impeccabile, no?

Fossi una donna, preferirei essere maltrattata, piuttosto che morire di fame e di malattia, o chissà, magari in un bel campo di concentramento.


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"Non credo in un destino che si abbatte sugli uomini indipendentemente dalle loro azioni; al contrario, credo in un destino che si abbatte sugli uomini se non agiscono."

G.K. Chesterton

[ Questo messaggio è stato modificato da: hitman il 05-03-2003 alle 21:31 ]

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