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Autore la destra
dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 22-03-2007 13:04  
i partiti della sinistra radicale non hanno affatto programmi xenofobi.

cercano di evitare che la sinistra riformista si scosti troppo dalle politiche sociali in favore dei lavoratori.

e sono queste politiche sociali in favore dei lavoratori il loro ideale.

e non mi sembra un ideale che va contro i limiti costituzionali.

associare poi la costituzione alla globalizzazione è una cretinata:

la costituzione, che non ha colore politico, è l'ordinamento istituzionale di uno Stato.

la globalizzazione è un fenomeno della società economica che avanza proprio quando cade la politica ideologica e subentra il mercato, la gestione pubblica da parte del privato, la privatizzazione più marcata.

e scaturisce da cambiamenti storico-politici, come appunto lo sono stati il crollo del muro di berlino, la fine dell'urss, l'accostamento economico-capitalistico fra ovest e est, l'assemblamento dell'Europa in una unità di Stati pari agli Stati Uniti.

la Lega è invece un partito che mira al secessionismo: è vero che durante le esperienze di governo con berlusconi hanno dovuto accantonare talvolta l'obiettivo, ma non smette di essere la loro priorità.

una priorità spesso usata come arma di ricatto verso forza italia per evitare di dover uscire dalla coalizione e sfasciare la Cdl.

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RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13088
Da: genova (GE)
Inviato: 22-03-2007 13:11  
Non ritorniamo, per favore, sul concetto di comunismo in italia. Ho scritto "xenofobi" e "sovversivi". Non si può pretendere che gente che marcia al G8 insieme ai "disobbedienti", poi segga in Parlamento; va contro il concetto stesso di governo, ma è comunque un altro discorso.
La Cotituzione si discosta dalla globalizzaizone? Sei rimasto ancorato all'italia, la tua è una visione campanilistica. Dopo Ventimiglia c'è la Francia, con le stesse problematiche, e dopo la Francia ci sono Spagna e Portogallo che, come l'Italia, vengono da recenti dittature e colpi di Stato, e solo la circolzione dei modelli costituzionali degli altri Paesi ha fatto sì che risollevassero la testa e facessero propri quei principii. Questa è globalizzaizone, che ti piaccia o no.


_________________
- "Scriveranno dei libri e forse faranno anche un film su di te".
- "Un film? e che cos'è?"
- "E' una specie di televisione....ma senza la pubblicità".



[ Questo messaggio è stato modificato da: RICHMOND il 22-03-2007 alle 13:13 ]

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 22-03-2007 13:39  
Ma la globalizzazione sul piano dello scambio di idee, della libera circolazione delle persone (oltre che delle merci), non è sbagliata.
Ma la globalizzazione capitalistica produce gravi disuguaglianze sul piano economico ed è su quelle che bisogna intervenire.
Per esempio, perchè i prodotti dei Paesi ricchi circolano liberamente, mentre quelli dei Paesi poveri no? Che razza di libero mercato è questo?
Ci vorrebbe una globalizzazione dei diritti umani e sociali che però non esiste

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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 22-03-2007 13:40  
quote:
In data 2007-03-22 13:11, RICHMOND scrive:
Non ritorniamo, per favore, sul concetto di comunismo in italia. Ho scritto "xenofobi" e "sovversivi". Non si può pretendere che gente che marcia al G8 insieme ai "disobbedienti", poi segga in Parlamento; va contro il concetto stesso di governo, ma è comunque un altro discorso.
La Cotituzione si discosta dalla globalizzaizone? Sei rimasto ancorato all'italia, la tua è una visione campanilistica. Dopo Ventimiglia c'è la Francia, con le stesse problematiche, e dopo la Francia ci sono Spagna e Portogallo che, come l'Italia, vengono da recenti dittature e colpi di Stato, e solo la circolzione dei modelli costituzionali degli altri Paesi ha fatto sì che risollevassero la testa e facessero propri quei principii. Questa è globalizzaizone, che ti piaccia o no.


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- "Scriveranno dei libri e forse faranno anche un film su di te".
- "Un film? e che cos'è?"
- "E' una specie di televisione....ma senza la pubblicità".



