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Autore Ma qui è il delirio...
marcomond

Reg.: 25 Nov 2001
Messaggi: 1968
Da: varese (VA)
Inviato: 15-06-2006 10:18  
...e di quelli più puri per giunta. Dunque: l'ottima mossa (si fa per dire, ovvio) del governo attuale di affidare a tal Paolo Ferrero, ministro della solisarietà (ma soprattutto estrtemista di Rifondazione Comunista), la possibilità di sparlottare su possibili riforme di ambito sociale si sta sempre più delineando come un delirio puro e soprattutto ricco di ottime inclinazioni verso quello che io chiamerei non aiuto sociale, ma collasso sociale.

Già s'era impuntato con la bella favola di cambiare i centri di permanenza temporanei per la gestione dei flussi migratori, (ma l'idea di altri buoni suoi collaboratori era vicina a chiudere questi centri) Poi con una mossa che di strategico ha ben poco, la regolarizzazione di quasi 500,000 immigrati in un botto solo, tanto già richiedenti di permesso di lavoro. Il che funziona da una parte, ma non tiene nemmeno in conto che la risonanza di una mossa del genere come spinge la cognizione e la percezione di altri immigrati nei confronti del paese? Non si sa...basta, aveva affermato che ci sia la possibilità di avere un lavoro. Ma sicura o anche solo potenziale? Si spera sicura giusto? No, entrambe le dimensioni. Per il ministro se "potenzialmente" puoi avere un lavoro sei dentro, quindi allegria.
Il tutto purtroppo congeniato dal fatto di andare contro le leggi precedenti, soprattutto contro le posizioni di Fini ovviamente. Insomma, bisogna a tutti i costi neutralizzare la Bossi-Fini. Ed ecco che operazioni di rimpatrio, espulsione e arresto se clandestino incominicano a vacillare. Infatti il ministro è totalmente contrario a queste politiche perchè barbare e varate dala destra. basta con espulsioni e rimpatri. E basta con la permanenza legata al lavoro, indi per cui se non lavori o sei clandestino, comunque rimani qui? Probabile.
E pensiamo all'amnistia: il governo non ha nemmeno ancora preso decisioni concrete su come rinforzare l'organo di giustizia che però la possibilità di togliere dalle carceri circa 20,000 detenuti secondo questa buona idea ci sono tutte. Reati minori o riconducibili a pochi anni, ma l'amnistia pernde in considerazione anche pene che si riversano sui 4 anni di detenzione. A proposito e non è vero che solo i poveri senza avvocato vanno dentro. Bisognerebbe cominciare a parlare con un po' di avvocati seri per capire che innanzi a certi reati il ricco va in galera comunque.
Tornando all'amnistia, come ho letto una soluzione di clemenza perché sia efficace è necessario sia parte integrante di un progetto ben più ampio. E pensate che questo provvedimento 'liberatorio' è a sua volta accompagnato da un minore controllo dei flussi migratori che diventerebbe subito un provvedimento inutile; facile prevedere che l'arrivo in Italia di un gran numero di persone, prive di un lavoro ma aiutate da una politica che apre tutto e senza leggi finirebbe per fornire manodopera alla criminalità organizzata, con la conseguenza che le carceri tornerebbero a riempirsi in tempi brevissimi, ma guarda un po'

E ora è la volta di sterilizzare, proprio come si fa per le siringhe la Fini-Giovanardi sulla droga, giusto per continuare la battaglia contro la destra e contro un partito in particolare. Per carità il ministro estremista ha gia affermato trattarsi solo di idee personali, ma...accreditare i luoghi riservati nei quali potersi drogare, sotto controllo medico mi sembra nuovamente l'indice di un possibilissimo collasso.
Ovviamente inutile negare che qui tiriamo dalle parti in cui la liberalizzazione delle droghe leggere è favorita...
Questo implica una semplice situazione: la depenalizzazione del consumo e l’abolizione delle sanzioni amministrative per i consumatori perchè a detta del ministro "e’ la condizione per poter costruire un vero confronto sulla pericolosita’ effettiva delle sostanze e per aprire una discussione seria sugli stili di vita"...già ma i mezzi, il tempo, il denaro per fare tutto ciò sembrano scarseggiare, se contiamo che alla base di ciò c'è pura libertà di drogarsi, ed è qui il paradosso perchè non si indica la droga come un pericolo ma come una cosa con la quale convivere gli hanno risposto, e credo che abbiano visto pure giusto...

