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Autore La tragedia di un uomo ridicolo
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 19-04-2010 19:35  

Metà novembre 2007. Gianfranco Fini, leader di AN, afferma che non confluirà mai nel PDL; Berlusconi è alle comiche finali, non tornerà mai più a palazzo Chigi con il mio voto, con me ha chiuso, non sono una pecora.
Qualche settimana dopo AN e tutto il gregge confluirà nel PDL.
Passano due anni, Fini ha ricevuto il contentino, la presidenza della Camera , e come Bertinotti, si sedette e lì mori.
Due anni dopo il suo ritorno all'ovile padronale si ritrova in rotta col Banana, deriso e umiliato , puntualmente escluso dai vertici direttivi , surclassato da quel Bossi che nemmeno si avvicina , in termini di consensi percentuali, alle cifre che riscuoteva AN.
L'ometto si trova così, da co-fondatore con il 30% del partito, con qualche straccio di senatore e deputato che probabilmente , pur di non perdere la poltrona, ancora una volta tornerà all'ovile dopo un tentativo di ribellione. Gasparri, la Russa e il vecchio clan sono stati comprati da un pezzo e del vecchio apparato è rimasto ben poco.
Il verticetto di questa settimana sarà un fuoco di paglia, ci sarà da ridere.

http://www.youtube.com/watch?v=ZsBp3xdaWwc&feature=related

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 22-04-2010 17:42  
Prima ha minacciato gruppi autonomi in Parlamento; poi ha dichiarato di voler creare una correntina interna; infine si rimette alla volontà della maggioranza.
Si tiene la sua poltrona sapendo di non contare assolutamente più nulla.
Però come congresso è stato molto comico ahaha

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 22-04-2010 20:06  
Il documento finale della direzione definisce "poco comprensibili e pretestuose" le polemiche, punta il dito contro "le ambizioni personali e le correnti" e riafferma fedeltà e "gratitudine" al Cavaliere. I voti contrari sono 11, contro i 20 inizialmente previsti, ma Bocchino spiega: "C'erano molti assenti, non abbiamo perso nessuno, anzi abbiamo guadagnato due ex di Forza Italia".

Ma è forse nell'epilogo il senso vero di questa giornata. "Avrei preferito che dicesse 'me ne vado' - dice in serata il Cavaliere ai suoi - invece non ci pensa proprio: vuole restare e logorarmi. Ma non ho nessuna intenzione di lasciarglielo fare e ora, con il documento approvato dalla Direzione Nazionale, abbiamo lo strumento per sbattere fuori dal partito chi non si allinea alle decisioni". Ma non basta: secondo il premier il voto al documento finale ha dimostrato che Fini ha il 6% dei consensi nel partito, quindi presto bisognerà porsi il problema di come con questi numeri possa ancora ricoprire un ruolo così importante come quello di presidente della Camera. In altre parole, Berlusconi sta studiando se e come poter davvero allontanare l'attuale presidente dallo scranno più alto di Montecitorio. Ultimo passaggio del suo ragionamento esposto ai fedelissimi: "I numeri ci sono, noi andiamo avanti a governare. E' chiaro che se non c'è la possibilità di governare si va a votare".


Sconfitta su tutta la linea. Un uomo politicamente incapace di intendere e di volere.
Del resto che mai avrebbe potuto ottenere? Ha fatto mettere a verbale che non conta una mazza. Si farà il suo partito con Casini...

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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 23-04-2010 13:25  
Ieri Fini ha avuto il coraggio, ed è la prima volta che accade in quasi due decenni, di mettere in discussione le posizioni del padrone di partito (perchè di padrone si tratta). Ha riacquistato un briciolo di dignità, almeno dal punto di vista personale.

Ciò non toglie che ciò che dici, Quilty, sia terribilmente vero: Fini in pochi anni ha detto tutto ed il contrario di tutto, con le radici ben salde ed ancorate alla nostalgia del vecchio Duce (definito grandissimo statista in più occasioni) e di tutto l'apparato, e le mani proiettate verso la destra centrista-liberal-europeista, che puzza tanto di PD.
Anzi no, oramai è chiaro che il PD è scavalcato a sinistra anche dal missino Fini, il quale si aggiunge al magistrato Di Pietro, al Montanelliano Travaglio a tanti altri bolscevichi dell'ultima ora.



[ Questo messaggio è stato modificato da: Julian il 23-04-2010 alle 13:26 ]

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TheSpirit

Reg.: 21 Set 2008
Messaggi: 3605
Da: Napoli (NA)
Inviato: 23-04-2010 13:37  
Secondo me se si dovesse staccare toglierà voti più al PD che al PdL.