[ Questo messaggio è stato modificato da: RICHMOND il 22-03-2007 alle 13:13 ]



no, la costituzione nasce dalla democrazia, che è un'altra cosa rispetto alla globalizzazione.

la costituzione in Italia è entrata in vigore nel '48 e nei suoi primi 43 anni di vita ha attraversato i blocchi tra est e ovest e la prima Repubblica italiana.

e fino a che c'erano queste realtà la globalizzazione era un termine anche lessicalmente sconosciuto o quasi.

perchè c'era più statalismo e meno mercato. il potere del privato era ristretto alle sue realtà economiche tipiche.

quanto alla xenofobia: tanto per cominciare vorrei sapere cosa c'entra la xenofobia, che è il razzismo, con il G8 e il comunismo italiano.

il comunismo italiano non ha mai appoggiato movimenti pericolosi di nessun tipo e non mi sembra abbia mai portato avanti programmi xenofobi, cioè razzisti.

i suoi appoggi li hanno sempre dati ai movimenti anti-iraq e anti-afghanistan, alle manifestazioni dei lavoratori del pubblico impiego naturalmente, ad alcuni no-global non sfasciavetrine.

e non mi sembra che nel luglio 2001, al G8 di genova, durante gli scontri, c'erano esponenti dei partiti di diliberto o bertinotti.

ci sarebbe più da preoccuparsi delle manifestazioni dei popoli della Padania e delle frasi che dipingono la magistratura come avversari della democrazia istituzionale dello Stato.

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clagle01

Reg.: 18 Set 2003
Messaggi: 1566
Da: Lissone (MI)
Inviato: 22-03-2007 16:01  
quote:
In data 2007-03-19 10:01, eltonjohn scrive:
Mai letta,fino ad ora,una tale sequenza non stop di cazzate


condivido.....nel 2007 sento ancora destra sinistra lotta operaia, contadini....che minchiate!!!!!!!!perchè non parliamo visto che ci siamo un pò di questo governo di merda e delle cazzate che sta combinando.......politici italiani=massa di dementi......Beppe forever!!
_________________
Nulla accade per caso.....

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RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13088
Da: genova (GE)
Inviato: 22-03-2007 16:34  
quote:
In data 2007-03-22 13:40, dan880 scrive:
quote:
In data 2007-03-22 13:11, RICHMOND scrive:
Non ritorniamo, per favore, sul concetto di comunismo in italia. Ho scritto "xenofobi" e "sovversivi". Non si può pretendere che gente che marcia al G8 insieme ai "disobbedienti", poi segga in Parlamento; va contro il concetto stesso di governo, ma è comunque un altro discorso.
La Cotituzione si discosta dalla globalizzaizone? Sei rimasto ancorato all'italia, la tua è una visione campanilistica. Dopo Ventimiglia c'è la Francia, con le stesse problematiche, e dopo la Francia ci sono Spagna e Portogallo che, come l'Italia, vengono da recenti dittature e colpi di Stato, e solo la circolzione dei modelli costituzionali degli altri Paesi ha fatto sì che risollevassero la testa e facessero propri quei principii. Questa è globalizzaizone, che ti piaccia o no.


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[ Questo messaggio è stato modificato da: RICHMOND il 22-03-2007 alle 13:13 ]



no, la costituzione nasce dalla democrazia, che è un'altra cosa rispetto alla globalizzazione.

la costituzione in Italia è entrata in vigore nel '48 e nei suoi primi 43 anni di vita ha attraversato i blocchi tra est e ovest e la prima Repubblica italiana.

e fino a che c'erano queste realtà la globalizzazione era un termine anche lessicalmente sconosciuto o quasi.

perchè c'era più statalismo e meno mercato. il potere del privato era ristretto alle sue realtà economiche tipiche.

quanto alla xenofobia: tanto per cominciare vorrei sapere cosa c'entra la xenofobia, che è il razzismo, con il G8 e il comunismo italiano.

il comunismo italiano non ha mai appoggiato movimenti pericolosi di nessun tipo e non mi sembra abbia mai portato avanti programmi xenofobi, cioè razzisti.

i suoi appoggi li hanno sempre dati ai movimenti anti-iraq e anti-afghanistan, alle manifestazioni dei lavoratori del pubblico impiego naturalmente, ad alcuni no-global non sfasciavetrine.

e non mi sembra che nel luglio 2001, al G8 di genova, durante gli scontri, c'erano esponenti dei partiti di diliberto o bertinotti.

ci sarebbe più da preoccuparsi delle manifestazioni dei popoli della Padania e delle frasi che dipingono la magistratura come avversari della democrazia istituzionale dello Stato.