Insomma:

- Basta con le espulsioni e i rimpatri
- Basta la permanenza legata ad un lavoro
- Basta la politica dura sui flussi
- Via libera a regolarizzazioni di massa
- Sì all'amnistia
- Sì al colpo di spugna su reati minori comprendenti fino a 4 anni di pena
- Uscita dalle carceri di 15/20,000 detenuti
- Liberalizzazione delle droghe leggere
- Sperimentazione delle "stanze del buco"

Flussi migratori poco controllati, criminali "minori" tranquillamente rilasciati, droghe e droghine varie acconsentite...un'idea di ordine sociale? No, è il delirio...

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madpierrot

Reg.: 08 Mag 2004
Messaggi: 851
Da: Pista Uno (es)
Inviato: 15-06-2006 10:28  
quote:
In data 2006-06-15 10:18, marcomond scrive:
- Sperimentazione delle "stanze del buco"




Se tu fossi un tossicodipendente questa opportunità sarebbe la cosa più importante e sicura della tua vita: si chiama riduzione del danno ed è uno dei pilastri della lotta alla droga in molti paesi d'europa. Punto di vista per nulla estremista, ma che tiene conto (purtroppo, possiamo dire), dei dati della realtà, rispetta la persona nonostante il suo "errore".

Ma si sa, l'ignoranza è una brutta bestia, così come lasciarsi guidare da pregiudizi e frasi fatte.
_________________
"La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà"

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marcomond

Reg.: 25 Nov 2001
Messaggi: 1968
Da: varese (VA)
Inviato: 15-06-2006 10:35  
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In data 2006-06-15 10:28, madpierrot scrive:
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In data 2006-06-15 10:18, marcomond scrive:
- Sperimentazione delle "stanze del buco"




Se tu fossi un tossicodipendente questa opportunità sarebbe la cosa più importante e sicura della tua vita: si chiama riduzione del danno ed è uno dei pilastri della lotta alla droga in molti paesi d'europa. Punto di vista per nulla estremista, ma che tiene conto (purtroppo, possiamo dire), dei dati della realtà, rispetta la persona nonostante il suo "errore".

Ma si sa, l'ignoranza è una brutta bestia, così come lasciarsi guidare da pregiudizi e frasi fatte.




Ma si sa, l'indottrinamento è ancora peggio, tanto che senza capire o conoscere minimamente alcun parametro cognitivo e comportamentale della società in cui viviamo, dove chiunque si sentirebbe legittimato di fare ciò che vuole è una cosa assurda e mi rivolgo da chi si fa guidare da posizioni di partito vero amico?
Inoltre nei paesi in cui questa dovrebbe essere l'opportunità ci sono anche leggi severe credo... E sul resto che mi dici? Nulla vero?...va bene così o con estremo imbarazzo non sai nemmeno che dire?
Inoltre: quel "se tu fossi"...non giustifica nulla e poi parli di "errore". Chissà con le stanzette del buco quali piani di legge contro il traffico di droga si impattano, un controsenso osceno:
- droghe leggere liberalizzate
- stanza del buco attiva
- reato minore di spaccio e detenzione spugnato da amnistia
- se irregolare poi non vieni manco espulso dal paese


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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 15-06-2006 10:49  
la cosa più grave e rimettere fuori i carcerati

uno schiafo all'intera società



devo dire tuttavia che girano voci ... che anche il centrodestra abbia fatto una cosa che per me è molto grave : cercare di smontare la Guardi di Finanza

io spero che un giorno arrivi in Italia un politico santo che ci liberi da questi cazzoni
_________________
For relaxing times make it Suntory time

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madpierrot

Reg.: 08 Mag 2004
Messaggi: 851
Da: Pista Uno (es)
Inviato: 15-06-2006 12:09  
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In data 2006-06-15 10:35, marcomond scrive:
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In data 2006-06-15 10:28, madpierrot scrive:
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In data 2006-06-15 10:18, marcomond scrive:
- Sperimentazione delle "stanze del buco"




Se tu fossi un tossicodipendente questa opportunità sarebbe la cosa più importante e sicura della tua vita: si chiama riduzione del danno ed è uno dei pilastri della lotta alla droga in molti paesi d'europa. Punto di vista per nulla estremista, ma che tiene conto (purtroppo, possiamo dire), dei dati della realtà, rispetta la persona nonostante il suo "errore".

Ma si sa, l'ignoranza è una brutta bestia, così come lasciarsi guidare da pregiudizi e frasi fatte.




Ma si sa, l'indottrinamento è ancora peggio, tanto che senza capire o conoscere minimamente alcun parametro cognitivo e comportamentale della società in cui viviamo, dove chiunque si sentirebbe legittimato di fare ciò che vuole è una cosa assurda e mi rivolgo da chi si fa guidare da posizioni di partito vero amico?



