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Autore quando la politica vuol dire "democrazia in pericolo"
dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 03-12-2007 15:44  
Russia, Venezuela e Italia sono forse diventati, in pochi giorni, l'esempio più chiaro di come lo scenario politico si sta trasformando a livello mondiale. e di come si cerca sempre di più di arrivare a forme di governo pericolosamente presidenziali, con pochi poteri concentrati.

-Russia: la campagna elettorale si è conclusa e il partito di vladimir putin, russia unita, ha ottenuto il 63% dei voti. ci sono naturalmente altri partiti che hanno concorso alle elezioni: ma la legge elttrale che è in vigore è studiata in maniera tale da assegnare la maggioranza al partitone che si dimostra accentratore. il partito comunista russo e l'unione liberaldemocratica di destra, pur potendo contare (se non erro) su una soglia di sbarramento del 7% (che mi pare hanno cmq superato) ottengono in totale pochi voti e vengono praticamente spazzati via sia da russia unita sia da altri due partiti che accedono al comando perchè collegati cmq a putin.

quindi in realtà putin si porta a casa come voti molto più di quanto russia unita ha singolarmente ottenuto.

si sono però verificati moltissimi brogli a quanto pare. e sia i leader politici di destra che quelli di sinistra hanno denunciato gravissime irregolarità.

personalmente sono convinto che dei brogli di sicuro ci sono stati: in questi ultimi tempi, alla scadenza del voto, si sono verificati molti episodi allarmanti: azioni feroci contro frange di oppositori al partito di putiin e "finanziamenti" elargiti a cittadini per garantire i voti a russia unita.

in uno scenario così, se i leader politici non allineati a putin parlano di elezioni molto antidemocratiche c'è da riflettere attentamente.

e i discorsi tra comunismo ed ex comunismo urss quì non c'entrano niente:
per fare un paragone all'italiana, putin è un riformista fintamente di sinistra.

i suoi programmi politici si concentrano sulla difesa militare e su rinnovamenti economici.

oggi il suo partito è molto appoggiato dalle classi aristocratiche.

il discorso quì non è dunque ideologia sì ideologia no: di ideologie anche in russia non ce ne sono più.

c'è solo un partitone forte che vuole portare avanti una politica presidenziale, eliminando le opposizioni.

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-Venezuela: è stato proposto al popolo di decidere se accettare, attraverso un referendum, l'entrata in vigore di una nuova carta costituzionale.

tra i punti principali della nuova costituzione ce ne erano due, soprattutto:

un rafforzamento dei poteri esecutivi del rappresentante del governo e l'estensione del diritto di voto anche ai 16enni (non ricorda qualcosa questa novità?: ma certo, le primarie italiane del partito democratico, lo scorso 14 ottobre. con i 16 enni che già potevano votare).

in questo caso, fortunatamente, il potere politico non ha avuto partita vinta:
la maggioranza degli elettori venezuelani si è mostrata contraria a questi cambiamenti.

una sonora sconfitta per i pericolosi sostenitori del presidenzialismo.

pur con una sconfitta, cmq resta il problema:
il problema di una tendenza generale al rafforzamento dei poteri.

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-Italia: walter veltroni e silvio berlusconi si stanno praticamente accordando, in gran segreto, per studiare una legge elettorale che permetta a due soli leader politici di ottenere la posizione di comando sullo scenario politico.

un sistema presidenziale che permetta di assegnare la maggioranza effettiva a uno dei due partitoni sulla scena, eliminando via tutti i partiti non allineati programmaticamente e unitariamente all'uno o all'altro.

contemporaneamente, per poter ottenere uno scenario tutto all'americana, si lavora alle riforme istituzionali: eliminazione di una delle due camere (il senato diventa senato federale), rafforzamento dei poteri del premier e del suo esecutivo in carica.

si direbbe una vera e propria bomba a orologeria: innescare, al momento opportuno (magari dopo una crisi del governo prodi, auspicata anche da veltroni in realtà), un cambiamento totale della politica italiana. che rafforzi il comando dei soli partitoni accentratori, togliendo di mezzo i partiti minori o le piccole federazioni e diminuendo la pluralità democratica delle espressioni parlamentari, facendo subito passare leggi blindate che portano avanti le riforme di mercato.

tutti i partiti che non hanno aderito ne al pd ne al ppl, sia a destra che a sinistra, hanno capito il gioco: e iniziano a preoccuparsi. a criticare. a chiedere urgentemente chiarimenti. (la lega:"del ppl non ce ne frega niente"; udeur:"aria di inciuci"; i verdi:"urge un chiarimento nell'unione"; sd:"è inaccettabile una scena politica rappresentata solo da due partitoni").

tanto che lo stesso prodi non ha potuto nascondere le sue impressioni, comunicando implicitamente a veltroni che il governo deve restare in carica fino al 2011 e che non si deve tramare furbescamente per capovolgere tutto e impadronirsi della scena.

lo stesso berlusconi ha dichiarato: "io e veltroni abbiamo comuni obiettivi. sono contento che il pd vuole riforme istituzionali che abbiamo introdotto noi per primi e che fin'ora erano state sempre criticate" (è ovvio che berlusconi si riferisce in particolar modo al rafforzamento dei poteri del premier).

la politica presidenziale è sempre un pò "pericolosa".

tanto più per come si prospetta adesso in base a questi cambiamenti europei.

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