Continui a fingere di non capire che sto solamente portando degli esempi. Ho scritto "xenofobo", in riferimento alla destra, solamente perchè è il più grosso difetto che si riconosce alla destra mondiale. Così come ho scritto "sovversivo" in riferimento alle sinistre più estreme, perchè questa è la loro peculiarità, e non provare a negarlo.
Sono solamente due esempi. Sono due difetti di queste due "ideologie", ma sono difetti completamemnte diversi l'uno dall'altro, con gradi di pericolosità forse identici, seppur inerenti diversi settori dell'etica e della morale. Il razzismo è una cosa, non c'entra nulla con la sovversione. Però il razzismo è altamente immorale, quindi anche perisoloso, prima che per lo stato, pe i suoi cittadini.
La sovversione è molto meno immorale, semplicemente va contro l'ordine costituito. Per questo a volte può essere condivisibile (mentre il razzismo non lo è MAI), ma stride e si scontra violentemente con il concetto di governo. E allora ripeto: come può un sovversivo, che marcia al fianco dei disobbedienti, sedere in Parlamento o riconoscersi in una maggioranza di governo?
E' chiaro il discorso? Sono pericolosi entrambi, anche se in modo totalmente diverso.
Tutto qui.
Quanto al discorso della democrazia: siamo d'accordo. Infatti occorre distinguere la circolazione dei modelli costituzionali con la semplice esportazione dei suoi principi.
In Iraq è accaduto qualcosa che si avvicina di più all'imposizione, che all'assimilazione dei principi. Siamo di fronte, così come è stato in altri Paesi, alla creazione di carte costituzionali, senza il necessario fenomeno del Costituzionalismo ("Constitution without constitutionalism"), per cui uno Stato recepisce determinati valori costituzionali, senza gettare per essi le basi autonomamente, ma solo sotto la spinta di qualche altro Stato.
Va bene, ti do adito di ciò.
Ma non dimenticare che dopo la Seconda Guerra Mondiale, numerosi assetti statali sono stati ridisegnati, e certe Costituzioni sono state allo stesso modo imposte dall'alto. Vedi il caso del Giappone, in cui certi principii costituzionali nuovi che furono imposti dopo la sua sconfita nella Guerra erano talmente estranei alla cultura del paese, da non poter neppure essere tradotti in idiogrammi. Però, quando tutto ciò andava contro le tendenze guerrafondaie del Giappone alleato dei tedecshi andava bene?
L'imposizione dei modelli costituzionali è sempre esistita, ed il fatto che i modelli ed i principi circolino, recepiti all'unanimità da tutti i paesi, non è che un sintomo della globalizazione che ha invaso il Mondo proprio dopo il Secondo Conflitto Mondiale, conclusosi con i vincitori e con i vinti che ben sai.
Fattene una ragione.
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[ Questo messaggio è stato modificato da: RICHMOND il 22-03-2007 alle 16:41 ]

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 22-03-2007 18:27  
Dubito che quello che ha funzionato con il Giappone (imposizione della democrazia da parte di una potenza straniera) funzionerà in Iraq..ma staremo a vedere..

Quanto alla globalizzazione..sul piano delle idee mi sta anche bene.Le cose che non funzionano le ho già spiegate.