No, molto più semplicemente mi faccio guidare da cognizione di causa e da un minimo (non tanto, l'arroganza e la saccenza sono tue e te le lascio)di conoscenze in materia in più rispetto alle tue, dal momento che ho contatti pressocchè quotidiani con il "mondo" delle dipendenze patologiche e con chi ci lavoa: e le politiche di riduzione del danno, entro le quali rientra la proposta (per nulla delirante, per chi ha un minimo di conoscenza del tema) di Ferrero, sono un capisaldo delle strategie nazionali ed europee antidroga dagli anni '70: basta informarsi un minimo su certe cose.
Invece si accusano gli altri di valutare le cose per "partito" preso, quando la stessa legge Fini-Giovanardi è l'esempio lampante di legge "ideologica" per eccellenza.
Si, si, a delirare siamo noi...

P.S.: ma 'sta storia degli immigrati e dell'amnistia che dopo un milione centoventimila ottocento quarantasei volte che lo ripeti, abbiamo capito che non ti piacciono, cosa centrano con la droga?
Io sarò "indottrinato" (
), tu però sei vittima di uno spaventoso yogurt mentale...
_________________
"La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà"

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marcomond

Reg.: 25 Nov 2001
Messaggi: 1968
Da: varese (VA)
Inviato: 15-06-2006 12:39  
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In data 2006-06-15 12:09, madpierrot scrive:
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In data 2006-06-15 10:35, marcomond scrive:
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In data 2006-06-15 10:28, madpierrot scrive:
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In data 2006-06-15 10:18, marcomond scrive:
- Sperimentazione delle "stanze del buco"




Se tu fossi un tossicodipendente questa opportunità sarebbe la cosa più importante e sicura della tua vita: si chiama riduzione del danno ed è uno dei pilastri della lotta alla droga in molti paesi d'europa. Punto di vista per nulla estremista, ma che tiene conto (purtroppo, possiamo dire), dei dati della realtà, rispetta la persona nonostante il suo "errore".

Ma si sa, l'ignoranza è una brutta bestia, così come lasciarsi guidare da pregiudizi e frasi fatte.




Ma si sa, l'indottrinamento è ancora peggio, tanto che senza capire o conoscere minimamente alcun parametro cognitivo e comportamentale della società in cui viviamo, dove chiunque si sentirebbe legittimato di fare ciò che vuole è una cosa assurda e mi rivolgo da chi si fa guidare da posizioni di partito vero amico?



No, molto più semplicemente mi faccio guidare da cognizione di causa e da un minimo (non tanto, l'arroganza e la saccenza sono tue e te le lascio)di conoscenze in materia in più rispetto alle tue, dal momento che ho contatti pressocchè quotidiani con il "mondo" delle dipendenze patologiche e con chi ci lavoa: e le politiche di riduzione del danno, entro le quali rientra la proposta (per nulla delirante, per chi ha un minimo di conoscenza del tema) di Ferrero, sono un capisaldo delle strategie nazionali ed europee antidroga dagli anni '70: basta informarsi un minimo su certe cose.
Invece si accusano gli altri di valutare le cose per "partito" preso, quando la stessa legge Fini-Giovanardi è l'esempio lampante di legge "ideologica" per eccellenza.
Si, si, a delirare siamo noi...

P.S.: ma 'sta storia degli immigrati e dell'amnistia che dopo un milione centoventimila ottocento quarantasei volte che lo ripeti, abbiamo capito che non ti piacciono, cosa centrano con la droga?
Io sarò "indottrinato" (
), tu però sei vittima di uno spaventoso yogurt mentale...




"yogurt mentale" è bellissima, come anche quella dell'arroganza e del saccente, che condivido, perchè io sono arrogante e saccente e mi piaccio così

Sinceramente la cognizione di causa che decanti dovrebbe volgersi allora ad un insieme di ricerche quantitative e in secondo piano qualitative reali e concrete che vanno a vedere il numero dei casi e le motivazioni di chi si droga. E inizio a ritenere, specie per i pargoli delle famiglie bene medio-borghesi piuttosto che per i depressi od altro che il gioco forza per lenire il problema della droga non si riversi sulla liberalizzazione delle "leggere" e le stanze del buco. Ma dico io, l'impressione drastica che la droga è un male? una campagna forte ed aggressiva che abbia dalla sua efficacia ed efficienza no eh? Una strategia mirata alla sensibilizzazione, ma quella vera, con persuasione scientifica e piscologica è roba inutile? Ma no, è tutto al contraio perchè c'è una legge della destra da affrontare, questo è il tarlo dell'estremista. A proposito per risponderti alla domanda: se fossi attento a leggere e comprendere capiresti che il topic si è aperto sul "delirio sociale" che le idee e manovre del governo di questo ultimo mese secondo me fomentano nella società...e ho ben spiegato quali e quante sono....leggi inevece di dire che hai più esperienza (in cosa poi?)
Inoltre l'ideologia è un'essenza che non accetta di essere verificata e confutata dai dati reali...e penso che l'ideologico non sono io, ma qualcun altro...