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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 23-04-2010 13:39  
Il distacco sarebbe l'unica soluzione logica, se avesse veramente forza e dignità. Denunciare e prendere posizione serve a poco, se poi nei fatti l'appoggio al "padrone" non manca mai.

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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 23-04-2010 19:43  
chiedere che ci sia democrazia e che contino anche le opinioni che sono differenti da quelle della massa mi sembra una cosa assolutamente legittima e normale in ogni partito.

su questo, destra o sinistra, non si può non essere d'accordo.

il teatrino consiste nel fatto che ormai, in maniera evidente, la politica non ha problemi nel mostrare pubblicamente di volersi occupare solo dei propri scontri personali e delle lotte interne.

sicuramente l'opposizione dovrebbe farsi sentire molto, approfittando di questa fase di crisi tra berlusconi e fini.

invece paradossalmente sono loro i primi ad augurarsi che il governo tenga e che non ci siano elezioni anticipate. addirittura rinunciando ad attaccarli e invitandoli ad occuparsi di altro.

e tutto questo perchè l'opposizione non si sente pronta a governare e non sa con chi doversi alleare per governare.

ma questo non è un atteggiamento maturo.

berlusconi sicuramente non ammette di essere contestato all'interno della sua coalizione. ed è questo che gli ha procurato fastidio.

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 23-04-2010 21:27  
quote:
In data 2010-04-23 13:25, Julian scrive:
il quale si aggiunge al magistrato Di Pietro, al Montanelliano Travaglio a tanti altri bolscevichi dell'ultima ora.


Ma Travaglio non è un bolscevico dell'ultima ora, travaglio è sempre stato uno di destra e non l'ha mai nascosto, uno che crede in un conservatorismo democratico e legalitario che però in Italia non c'è mai stato ed è proprio in nome di questo conservatorismo che contrasta Berlusconi.

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sloberi

Reg.: 05 Feb 2003
Messaggi: 15093
Da: San Polo d'Enza (RE)
Inviato: 24-04-2010 01:44  
quote:
In data 2010-04-23 13:37, TheSpirit scrive:
Secondo me se si dovesse staccare toglierà voti più al PD che al PdL.



Questo è poco ma sicuro.
_________________
E' ok per me!

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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 24-04-2010 09:25  
quote:
In data 2010-04-23 21:27, quentin84 scrive:
quote:
In data 2010-04-23 13:25, Julian scrive:
il quale si aggiunge al magistrato Di Pietro, al Montanelliano Travaglio a tanti altri bolscevichi dell'ultima ora.


Ma Travaglio non è un bolscevico dell'ultima ora, travaglio è sempre stato uno di destra e non l'ha mai nascosto, uno che crede in un conservatorismo democratico e legalitario che però in Italia non c'è mai stato ed è proprio in nome di questo conservatorismo che contrasta Berlusconi.



Boh, di certo la sua scuola ha quella matrice, insomma era un allievo di Montanelli e si vede. Però i suoi scritti e discorsi sono molto meno conservatori e fascisti rispetto alle elucubrazioni del suo maestro, molto meno opportunisti, molto più riconducibili ad una sinistra riformista: ricordo ad Annozero interventi a favore dell'immigrazione tout court, giustamente dipinta come fenomeno senza cui la realtà italiana (ma direi europea) non potrebbe più sopravvivere, in termini di lavoro, di previdenza, anche sulle questioni demografiche. Il suo quotidiano prende costantemente posizione contro certo clero retrogrado e denuncia da tempo la situzione omertosa sugli abusi e sulla pedofilia. Senza contare le chiare dissertazioni sul G8 di Genova, in cui Marco ha denunciato senza timore i maltrattamenti, gli abusi e le violenze delle forze dell'ordine, ed è stato fra i pochissimi a non appiattirsi su posizioni democristiane quando non apertamente reazionarie. Anche sul caso Cucchi ha preso posizioni in maniera nitida.

Di certo, è anti-comunista nel senso in cui è ferocemente contrario ai nostalgici del regime sovietico ed a tutto il contorno: Cina, Castro & compagnia brutta. Ma su questo io, da uomo di sinistra senza se e senza ma, sono perfettamente d'accordo con lui. Ovviamente gingeremo a conclusioni diverse su molto, ma mi riesce difficile catalogarlo come uomo di destra tout-court.
Certo non è marxista, comunista o anarchico, ma mi pare riconducibile ad una concezione liberale-riformista dello stato, con particolare attenzione al tema del rispetto delle leggi vigenti. Da parte di tutti però, e senza dimenticare una norma fondamentale, quella del buon senso e del rispetto per le categorie più disagiate. Quando denuncia gli incidenti sul lavoro o la trasformazione della politica in un comitato d'affari per la grande impresa e la criminalità non è un uomo di destra.