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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 22-03-2007 19:31  
quote:
In data 2007-03-22 16:34, RICHMOND scrive:
Continui a fingere di non capire che sto solamente portando degli esempi. Ho scritto "xenofobo", in riferimento alla destra, solamente perchè è il più grosso difetto che si riconosce alla destra mondiale. Così come ho scritto "sovversivo" in riferimento alle sinistre più estreme, perchè questa è la loro peculiarità, e non provare a negarlo.
Sono solamente due esempi. Sono due difetti di queste due "ideologie", ma sono difetti completamemnte diversi l'uno dall'altro, con gradi di pericolosità forse identici, seppur inerenti diversi settori dell'etica e della morale. Il razzismo è una cosa, non c'entra nulla con la sovversione. Però il razzismo è altamente immorale, quindi anche perisoloso, prima che per lo stato, pe i suoi cittadini.
La sovversione è molto meno immorale, semplicemente va contro l'ordine costituito. Per questo a volte può essere condivisibile (mentre il razzismo non lo è MAI), ma stride e si scontra violentemente con il concetto di governo. E allora ripeto: come può un sovversivo, che marcia al fianco dei disobbedienti, sedere in Parlamento o riconoscersi in una maggioranza di governo?
E' chiaro il discorso? Sono pericolosi entrambi, anche se in modo totalmente diverso.
Tutto qui.
Quanto al discorso della democrazia: siamo d'accordo. Infatti occorre distinguere la circolazione dei modelli costituzionali con la semplice esportazione dei suoi principi.
In Iraq è accaduto qualcosa che si avvicina di più all'imposizione, che all'assimilazione dei principi. Siamo di fronte, così come è stato in altri Paesi, alla creazione di carte costituzionali, senza il necessario fenomeno del Costituzionalismo ("Constitution without constitutionalism"), per cui uno Stato recepisce determinati valori costituzionali, senza gettare per essi le basi autonomamente, ma solo sotto la spinta di qualche altro Stato.
Va bene, ti do adito di ciò.
Ma non dimenticare che dopo la Seconda Guerra Mondiale, numerosi assetti statali sono stati ridisegnati, e certe Costituzioni sono state allo stesso modo imposte dall'alto. Vedi il caso del Giappone, in cui certi principii costituzionali nuovi che furono imposti dopo la sua sconfita nella Guerra erano talmente estranei alla cultura del paese, da non poter neppure essere tradotti in idiogrammi. Però, quando tutto ciò andava contro le tendenze guerrafondaie del Giappone alleato dei tedecshi andava bene?
L'imposizione dei modelli costituzionali è sempre esistita, ed il fatto che i modelli ed i principi circolino, recepiti all'unanimità da tutti i paesi, non è che un sintomo della globalizazione che ha invaso il Mondo proprio dopo il Secondo Conflitto Mondiale, conclusosi con i vincitori e con i vinti che ben sai.
Fattene una ragione.
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[ Questo messaggio è stato modificato da: RICHMOND il 22-03-2007 alle 16:41 ]



sarà stata anche "imposta" ma la costituzione italiana, perchè da italiano posso parlare per l'Italia, è una delle migliori e più democratiche che siano state studiate e realizzate.

una costituzione che stabilisce punti fermi e forti garanzie istituzionali. oltre che principi sociali fondamentali, come sul lavoro.

forse è per questo che è stata sempre stretta a silvio berlusconi, che tende a una repubblica semipresidenziale e più volte ha tentato di "scavalcare" la costituzione.

i no-global, violenti o non violenti, non sono formazioni sovversive: il loro scopo non è abbattere le istituzioni dello Stato per imporre una dittatura.

chi raggiunge certi obiettivi è un sovversivo.

loro non lo sono, altrimenti si chiamerebbero no-Stato italiano.

il loro scopo è portare avanti una protesta accesa contro quel sistema di globalizzazione e capitalismo, non solo italiano, che uccide lo stato sociale e l'equità sociale fra i cittadini.

talvolta, quando scendono in strada, fanno cazzate, non lo si può negare; ma non anche in questi casi vengono appoggiati o sostenuti dalle forze politiche della sinistra radicale.

tanto più la sovversione non appartiene a nuovi comunisti italiani o rifondazione: non mi sembra che nei programmi politici dei partiti di diliberto e bertinotti ci sia la guerra allo Stato democratico per favorire la nascita di regimi dittatoriali.