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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 15-06-2006 12:43  
Gli immigrati sono una necessità per la società italiana. Senza immigrati (che noi trattiamo come bestie, è bene ricordarlo) la nostra economia collasserebbe. Siamo sempre di meno e sempre più vecchi, e dobbiamo reggere la concorrenza con nuove potenze emergenti. Dalle mie parti il 30-40% degli opeari siderurgici (sottopagati) proviene dall'estero.
L'immigrazione è fonte di ricchezza ( anche culturale). Poi crea anche problemi, è ovvio. Ma vedere solo i problemi significa essere veramente ciechi, significa voler arrestare la storia.
In Germania ed Inghilterra la percentuale di immigrati è decisamente superiore a quella italiana (siamo in entrambi i paesi sul 10%, in Italia se ben ricordo siamo sul 3%).
Il problema delle carceri: ad oggi la stragrande maggioranza dei carcerati è rappresentata da tossicodipendenti e micro-criminali. Quasi in ossequio alle teorie criminologiche per cui a livello di coscienza sociale i "crimini dei colletti bianchi" non sono percepiti come tali. Previti e Berlusconi non sono considerati criminali (mentre in effetti sono fra i criminali più pericolosi in assoluto, come tutti i mafiosi), mentre il bambino zingaro che ruba 10 euro è da mettere in carcere a vita. Si tratta di distorsioni belle e buone della realtà.

_________________
Se nulla capivo, qui tu finalmente
nulla lasciavi germogliare sulla brulla,
paradossale, tra noi terra infondata,
dove sono i leoni, ammattiti e marroni
lasciando immaginare
la sposa occidentale.

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marcomond

Reg.: 25 Nov 2001
Messaggi: 1968
Da: varese (VA)
Inviato: 15-06-2006 12:56  
Dunque:
"Gli immigrati sono una necessità per la società italiana. Senza immigrati (che noi trattiamo come bestie, è bene ricordarlo) la nostra economia collasserebbe. Siamo sempre di meno e sempre più vecchi, e dobbiamo reggere la concorrenza con nuove potenze emergenti. Dalle mie parti il 30-40% degli opeari siderurgici (sottopagati) proviene dall'estero.
L'immigrazione è fonte di ricchezza ( anche culturale). Poi crea anche problemi, è ovvio. Ma vedere solo i problemi significa essere veramente ciechi, significa voler arrestare la storia."
e sin qui hai detto tutte cose giuste e sensate, però un po' da "scoperta dell' acqua calda" direi. Inoltre voglio ben sperare che avendole sottolineate hai messo comunque in conto che nessuno ha detto che gli immigrati non devono venire in Italia e sostenuto il contrario, ok?


Poi:
"In Germania ed Inghilterra la percentuale di immigrati è decisamente superiore a quella italiana (siamo in entrambi i paesi sul 10%, in Italia se ben ricordo siamo sul 3%)."
posso affermare comunque che l'immigrazione italiana è diversa da quella di Germania e Inghilterra...la nostra è più caotica e meno acculturata

Ma poi:
"Il problema delle carceri: ad oggi la stragrande maggioranza dei carcerati è rappresentata da tossicodipendenti e micro-criminali. Quasi in ossequio alle teorie criminologiche per cui a livello di coscienza sociale i "crimini dei colletti bianchi" non sono percepiti come tali. Previti e Berlusconi non sono considerati criminali (mentre in effetti sono fra i criminali più pericolosi in assoluto, come tutti i mafiosi), mentre il bambino zingaro che ruba 10 euro è da mettere in carcere a vita. Si tratta di distorsioni belle e buone della realtà."
la grande distorsione che vedo è la tua indole antiberlusconiana convinta ed estrema. Ovviamente era immancabile il riferimento al berlusca, mi pare ovvio...caro amico che poi sia opinione diffusa che è solo e comunque lo zingarello a finire in galera mentre il "coletto bianco" (notate la denominazione, l'inquadramento e il latente pregiudizio) invece se la scampa, è il luogo comune dei luoghi comuni.
A proposito di zingari: ma come mai finiscono in galera?
Parola di zingaro:"non è nella nostra cultura lavorare". E poi si ruba, per forza. E allora si va in galera...


