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Autore PadrePio su FrameOnLine
gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 24-06-2006 12:06  
All’attuale tasso di crescita, il culto di Padre Pio soppianterà il cristianesimo nell’arco di qualche decennio. Un popolo di santi ed eroi e quindi anche di creduloni. Il santo fascista protettore del latifondo è ora disponibile per i più piccoli a cartoni animati.
Ne La repubblica Socrate sgrida i genitori ateniesi, soliti intrattenere la prole con la love-story di Edipo. Tra madonne piangenti ed etere gaudenti: la televisione ce lo fa vedere come cresce un italiano, nel Carosello Perpetuo interrotto solo dai minuti di raccoglimento. La storia di Padre Pio, come la video-teocrazia, non è adatta ai bambini: il mo.i.ge. dovrebbe battersi per il divieto ai minori di anni quattordici. Poco importa che il frate del film sia assai edulcorato: non s’incazza mai, non indirizza missive infuocate alle proprie seguaci e non si compromette con associazioni criminali. Ma perché mai, supplendo alla prudente provvidenza, dovremmo insegnare ai bambini a credere a chi proclama di compiere miracoli, italiani o divini che siano? Un ateo un po’ protestante e senza discendenti non avrà il diritto di scandalizzarsi? È emerso, durante la campagna elettorale e in sospetta coincidenza con l’ondata di emozione per il rapimento e l’uccisione del figlio di un presunto pedofilo, come i maoisti affrontassero le carestie di cani cibandosi di bambini e li utilizzassero come fertilizzanti in agricoltura. A noi servono per mandare avanti il terziario avanzato. Il Padre Pio commissionato alla Mondo TV è una piccola ma sintomatica operazione di indottrinamento, e come tale lo metto all’indice. Vano soffermarsi sul manualistico disegno manga, sulla debole strutturazione agiografica del racconto (“Jacopo da Voragine”, si potrebbe chiosare), sull’irrisoluta caratterizzazione dei personaggi sovrannaturali, sui movimenti di macchina inconcludenti, sulla colonna sonora da sala d’attesa di estetista bigotto. Un miracoloso lapsus sul pressbook mi risparmia l’onere di una articolata scomunica: “una vetrina di posti letto” riferito all’ospedale fondato da Padre Pio, la lezione corretta è presumibilmente “ventina”. “Casa del sollievo della sofferenza” o Grande frate?
Un cartone animato su un uomo semplice e tormentato che, anziché rassegnarsi alla celebre diagnosi del Gemelli, combatte tutta la vita col demonio, magnetizzando masse di persone sofferenti. Un cartone animato basagliano e per adulti su Padre Pio sciamano tarantolato mi sarebbe piaciuto recensire. Una Vita parallela di Padre Pio e di un teologo della liberazione scomunicato perché sostiene le lotte dei braccianti in Sud America. La storia di un bambino molto pio di Roma nord che secondo i giornali in mano alle sinistre si ammala di cancro per le emissioni di Radio Vaticana ( olpa invece dei genitori comunisti che nel 1987 hanno acquistato in Bielorussia un busto di Stalin radioattivo); è costretto da uno stato totalitario e darwinista a una inutile terapia a base di cellule staminali, ed è infine guarito in diretta televisiva dallo spirito santo. Ma sarà ancora possibile distribuire cartoni animati nei territori limitrofi al vaticano (t.l.v. o più suggestivamente t.v.)? Istintivo rimpiangere i Borgia.
Per dovere di cronaca, aggiungo che poche ore dopo la prima di Padre Pio ho ricevuto una telefonata così sorprendente che non ho potuto evitare di pensare a una intercessione spontanea del santo.

Alessandro Carlini, 21/04/2006


Qui il link( http://www.frameonline.it/ andate su Archivio recensioni e poi su PadrePio).

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Al di là del pessimo giudizio sul film (che condivido, come scrissi http://filmup.leonardo.it/padrepio.htm ), non trovo dei più appropriati il modo di porsi di questo giornalista nei confronti del film. Fa della bruttezza del film un pretesto per parlare della Chiesa e di come questa per lui questa (compresa la figura di Padre Pio, frate "fascista" faccia schifo).
Penso che chiunque (anche se non ha visto il film) possa dire la sua: a vostro avviso è una recensione valida?
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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JerichoOne

Reg.: 06 Mar 2006
Messaggi: 3171
Da: Frittole (FI)
Inviato: 24-06-2006 12:39  
Secondo me non fa male a cercare di inquadrare in qualche modo il contesto culturale del film, e secondo me lo fa anche con un certo spirito, indipendentemente dal fatto che si possa essere o meno d'accordo nel merito con le sue valutazioni.
Diciamo che magari determinate considerazioni potevano costituire il "cappello" della recensione, e le valutazioni estetiche potevano prendere più di un rigo del pezzo, o essere meglio amalgamate col resto, ma non lo trovo un articolo pessimo.


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vietcong

Reg.: 13 Ott 2003
Messaggi: 4111
Da: roma (RM)
Inviato: 25-06-2006 15:16  


c'è anche da dire che quando un film è molto trascurabile, ci può stare una critica che aggira il testo virando più che altro verso il costume e la satira. Per altro, sembra interessante il sitarello.

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