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RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13088
Da: genova (GE)
Inviato: 23-03-2007 10:14  
No, la Costituzione Italiana è nata in modo molto più democratico di come si possa pensare.
Per questo funziona abbastanza bene, pur essendo la classe politica (da entrambe le parti) incapace di adeguarla alle esgenze sociali odierne (ma questo è un altro discorso).
Io parlo di Costituzioni in Paesi in cui ancora oggi siamo di fonte a fenomeni di democrazia debole. Queste aree del globo non sono ancora in grado di maturare una coscienza autonoma sull'argomento, su quali siano i principii da porre come basi per una carta democrtica. E allora subentrano altri Stati, che impongono loro di approvare documenti normativi di base, la cui portata è spesso troppo innovativa e l'entrata in scena eccessivamente repentina per poter essere assimilati in pieno dai diretti interessati (i popoli e le istituzioni che devono garantirne la tutela dei diritti).
Allo stesso tempo, però, converrai che senza tale circolazione (o imposizione) dei modelli, oggi avremmo ancora folli dittatori che minacciano di distruggere o conquistare il Mondo.
Insomma...come al solito il confine fra legittimo ed illegittimo è estremamente labile, e forse io e te non siamo in grado di stabilire cosa sia giusto e cosa no.
I risultati di questo fenomeno di imposizione (che possiamo a torto o a ragione intrpretare come una prevaricazione nei confonti dell'autodeterminazione dei popoli) possono essere constatati solo nel tempo.
Un'analisi, al momento, forse è fuori luogo,e rischia di fuorviarci, portandoci nel campo della filosofia del diritto.
A tutto ciò, comunque, si è arrivati partendo dal tema del topic: la destra. Questa parte politica viene spesso vista come incostituzionale, perchè persegue obiettivi xenofoi e intolleranti.
Ma, alla luce di quanto detto fin qui sul costituzionalismo e la globalizzazione dei principi cardine dell'etica e del diritto, non si può negare che la destra, ormai - volente o nolente - si trovi a perseguire (grazie al cielo) gli stessi obiettivi della sinistra. Non può perseguire qualcosa che vada contro gli interssi dei lavoratori, che vada contro gli interessi dei cittadini a favore dei diritti di un'oligarchia (la nobiltà, per esempio) o che discrimini in base a sesso o religione.
Sicuramente rimangono certe (anche grosse) differenze riguardo alle argomentazioni, ma l'obiettivo che queste due parti politiche si prefissano, è sempre quello della garanzia ai cittadini.
L'ombra della dittatura, per fortuna, almeno in quei Paesi in cui questa fase costituzionale ha potuto seguire il suo corso (in Italia sono passati ormai diversi decenni), non esiste più.
Ma non bisogna sottovalutare, indubbiamente, certi sbagli o prevaricazioni che possono compiersi anche in democrazia. Il discorso, però, vale tanto per la destra, quanto per la sinistra.

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[ Questo messaggio è stato modificato da: RICHMOND il 23-03-2007 alle 10:19 ]

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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 23-03-2007 12:32  
non penso che la destra tenga tanto alle garanzie verso i cittadini:

delegittimare la magistratura cercando di bloccare i poteri dei giudici significa ostacolare fortemente una delle strutture più importanti dello Stato, favorendo i criminali.

ostacolare quelle liberalizzazioni che vanno nell'interesse dei consumatori, e che sarebbe dovuto essere un provvedimento varato proprio da un governo di centro-destra, significa dare un ulteriore contributo allo squilibrio economico dell'Italia.

raccontare all'Italia che i conti sono a posto, e poi scoprire che l'unione europea mostra dei dati allarmanti, significa che non c'è stata una cattiva gestione economica di questo Paese: significa che non c'è stata nessuna gestione economica in 5 anni.

c'è stata solo su condoni e non imposizione delle tasse sugli evasori.

quanto all'imposizione di costituzioni come in iraq o afghanistan:

tu vuoi dire che sono stati scacciati dei dittatori e si vuol imporre una cosa non riconosciuta dalle popolazioni locali ma indice di democrazia.

ti sbagli:

i governi locali sono governi-fantoccio, messi lì dagli americani perchè l'amministrazione Usa possa sostituirsi ai vecchi tiranni e, dietro un'apparente democrazia, controllare il territorio e mirare a scopi politico-economici che mai salteranno fuori ufficialmente.

è solo una sostituzione di proprietari.

anche perchè: queste realtà terroristiche hanno governato su certi Paesi da più di 40-50 anni a questa parte.

come mai proprio adesso preoccuparsi tanto di ridare democrazia a questi Paesi?

la storia si ripete sempre:

nel 1848, in Italia, per cinque giorni la popolazione milanese insorse contro il governo austriaco.

gli austriaci erano sostenuti dalle classi aristocratiche milanesi.

quando ebbero la sensazione che gli austriaci avrebbero perso, i nobili subito si allearono con i savoia.

e così fu: gli austriaci perseno e salirono i savoia spalleggiati da una aristocrazia che voleva mantenere intatto il suo potere finanziario direttamente agganciato alla politica.

ci sono sempre interessi politico-finanziari in ballo.

e ai vecchi tiranni se ne sostituiscono di nuovi.