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madpierrot

Reg.: 08 Mag 2004
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Da: Pista Uno (es)
Inviato: 15-06-2006 14:00  
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In data 2006-06-15 12:39, marcomond scrive:
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In data 2006-06-15 12:09, madpierrot scrive:
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In data 2006-06-15 10:35, marcomond scrive:
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In data 2006-06-15 10:28, madpierrot scrive:
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In data 2006-06-15 10:18, marcomond scrive:
- Sperimentazione delle "stanze del buco"




Se tu fossi un tossicodipendente questa opportunità sarebbe la cosa più importante e sicura della tua vita: si chiama riduzione del danno ed è uno dei pilastri della lotta alla droga in molti paesi d'europa. Punto di vista per nulla estremista, ma che tiene conto (purtroppo, possiamo dire), dei dati della realtà, rispetta la persona nonostante il suo "errore".

Ma si sa, l'ignoranza è una brutta bestia, così come lasciarsi guidare da pregiudizi e frasi fatte.




Ma si sa, l'indottrinamento è ancora peggio, tanto che senza capire o conoscere minimamente alcun parametro cognitivo e comportamentale della società in cui viviamo, dove chiunque si sentirebbe legittimato di fare ciò che vuole è una cosa assurda e mi rivolgo da chi si fa guidare da posizioni di partito vero amico?



No, molto più semplicemente mi faccio guidare da cognizione di causa e da un minimo (non tanto, l'arroganza e la saccenza sono tue e te le lascio)di conoscenze in materia in più rispetto alle tue, dal momento che ho contatti pressocchè quotidiani con il "mondo" delle dipendenze patologiche e con chi ci lavoa: e le politiche di riduzione del danno, entro le quali rientra la proposta (per nulla delirante, per chi ha un minimo di conoscenza del tema) di Ferrero, sono un capisaldo delle strategie nazionali ed europee antidroga dagli anni '70: basta informarsi un minimo su certe cose.
Invece si accusano gli altri di valutare le cose per "partito" preso, quando la stessa legge Fini-Giovanardi è l'esempio lampante di legge "ideologica" per eccellenza.
Si, si, a delirare siamo noi...

P.S.: ma 'sta storia degli immigrati e dell'amnistia che dopo un milione centoventimila ottocento quarantasei volte che lo ripeti, abbiamo capito che non ti piacciono, cosa centrano con la droga?
Io sarò "indottrinato" (
), tu però sei vittima di uno spaventoso yogurt mentale...



Ma dico io, l'impressione drastica che la droga è un male? una campagna forte ed aggressiva che abbia dalla sua efficacia ed efficienza no eh? Una strategia mirata alla sensibilizzazione, ma quella vera, con persuasione scientifica e piscologica è roba inutile?



Perchè Ferrero ha detto anche questo?
Non mi pare proprio, fa parte delle tue innumerevoli conclusioni arbitrarie.
E gli interventi mirati alla riduzione del danno non escludono certo la lotta al traffico internazionale di droga o massicce campagne di prevenzione.
Sono tutti quanti pilastri fondamentali di ogni efficace strategia antidroga.

Se la legge Fini-Giovanardi è osteggiata da tutte gli operatori delle comunità terapeutiche e criticata anche da San Patrignano (da sempre la più vicina alle posizioni della destra), un motivo ci sarà.
Ed è tutta gente che lavora a contatto quotidiano con certi problemi...
Se le politiche repressive in tema di droga sono state abbandonate da tutti gli stati europei ci sarà un motivo (che magari non funzionano).

Una legge che tira un colpo di spugna sulla riduzione del danno quando questa è utilizzata in tutta Europa è un legge che non tiene conto dei dati della realtà, ascientifica e ideologica.
Soprattutto una legge che colpisce in proporzione molto di più i consumatori di cannabinoidi piuttosto che quelli di cocaina, quando è proprio il consumo di cocaina il Problema nell'ambito delle dipendenze è ancora una volta e a maggior ragione una legge miope, semplicisitica e che non tiene conto della realtà dei fatti.
Dire che la droga è un "male" non serve ad un tubo se poi si adottano strategie palesemente inefficaci nell'affrontare il problema e se alla scientificità si antepone il moralismo.
Inoltre se tutte le droghe fanno male, che ne è nel testo di legge di alcol e fumo: pure incoerente.
Un pasticcio su tutta la linea.