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 24-04-2010 10:40  
Diciamo che è di una destra che in Italia non c'è e non c'è mai stata. Quel tipo di destra veramente liberal-democratica e laica, certamente filo-atlantica, ma non in maniera ottusa (travaglio ha dedicato un intero capitolo de "La scomparsa dei fatti" alle bugie di Bush sull'Iraq) che forse ha in mente Fini.

Quando Travaglio prende posizione sul caso Cucchi o sulle violenze della polizia al G8 o anche sul caso Abu Omar non lo fa certo perchè gli piacciano particolarmente i no-global o gli imam, lo fa in nome della sua etica intransigente per cui la legge deve essere veramente uguale per tutti e deve essere rispettata da tutti, in primo luogo da chi è preposto a farla rispettare quindi forze dell'ordine e politici.
Quando Travaglio difende Emergency non è perchè condivida il pacifismo integrale di gino strada, ma perchè è appunto al di fuori di ogni legalità che un governo "amico" arresti dei cittadini italiani con accuse palesemente ridicole senza nemmeno avvertirci visto che tra l'altro i nostri soldati sarebbero lì proprio a difendere quel governo.
Per lo stesso motivo Travaglio era nettamente contrario all'indulto che era sostenuto, per motivi diversi, sia dai berlusconiani che dalla sinistra moderata e radicale.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 24-04-2010 alle 10:50 ]

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Marxetto

Reg.: 21 Ott 2002
Messaggi: 3954
Da: Milano (MI)
Inviato: 24-04-2010 12:33  
Riassumendo potremmo dire che la figura di Travaglio rappresenta meglio di (poche) altre eccezioni quel giornalismo indipendente di cui in Italia è quasi scomparsa ogni traccia. Un giornalismo che snoccioli dati ed esprima punti di vista, di volta in volta, senza vivere l'ossessione di ricondurli al "filone" di una coalizione o alla linea politica di un partito. Un tipo di giornalismo, quindi, che nel resto d'Europa e non solo è normale amministrazione, mentre qui da noi viene quasi considerato eversivo. La ragione è molto semplice, del resto. Negli anni nel nostro paese abbiamo avuto fior fior di giornalisti ma sempre, o quasi, collocabili in un area di riferimento, legittimamente schierati, se così si può dire. Travaglio non ha padrini e padroni, magari ha simpatie politiche (quella per Di Pietro non è un mistero) ma non si ha mai la sensazione che risparmi scientemente critiche a qualcuno, che eviti di affrontare un determinato argomento per non calpestare i piedi a chi pur non nasconde di sentirsi più "vicino". Montanelli diceva di Pertini che non era necessario essere socialisti per stimarlo e ammirarlo. Ecco, io posso dire che non è necessario essere liberali (e io non lo sono affatto, certamente non nell'accezione economicistica) o condividere tutto quello che scrive (sulla giustizia, sul Medio Oriente, sulla sinistra extraparlamentare anni '70, ad esempio, ho idee abbastanza diverse) per apprezzare il lavoro che svolge Travaglio e altri come lui. Ce ne fossero, davvero...

P.S. Ciao Julian!

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Il mio angolo visuale

[ Questo messaggio è stato modificato da: Marxetto il 24-04-2010 alle 12:52 ]

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Marxetto

Reg.: 21 Ott 2002
Messaggi: 3954
Da: Milano (MI)
Inviato: 24-04-2010 15:13  
Su Fini ho buttato giù qualche impressione, anche se condivido già molto di ciò che ha scritto Quilty. Comunque...