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MARQUEZ

Reg.: 23 Feb 2006
Messaggi: 2117
Da: Firenze (FI)
Inviato: 24-03-2007 10:27  
quote:
In data 2007-03-22 13:39, quentin84 scrive:
Ma la globalizzazione sul piano dello scambio di idee, della libera circolazione delle persone (oltre che delle merci), non è sbagliata.
Ma la globalizzazione capitalistica produce gravi disuguaglianze sul piano economico ed è su quelle che bisogna intervenire.
Per esempio, perchè i prodotti dei Paesi ricchi circolano liberamente, mentre quelli dei Paesi poveri no? Che razza di libero mercato è questo?
Ci vorrebbe una globalizzazione dei diritti umani e sociali che però non esiste

esatto. il punto è proprio questo. che spiega anche le critiche che faccio ad una certa sinistra, soprattutto quella che di sinistra non ha niente e quella che annovera nelle sue file esponenti no global. la globalizzazione di per sé sarebbe un nconcetto giustissimo(trotzschiano oltretutto!). che non va bene è quella attuale che non è oltretutto una globalizzzazone ma una oligoglobalizzazione visto che è gestita da 500-600 persone. infatti 500--600 multinazionali controllano il 30 per cento del mercato mondiale. ditemi voi se questo è giusto.
la attuale economia di mercato è un concetto irrazionale e assolutamente non regolato. infatti che è preposto a farlo siede anche nei consigli di amministrazione delle multinazionali.

in risposta a clage, è inutile parlare delle cazzate dei nostri politici senza creare un qualcosa di condiviso e più avanzato. non serve a niente distruggere. serve creare.(oltretutto elogi grillo, ma evidentemente non capisci cosa dice).

_________________
«E' vietato fare la cacca per terra, giusto? Bene, la pubblicità è come la cacca: puzza e fa schifo…».
Piergiorgio Odifreddi

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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 24-03-2007 12:44  
l'unica globalizzazione che in europa si vuol costruire è proprio quella di tipo economico che tutti avete negativamente, e giustamente non poteva essere diversamente, analizzato così.

ecco perchè c'è sempre bisogno di forze radicali ma moderate di sinistra: perchè io non parlo di no-global ma di partiti come nuovi comunisti italiani e rifondazione comunista.

senza queste realtà partitiche la globalizzazione ucciderebbe definitivamente lo stato sociale.

come ha detto ieri bertinotti in occasione della cerimonia dei 50 anni dell'unione europea: bisogna coinvolgere chi si sente escluso.

cioè dare voce in capitolo, in questo sistema global, a chi viene tagliato fuori da un riformismo che rende più marcate le disuguaglianze sociali.

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Hias84

Reg.: 15 Mar 2007
Messaggi: 1262
Da: Serravalle Pistoiese (PT)
Inviato: 24-03-2007 13:11  
quote:
In data 2007-03-24 12:44, dan880 scrive:
l'unica globalizzazione che in europa si vuol costruire è proprio quella di tipo economico che tutti avete negativamente, e giustamente non poteva essere diversamente, analizzato così.

ecco perchè c'è sempre bisogno di forze radicali ma moderate di sinistra: perchè io non parlo di no-global ma di partiti come nuovi comunisti italiani e rifondazione comunista.

senza queste realtà partitiche la globalizzazione ucciderebbe definitivamente lo stato sociale.

come ha detto ieri bertinotti in occasione della cerimonia dei 50 anni dell'unione europea: bisogna coinvolgere chi si sente escluso.

cioè dare voce in capitolo, in questo sistema global, a chi viene tagliato fuori da un riformismo che rende più marcate le disuguaglianze sociali.



Io sono perfettamente d'accordo con te, ma credo anche che Rifondazione e i Comunisti Italiani a volte prendano delle cantonate colossali... insomma, certe volte a mio avviso cessano di essere forze progressiste (come devono essere le forze di sinistra di cui abbiamo bisogno) e si imbarcano in avventure dal conservatorismo esasperato (penso alla polemica sulle pensioni). Insomma, se non altro hanno il merito di mettere sempre al centro la questione sociale (magari lo facessero tutti, i DS se ne sono scordati, ora poi, con 'sta fissazione del PD...), che è fondamentale: tutto sta a vedere se le soluzioni proposte sono le migliori possibili oppure no.
Comunque, fatti questi distinguo, concordo con te.
_________________
Formula della mia felicità: un sì, un no, una linea retta, una meta... (F.W.Nietzsche)