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madpierrot

Reg.: 08 Mag 2004
Messaggi: 851
Da: Pista Uno (es)
Inviato: 15-06-2006 14:05  
La politica della “riduzione del danno” (RdD) detta anche “teoria della limitazione del danno” nasce dalla constatazione della presenza di uno o più danni collegati alle tossicodipendenze(cfr.Manconi,1991). Si può definire in alcune sue forme un tentativo di mediare sia le posizioni estremiste del proibizionismo sia quelle dell’antiproibizionismo anche se, nella gamma di interventi che propone vi è una tendenza verso una soluzione non repressiva dei problemi e soprattutto dei comportamenti di consumo. L’idea di fondo è quella di riuscire a convivere con la droga limitando il più possibile i danni da essa causati (cfr.O’Hare,1994).
Questo approccio innovativo è nato nel corso degli anni ‘70 in Inghilterra e nei Paesi Bassi e di lì ha iniziato a diffondersi in tutta l’Europa occidentale mantenendo in ogni paese le proprie caratteristiche. Nei Paesi Bassi e poi in Svizzera si è evoluto assieme ad una politica sostanzialmente tollerante nei confronti delle sostanze, mentre in altri paesi come l’Italia e la Francia è stato adottato un approccio repressivo anche se moderato. La riduzione del danno si sta proponendo come la principale politica in materia di droga, alternativa a quella centrata sull’astinenza, che al contrario privilegia la diminuzione della diffusione e dell’incidenza del consumo di droga (cfr.Newcombe,1994). Secondo Alex Wodack, uno dei maggiori sostenitori in Australia dell’approccio della riduzione del danno, il confronto è principalmente con il proibizionismo definito come strategia della riduzione della domanda al quale viene opposta la strategia della riduzione dell’offerta. “L’assunto fondamentale delle politiche mirate a limitare la domanda è che ridurre il consumo di droga riduce anche il danno. Anche se accettiamo l’ipotesi di una diminuzione del consumo di droga (a causa del maggior costo per il potenziale consumatore dovuto a conseguenze legali, finanziarie e sanitarie) non è per nulla assodato che queste politiche comportino meno danni per la comunità e per gli individui. Una politica più liberale invece potrebbe far diminuire questi costi visto che la maggior parte di essi al momento è collegabile al fatto che le droghe sono illegali” (cfr.Alex Wodak,1994 pag 74).
Secondo l’ex Ministro della sanità Umberto Veronesi il primo obiettivo della RdD è quello di ridurre la mortalità e le patologie correlate all’abuso di droghe attraverso un sostegno terapeutico, sia preventivo sia curativo, finalizzato a diminuire gli effetti negativi del consumo sull’organismo del tossicodipendente, sul suo equilibrio psichico e sulla sua capacità di adattamento sociale (cfr. Veronesi,Genova2000). Al centro di questa politica vi è la persona e non più la sostanza. Un esempio è costituito dal fatto che al “paziente” viene data la possibilità di concordare la terapia scegliendo tra un ventaglio di proposte. Importante sotto questo profilo è anche il riconoscimento del diritto ad essere aiutato indipendentemente dalla sua capacità o volontà di smettere di drogarsi (cfr.Turco,Genova2000).
Newcombe precisa che “aiutare”, non significa necessariamente “aiutare a guarire” dalla tossicodipendenza, poiché esistono patologie che pur non essendo guaribili sono comunque curabili. Infatti gli interventi diretti al soggetto, si pongono come obiettivo la minimizzazione dei danni (cfr.Newcombe,1994).
Tra gli interventi che caratterizzano la RdD vi sono: la somministrazione del metadone, la distribuzione delle siringhe e dei profilattici, la somministrazione controllata di eroina. Tali interventi non devono essere però intesi ,secondo O’Hare, come una resa della società nei confronti del consumo di droghe, ma devono far parte di un itinerario multiforme offerto dalla società a chi è vittima delle sostanze stupefacenti, per consentirgli di riconquistare la propria autonomia e la propria libertà. Altresì la distribuzione di siringhe sterili punta a combattere la diffusione dell’AIDS e delle epatiti tra i consumatori per via iniettiva.(cfr.O’Hare,1994).
Secondo Geoffrey Pearson che insieme a Russel Newcombe e Pat O’Hare può essere considerato il teorico più importante della politica della riduzione del danno sono quattro le finalità che essa deve perseguire: a) il contenimento del numero dei nuovi consumatori che entrano nel sistema, attraverso interventi a basso livello mirati ed efficaci, che si affianchino ad altre strategie di prevenzione; b) incoraggiare i consumatori ad intraprendere precocemente percorsi di disintossicazione anche attraverso programmi che per un certo periodo prevedano terapie di mantenimento (metadone, eroina stessa); c) minimizzazione degli aspetti negativi delle strategie repressive attraverso la rinuncia all’arresto, forme alternative alla detenzione e altre attività comunitarie che limitino l’uso eccessivo delle misure di custodia e rafforzino le prospettive di riabilitazione; d) la minimizzazione del danno per l’intera comunità, attraverso la riduzione dei reati commessi dai consumatori al fine di procurarsi droga (cfr.Pearson 1994).