Il mutante Fini

Gianfranco Fini è indubbiamente l'uomo del momento. L'uomo dello strappo inaspettato, o forse no. L'uomo della provvidenza, per qualcuno. Un politico di mestiere, un pò ingenuo ma in buona fede, secondo me, nella migliore delle ipotesi. In questi giorni, assistendo allo scontro verbale tra il nostro e Berlusconi, durante la direzione del Pdl (in realtà più una conta, o una farsa, per fugare ogni dubbio su chi comanda davvero), mi sono venuti in mente immediatamente due paragoni. Uno più strettamente politico, l'altro insolitamente cinematografico. Di primo acchito, pensando al recentissimo passato della parte formalmente avversa (il Pd) ho pensato che la posizione in cui si ritrova oggi Fini è molto simile a quella in cui si è trovato Rutelli non più di qualche mese fa. Entrambi erano i leader riconosciuti e (chi più chi meno) carismatici dei rispettivi partiti di appartenenza: AN e la Margherita. Entrambi in una certa fase hanno deciso di annettersi, rinunciando alle proprie indentità (quella post-fascista da un lato e quella cattolica dall'altro), a Forza Italia e ai Ds. Una scelta inevitabile, si disse allora, nella prospettiva bipolare, bipartitica, bistoca..o, ehm ehm. Insomma, per contare nel paese, per allargare la propria influenza e risolvere i problemi di governabilità, sembrava fosse diventata irrinunciabile l'idea di mescolare (nascondere, cancellare?) radici storiche e culturali originariamente antitetiche. Questo anche con l'obiettivo di emarginare, come in effetti per certi versi è successo, le cosiddette ali estreme. Ci volle poco, però, nel caso di Rutelli, per rendersi conto che all'interno del Partito democratico, se non altro per una questione numerica, di consenso nel paese, gli apparati degli ex Ds stavano prendendo rapidamente il sopravvento e che sul tema laicità, forse l'unico in cui tra gli schieramenti esistevano ed esistono ancora sensibilità marcatamente distanti tra loro, cominciavano a crearsi attriti difficilmente ovviabili. Di qui, l'ennesimo smembramento, l'uscita dal partito per dare il via al piccolo agglomerato di Alleanza per l'Italia, l'urgenza di ritrovare una propria autonomia. Fini in un certo senso è caduto nella stessa trappola, con Berlusconi, solo che visto il referente, nel suo caso, la "partita" si fa molto più complicata. In un groviglio di imprudenze (il famoso fuori onda) e ambizioni premature (è evidente da anni la sua volontà di proporsi come successore alla leadership del Centro Destra), ha finito per scontrarsi con una realtà che gli ha chiuso le porte in faccia al primo cenno di frizione, al primo impeto di confronto democratico, quando non di vera e propria conflittualità. Ecco allora che non so perchè (forse sono pazzo), mi è venuto in mente un passaggio della sceneggiatura del Signore degli anelli di Peter Jackson. Ho pensato che a Fini, prima di prendere la decisione di entrare a capofitto nell'esperienza del Pdl da cui con tutta probabilità uscirà mestamente e con le ossa rotte, sarebbe convenuto avere un consigliere come Gandalf. Quel Gandalf, per intenderci, che avvertiva Saruman del rischio che correva nel volersi alleare con l'oscuro Sauron perchè, sosteneva credo nel primo film della saga, Sauron è uno che non divide il potere. Ecco, Berlusconi non divide e non dividerà mai...il potere. A maggior ragione con qualcuno che questo potere è intenzionato a metterlo in discussione. E' disposto a rispettare i suoi alleati fedeli (alla Lega, già perdonata una volta, è ormai concesso di tutto), ma mai e poi mai potrà accettare che un esponente di spicco del suo impero gli faccia le pulci in casa o peggio possa pensare anche solo lontanamente di fargli le scarpe. I fischi riservati dalla stragrande maggioranza della pleatea della direzione del Pdl a Fini questo stanno a dimostrare. L'insofferenza sul volto del Presidente nel Consiglio nel momento in cui lo stessi Fini parlava, ragionevolmente, di temi come immigrazione e giustizia, o quando sferrava pesanti critiche indirizzate alla Lega, dava il polso di un'atmosfera surreale in cui per la prima volta, da quando nacque Forza Italia, il sovrano veniva criticato apertamente dall'interno. Qualcosa a cui quei dirigenti, quell'elettorato, erano completamente disabituati e cui non hanno alcuna intenzione di abituarsi. Quanto detto, naturalmente, attiene alla forma. E sempre rimanendo nell'alveo della forma devo riconoscere a Gianfranfo Fini un coraggio inusitato, per quello che ha fatto. Abbandonando però la forma ed entrando invece nel campo del merito politico devo dire che personalmente sono convinto da tempo, da quando cioè i "finiani" hanno cominciato a lanciare una tantum evidenti segnali di smarcamento, che quel drastico cambio di rotta su tutta una serie di contenuti (perchè Berlusconi ha ragione da vendere quando sostiene che la Lega non ha fatto altro che interiorizzare con maggior efficacia le tesi che sull'immigrazione erano anche dell'An capitanata da Fini) sia più che altro utile a completare quella fase di trasformazione - obbligata - che auspicabilmente dovrebbe portare, ma solo con la scomparsa politica di Berlusconi, alla creazione di una destra italiana civile, rispettabile e proprio per questo, almeno inizialmente, molto minoritaria, lontana parente cioè di quella reazionaria e sguaiata che governa il paese attualmente e che ha obnubilato buona parte dell'elettorato italiano. Una destra riconoscibile e di stampo europeo, da combattere sempre e comunque ma della quale non doversi necessariamente vergognare.