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Hyperion19

Reg.: 23 Mar 2007
Messaggi: 516
Da: Firenze (FI)
Inviato: 24-03-2007 20:37  
quote:
In data 2007-03-21 19:47, Hias84 scrive:
Mi sono venute in mente le parole di Marcuse: "La nostra società si distingue in quanto sa domare le forze sociali centrifughe a mezzo della Tecnologia piuttosto che a mezzo del Terrore, sulla duplice base di un'efficienza schiacciante e di un più elevato livello di vita" (da "L'Uomo A Una Dimensione", introduzione, pag.4, edizione Einaudi PBE 10). La società industriale avanzata, ovvero la società tecnologica nella quale viviamo, ci coinvolge a tal punto da "convincerci", perchè sempre in grado di soddisfare quelle pulsioni che i media ci "invitano" ad avvertire come essenziali (imbrogliandoci, si può dire), accantonando quelle che invece essenziali sarebbero. La verità (cruda e brutta, ma vera) è che a tutti noi conviene che lo status quo permanga, che tutto resti invariabilmente uguale a se stesso: tutti noi vogliamo conservare lo stato di cose esistente. Marcuse riteneva che non uno di noi in particolare, o una classe di persone, ma la società tutta necessitasse di per se stessa un mutamento. Che è esattamente ciò che non avviene. Forse sono uscito un pò dal seminato, ma in materia di dittature invisibili e di globalizzazione credo che Marcuse avrebbe ancora molto da insegnarci (anzi, mi espongo anche di più: trovo sia un testo attualissimo, lucidissimo e per certi versi ancora anticipatore).

_________________
"Un bell'assassinio, un assassinio autentico; più bello di quanto non si possa pretendere: da gran tempo non se ne vedeva più uno così in gamba!"
(Georg Buchner, "Woyzeck")

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Hyperion19

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Inviato: 24-03-2007 20:39  
[quote]In data 2007-03-21 19:47, Hias84 scrive:
Mi sono venute in mente le parole di Marcuse: "La nostra società si distingue in quanto sa domare le forze sociali centrifughe a mezzo della Tecnologia piuttosto che a mezzo del Terrore, sulla duplice base di un'efficienza schiacciante e di un più elevato livello di vita" (da "L'Uomo A Una Dimensione", introduzione, pag.4, edizione Einaudi PBE 10). La società industriale avanzata, ovvero la società tecnologica nella quale viviamo, ci coinvolge a tal punto da "convincerci", perchè sempre in grado di soddisfare quelle pulsioni che i media ci "invitano" ad avvertire come essenziali (imbrogliandoci, si può dire), accantonando quelle che invece essenziali sarebbero. La verità (cruda e brutta, ma vera) è che a tutti noi conviene che lo status quo permanga, che tutto resti invariabilmente uguale a se stesso: tutti noi vogliamo conservare lo stato di cose esistente. Marcuse riteneva che non uno di noi in particolare, o una classe di persone, ma la società tutta necessitasse di per se stessa un mutamento. Che è esattamente ciò che non avviene. Forse sono uscito un pò dal seminato, ma in materia di dittature invisibili e di globalizzazione credo che Marcuse avrebbe ancora molto da insegnarci (anzi, mi espongo anche di più: trovo sia un testo attualissimo, lucidissimo e per certi versi ancora anticipatore).

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"Un bell'assassinio, un assassinio autentico; più bello di quanto non si possa pretendere: da gran tempo non se ne vedeva più uno così in gamba!"
(Georg Buchner, "Woyzeck")


