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il capitalismo italiano visto dagli economisti |
dan880
Reg.: 02 Ott 2006 Messaggi: 2948 Da: napoli (NA)
| Inviato: 21-04-2007 10:59 |
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è emerso un quadro molto deludente dalle opinioni espresse ieri da molti economisti italiani sul sistema capitalista italiano.
il sistema delle imprese è stato sottolineato come: clientelare, nepotistico, gerarchicamente piramidale e tendenzialmente monopolista.
in poche parole in Italia, di questo passo, è difficile che si faccia un vero capitalismo equo che tenga conto delle garanzie dei consumatori e dei lavoratori.
ci sono pochi, potenti gruppi di imprenditori che trasmettono i loro poteri e i loro controlli sulle attività di mercato a chi ha appartenenze economico-politiche forti o ppure ricorrendo al classico sistema a stretta trasmissione familiare.
il sistema gerarchicamente piramidale comporta un autoritarismo conservatore e, non ultimo, anche le tendenze monopolistiche contraddistinguono il sistema.
ci sono infatti tanti medi e piccoli imprenditori che, pur magari avendo alcuni mezzi e ottime capacità, non riescono a imporsi sul mercato, ostacolati dai pochi gruppi potenti estesi che vogliono mantenersi a galla sovrastando gli altri.
quest'ultimo aspetto non è trascurabile: perchè non tiene conto di una regola fondamentale del vero capitalismo, cioè la vera concorrenza e competitività.
del resto la battaglia dei potenti e delle categorie più protette, contro le liberalizzazioni ne è un esempio:
le liberalizzazioni impongono un sistema di mercato autenticamente concorrenziale e competitivo, con garanzie per i consumatori.
a questo c'è da aggiungere il discorso tasse: evase perchè la mentalità dell'imprenditore italiano è magnare senza scucire.
questa è stata la radiografia fatta dagli economisti italiani.
gli imprenditori invece affermano che in Italia c'è un clima anti-imprese, che se le cose vanno male la responsabilità è dell'eccessivo statalismo mentre se le cose vanno bene(il tesoretto ricavato dalla lotta alla loro evasione) il merito è delle capacità produttive dell'impresa e per questo reclamano tutto il tesoretto.
il capitalismo tout court non è mai una soluzione utile ma ancor di più non è utile se si parla di capitalismo italiano. |
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ipergiorg
Reg.: 08 Giu 2004 Messaggi: 10143 Da: CARBONERA (TV)
| Inviato: 21-04-2007 11:48 |
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MARQUEZ
Reg.: 23 Feb 2006 Messaggi: 2117 Da: Firenze (FI)
| Inviato: 21-04-2007 11:54 |
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quote: In data 2007-04-21 11:48, ipergiorg scrive:
capitalismo equo? Mi pareva fosse in discussione il fatto che qui non c'è vero e proprio capitalismo. In particolare per certe commistioni con la politica. Vedasi Fiat per esempio, quante perdite sono state ripianate coi soldi dello stato? E perchè lo stato italiano muove una quantità di soldi impressionante ed è quasi scontato che il furbone la spunti sempre.
| infatti c'è molta commistione tra politica e economia perché ci si ostina a far fare ai soliti politici 10-15 legislature di fila. si creano amicizie con i potenti della finanza e il resto si è capito.
però va anche detto che per quello cge fa comodo agli imprenditori eccome se esiste capitalismo: si veda la precarietà, l'esagerata mobilità del lavoro, la chiusura di fabbriche che se ne vanno in cina. questo è capitalismo.
_________________ «E' vietato fare la cacca per terra, giusto? Bene, la pubblicità è come la cacca: puzza e fa schifo…».
Piergiorgio Odifreddi |
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dan880
Reg.: 02 Ott 2006 Messaggi: 2948 Da: napoli (NA)
| Inviato: 21-04-2007 12:07 |
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il discorso sulla ingerenza della politica nel capitalismo italiano, criticata anche dall'ambasciatore Usa(anche se la critica è furba, perchè gli americani vorrebbero con i loro investimenti mettere più controllo sul sistema economico italiano) è un discorso particolare.
agli imprenditori l'ingerenza politica dà fastidio perchè si sentono troppo legati a interessi che provengono dalle realtà politiche.
l'ingerenza politica, infatti, non va confusa con "statalismo", che è un altro discorso.
anche perchè l'ingerenza della politica nel sistema imprenditoriale italiano è una realtà che va avanti da molti anni, e non solo da quando, dal '96 in poi, sono saliti al potere governi di centro-sinistra.
l'ingerenza sta per interessi politici ed economici molto legati per motivi di interesse privato, non pubblico: non è lo Stato che controlla il privato per non fargli ledere diritti di consumatori e lavoratori.
è la politica che controlla strettamente i centri di potere dell'imprenditoria italiana per evitare invadenze esterne(anche nazionali) che possano rompere quegli schemi monopolistici e conservatori, tra politica ed economia, consolidati da anni.
se non vogliamo scivolare di nuovo su berlusconi, che ha messo insieme politica e imprenditoria(e quindi lui è l'esempio più gigantescamente simbolico di questo fenomeno)
possiamo citarne altri due:
tangentopoli e la leadership di romano prodi a capo delle coalizioni di centro-sinistra.
romano prodi è un ex manager del mondo economico italiano della prima repubblica che rappresenta adesso una figura di garanzia per imprenditori e banchieri.
garantisce per il non eccessivo spostamento a sinistra della politica economica dei suoi governi e permette quella compenetrazione della politica nell'economia che conta e dell'economia che conta nella politica.
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