Si tratta della definizione dei “quattro pilastri” di una politica riprodotta e rielaborata successivamente da altri studiosi e applicata in una forma meno coercitiva in Svizzera. Pearson ritiene di fondamentale importanza non ritenere i consumatori-spacciatori vittime dei grandi trafficanti. Lo stile di vita che essi adottano infatti in molti casi è caratterizzato da disponibilità monetarie non indifferenti, macchine di lusso e vestiti alla moda. Ciò crea, secondo l’autore, soprattutto nei più giovani la tendenza a voler imitarli e ad abbandonare fin dall’infanzia la speranza di intraprendere la strada dell’integrazione sociale. Gli spacciatori al dettaglio oltretutto sono quelli che consentono la distribuzione nelle città e proprio attraverso questa distribuzione, le droghe dannose arrivano nei quartieri più a rischio . Pearson sostiene che, rendendo la vita impossibile agli spacciatori, si otterrebbe anche l’effetto di allontanarli dai potenziali consumatori i quali avrebbero sempre meno occasioni di “varcare la soglia” della sperimentazione della sostanza.(cfr.Pearson,1994). Pearson ritiene anche che un’azione repressiva troppo intensa però, potrebbe causare danni peggiori. L’incarcerazione dei consumatori-spacciatori infatti, rende il mercato instabile e sposta le basi di vendita da un quartiere all’altro della medesima città. Ciò provoca l’ingresso di nuovi spacciatori che a differenza dei precedenti non hanno già una clientela sicura e conosciuta. Per chi volesse accostarsi per la prima volta alle droghe, questa situazione è più favorevole, in quanto è più semplice trovare “pusher” che si fidino a vendergliela. In pratica si abbassa la soglia di entrata nel sistema (cfr.Pearson 1994).
Sotto il profilo del recupero del tossicodipendente e quindi del suo incanalamento verso una determinata terapia, lo studioso inglese evidenzia l’importanza di un intervento sul soggetto fin dallo stadio iniziale della carriera di consumatore. Su questo punto però, egli si distanzia da alcuni dei suoi seguaci (dallo stesso Newcombe) sostenendo l’opportunità di un intervento coercitivo anche se leggero. “Gli approcci di tipo medico ai problemi della droga –scrive- ripropongono il mito del volontarismo, dell’utente motivato che sceglie e agisce consapevolmente e che ammette di essere malato. Ma questo non è il ritratto dei consumatori di droga” (cfr.Pearson,1994 pp30). Egli non ritiene importante riconoscere al tossicodipendente il diritto a non dover essere sottoposto a trattamenti sanitari, diritto peraltro sancito da molte costituzioni.(cfr.Pepino,1997). Il suo pensiero è molto diffuso e applicato tra chi si ispira alla politica della limitazione del danno. In molti Paesi per costringere il tossicodipendente a intraprendere la cura disintossicante, viene proposta come alternativa il carcere (solidarismo autoritario). Anche dove il consumo è depenalizzato, spesso accadono fatti simili. La barriera tra spaccio e consumo è sottile e succede frequentemente che i consumatori detengono quantità appena al di sopra del limite consentito dalla legge, ricadendo così nel reato di detenzione ai fini dello spaccio.(cfr.Pepino 1997).
Ma la politica di Pearson vuole comunque evitare l’incarcerazione delle persone. Nelle carceri infatti vi è una probabilità altissima di diffusione del contagio di malattie (AIDS,epatiti) a causa delle pessime condizioni igieniche in cui avvengono le assunzioni per via iniettiva. Oltretutto il carcere non favorisce il recupero del tossicodipendente non consentendo l’applicazione di terapie adeguate. “E’ necessario –dice- che le risposte penali e repressive si armonizzino con i progetti innovativi, che ad esempio utilizzino nuove forme di comunicazione nell’educazione alla salute, vengano organizzate unità di strada, si sviluppino servizi a bassa soglia” (cfr.Pearson,1994 pp36).
Per “riduzione del danno per l’intera comunità” l’autore si riferisce all’obiettivo di incrementare il contatto del consumatore attivo con i servizi. In questo modo si può ridurre il numero di reati commessi dai consumatori per procurarsi la droga e contenere la diffusione delle malattie infettive. La limitazione della spesa pubblica dovuta al ricorso eccessivo alla carcerazione è un altro effetto positivo. Ciò che va evitata però, aggiunge lo stesso autore, è anche una politica assistenziale troppo accondiscendente che attiri tossicodipendenti dall’esterno. Esiste infatti il fenomeno del “turismo per droga” conseguenza appunto di uno squilibrio tra le politiche repressive in regioni e paesi confinanti. La riduzione dell’azione repressiva dunque va fatta non unilateralmente ma attraverso accordi interregionali o internazionali.
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madpierrot