Il regno dei bisogni indotti e della dipendenza culturale dai concetti di mercato, proprietà privata, concorrenza, e dall'indubbio benessere materale generalizzato nel quale si vive, sono tratti caratteristici del nostro presente che nessuno pensa sia sensato cantraddire, nè a destra nè a sinistra. Tanto che a qualcuno viene in mente di pensare a certi leader dell'industria italiana che si dicono promotori di un nuovo sviluppo sociale basato sui massimi valori dell'efficienza e produttività dell'impresa a conduzione personale (verticista), come a nuovi apostoli della sinistra.
Ma io non credo che la società tecnologica di Marcuse corrisponda a una descrizione puntuale dello schema dei nostri bisogni materiali, che ci smaterializza fino a renderci esseri indecifrabili, eppure privi di gradi di libertà di fronte alle necessità del mecato ormai interiorizzate fino all'isteria collettiva e all'assurdo di identificare il benessere sociale con quello dei gruppi industriali. Anche se è indubbio che la tecnologia droga il mercato, permette l'inaugurazione di sempre nuovi cicli economici che salvano il capitalismo dal collasso. Credo che si riferisse a una accezione più culturale e meno marxista, meno politica economica e più weltanshauung. Credo che volesse significare che, al di là degli istinti al consumo e dell'assillo della produttività, l'uomo nella nostra società possiede una forma mentis che eterofinalizza le sue ragioni dello stare insieme in entità collettiva come lo stato. Ripensando a quello che era la polis per i Greci, non posso che trovare un appiattimento delle dimensionalità dell'uomo. Non nel senso che non ha possibilità di scegliere come vivere, cosa consumare e in che quantità, ma nel senso che è condizionato nei suoi valori e nelle sue scelte da desideri in-umani, che niente hanno a che vedere con l'uomo. Le società occidentali si strutturano come finalizzate a qualcosa che è estraneo all'uomo, il capitale, la scienza, la ricerca dell'immortalità, la conoscenza di tutto lo scibile. E intanto ci sfugge che lo scopo di una comunità umana è l'uomo stesso. Cosa che con il loro senso ineguagliabile della misura i Greci avevano capito senza rinunciare alla curiosità per le scienze. La vita nella polis era soprattutto un esprerienza civile, un apprendistato per l'uomo, che solo nella dimensione civile impara ad essere veramente uomo, questo è testimoniato nelle tragedie, nella paiedeia greca. Le società occidentali sono reti di rapporti finalizzati ad altro, e non c'è niente, nè il teatro nè l'intellettuale, che oggi è solo osservatore e critico incolore, non coinvolto nella stessa trama di dolori e passioni popolari, che costituisca un ponte tra le attività dell'uomo e la sostanza dell'uomo, tra ciò che si può fare della vita e su ciò fa nella vita. Tutto si confonde e si generano mostri. Le nostre sono società incoscienti dove un'incoerenza di significati è straordinarimente e ineluttabilmente connessa alla monodimensionalità dell'essere uomo. Penso a chi intende la società come una macchina per far soldi, accumularli all'infinito, cioè manager capitani d'industria pubblicitari politici deviti e devianti. Penso a chi intende la società come un corpo proteso verso mete ai limiti delle possibilità dell'essere umano, cioè alla società scientifica che in realtà è società tecnologica di Marcuse, dove le persone dedicano la propria vita a obiettivi che nessuno sa giustificare, tanto che i mezzi del conoscere diventato i fini stessi di questo sforzo ripeto in-umano. E poi c'è sempre qualcuno pronto a approfittare del know-how prodotto da queste persone per fare profitto e costringere le persone ad adeguarsi a nuove frontiere del consumo. Penso infine allo stato di Israele. Il primo sionismo, anzi il fondatore stesso del sionismo, Theodor Herzl, vedeva lo stato di Israele come uno stato tecnocratico e non uno stato ebraico, quindi non teologico, ma uno stato degli Ebrei. Il mito dell'efficienza là è più forte di quello della forza. A cosa serve la tecnologia e la tecnica per una società che nelle intenzioni dei fondatori sarebbe dovuta essere pacifica?
La destra è una forza che prende queste forze occulte come dati naturali, infischiandosene delle matrici culturali e pensando alle origini in una prospettiva giustificazionista. E in sè rappresenta una forza di sviluppo di queste dinamiche stesse.
La sinistra ha una coscienza più critica e radicalmente a volte ottusamente opposta a tutto questo tanto da far venire in mente le parole che Polibio disse 2000 anni fa a chi deprecava l'ordine imposto dai Romani al mondo: "Dovrebbero forse i Romani e noi tutti con loro tornare a vivere nai tuguri?". Era un modo per invitare al dato di fatto e vivere con un progetto attuale nella nuova situazione politica e sociale data dall'impero.
Il riformismo per chi ci crede è un tentativo di cambiare il sistema dall'interno; penso anch'io, come Dan che esso comunque rappresenti un appiattimento a una forma innocua che perde contatto e speranze di cabiare il futuro, a necessità altrui.

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