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[ Questo messaggio è stato modificato da: Marxetto il 24-04-2010 alle 22:10 ]

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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 24-04-2010 21:21  
quote:
In data 2010-04-24 12:33, Marxetto scrive:
la figura di Travaglio rappresenta meglio di (poche) altre eccezioni quel giornalismo indipendente



e aggiungo ben documentato.

---------------

certo che sarebbe paradossale vedere fini confluire in un partito con rutelli, casini e montezemolo. da fascista dell'msi a (ufficialmente) ex fascista a infine centrista.

[ Questo messaggio è stato modificato da: dan880 il 24-04-2010 alle 21:22 ]

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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 25-04-2010 09:44  
quote:
In data 2010-04-24 12:33, Marxetto scrive:
Riassumendo potremmo dire che la figura di Travaglio rappresenta meglio di (poche) altre eccezioni quel giornalismo indipendente di cui in Italia è quasi scomparsa ogni traccia. Un giornalismo che snoccioli dati ed esprima punti di vista, di volta in volta, senza vivere l'ossessione di ricondurli al "filone" di una coalizione o alla linea politica di un partito. Un tipo di giornalismo, quindi, che nel resto d'Europa e non solo è normale amministrazione, mentre qui da noi viene quasi considerato eversivo. La ragione è molto semplice, del resto. Negli anni nel nostro paese abbiamo avuto fior fior di giornalisti ma sempre, o quasi, collocabili in un area di riferimento, legittimamente schierati, se così si può dire. Travaglio non ha padrini e padroni, magari ha simpatie politiche (quella per Di Pietro non è un mistero) ma non si ha mai la sensazione che risparmi scientemente critiche a qualcuno, che eviti di affrontare un determinato argomento per non calpestare i piedi a chi pur non nasconde di sentirsi più "vicino". Montanelli diceva di Pertini che non era necessario essere socialisti per stimarlo e ammirarlo. Ecco, io posso dire che non è necessario essere liberali (e io non lo sono affatto, certamente non nell'accezione economicistica) o condividere tutto quello che scrive (sulla giustizia, sul Medio Oriente, sulla sinistra extraparlamentare anni '70, ad esempio, ho idee abbastanza diverse) per apprezzare il lavoro che svolge Travaglio e altri come lui. Ce ne fossero, davvero...

P.S. Ciao Julian!

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[ Questo messaggio è stato modificato da: Marxetto il 24-04-2010 alle 12:52 ]



Ciao!

Sono d'accordo. Travaglio difende no-global o l'Imam non per particolari simpatie nei confronti di queste categorie, ma lo fa, senza se e senza ma, senza timori di essere etichettato come comunista. Non è cosa facile.
Neanche io provo troppa simpatia per il movimento no-global, peraltro già disgregatosi praticamente. Ma su Genova 2001 la penso come lui, e dirlo apertamente (per lui) non è facile: al contrario, praticamente tutte le forze politiche ad eccezione dei diretti interessati di Rifondazione fecero fronte comune contro i "manifestanti violenti". Da Casini a Fini al centro-sinistra, chi più chi meno. Anche davanti ai fatti emersi negli anni seguenti (praticamente un accordo per aggredire i manifestanti e scatenare tutto l'ambaradan), tutti hanno negato e preso solo le difese delle forze dell'ordine: allinearsi sarebbe stato molto più facile. Travaglio non l'ha fatto, e come giustamente dici non per simpatia verso i no-global.
Questo gli fa onore.

Sull'immigrazione dice cose molto più coraggiose del perbenismo del PD, che si fonda di fatto sul rispetto "peloso" che è dovuto ai "diversi", che però devono restare diversi ed in posizione subordinata, anche se "compatiti". Lui si schiera in modo molto più netto. Anche sulla politica-affari: le sue denunce non sono semplici nè comode. Per questo non me la sento di etichettarlo come uomo di destra: io direi uomo di centro-sinistra moderato. Che di fatto però, anche sulla guerra in Iraq, ha assunto posizioni molto più nitide rispetto al centro-sinistra opportunista.

A me questo interessa: che poi politicamente non sia certo affine al sottoscritto mi importa poco, mica devo votarlo.

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