Reg.: 08 Mag 2004
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Da: Pista Uno (es)
Inviato: 15-06-2006 14:07  
da Tempo Medico

TOSSICODIPENDENZA
Ridurre il danno serve

Non sono probabilmente possibili risposte scientifiche sull’efficacia di proibizionismo o antiproibizionismo: sono epistemologie diverse, rispetto alle quali è assai sbagliato cercare risposte scientifiche. Dovrebbero invece essere valutati gli effetti concreti, in ciascun paese, di diverse strategie d’approccio a droghe e tossicodipendenze. E’ grossolano confondere l’antiproibizionismo con le strategie di riduzione del danno. La riduzione del danno non è uno slogan politico o ideologico, ma un insieme d’interventi pragmatici, mirati a ridurre i danni alla salute per le persone tossicodipendenti e per tutta la popolazione.

L’epidemia d’infezione HIV si è diffusa nella popolazione generale avendo come principale serbatoio di trasmissione le persone che scambiavano siringhe usate per iniettarsi eroina. In altri paesi, strategie di riduzione del danno sono state avviate all’inizio dell’epidemia, riducendone radicalmente la probabilità di trasmissione alla popolazione generale; in Italia questi interventi sono stati attuati con quasi dieci anni di ritardo, permettendo all’epidemia di diffondersi rapidamente.

Le strategie di riduzione del danno hanno permesso di agganciare migliaia di tossicodipendenti, che non si erano mai rivolti ai servizi, e di inserirli in percorsi terapeutici e riabilitativi. Contrariamente a quanto si vuol far credere, la riduzione del danno non è antitetica a prevenzione e reinserimento, anzi è strumentale alla riabilitazione, proprio perché permette di agganciare persone che spontaneamente non si sarebbero mai rivolte a un servizio. Proprio le politiche più proibizioniste devono essere accompagnate da interventi forti e pragmatici di riduzione del danno.

Sull’efficacia del metadone: è il farmaco che, a tutt’oggi, ha mostrato la maggiore efficacia nel ridurre l’uso di eroina di strada, nel migliorare le condizioni di salute e nel ridurre l’attività criminale. Studi e revisioni sistematiche documentano l’efficacia a lungo termine dei trattamenti di mantenimento. Mentre sedicenti esperti negano queste prove scientifiche, British Medical Journal e Lancet pubblicano i risultati di studi che dimostrano che la somministrazione combinata di eroina e metadone a persone che consumano eroina da molto tempo è sicura, gestibile ed è più efficace del metadone da solo nel migliorare le condizioni di salute fisica e mentale e le condizioni sociali. Le persone che si iniettano eroina hanno una mortalità circa quindici volte più alta dei loro coetanei. Il primo compito del Servizio sanitario nazionale è migliorare la salute delle persone che usano sostanze stupefacenti e soprattutto aumentarne la sopravvivenza.

Solo chi sopravvive potrà entrare in un programma di reinserimento e possibilmente uscirne libero dalla dipendenza. Ci si preoccupi, semmai, del fatto che trattamenti efficaci disponibili - come il metadone - non sono usati abbastanza e in modo appropriato nei servizi italiani, mentre, negli stessi servizi, pubblici e privati, abbondano sedicenti trattamenti di cui non si vuole nemmeno valutare l’efficacia sperimentale, basati solo su teorie e fedi che nulla hanno a che vedere con la scienza.

Marina Davoli, Marica Ferri
Gruppo di revisione internazionale Cochrane su droga e alcol, Roma

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marcomond

Reg.: 25 Nov 2001
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Da: varese (VA)
Inviato: 15-06-2006 14:47  
Che strano, salta fuori un intervento con un certo nickname...poi scompare d'improvviso e ricompare il medesemo intervento, ma porta il nick di madpierrot...mha...

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marcomond

Reg.: 25 Nov 2001
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Da: varese (VA)
Inviato: 15-06-2006 14:48  
"Gli esperti in tossicodipendenze contrari alla proposta del governo"

Cosa si aspettano in questo modo, di risolvere il problema della droga'».
Esordisce con una domanda retorica don Aldo Fortunato, responsabile della comunità di recupero Arca di Como, ascoltando la proposta del ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, di sperimentare le cosiddette stanze del buco, luoghi in cui è possibile assumere droga in un ambiente protetto.
Obiettivo di questo progetto, già attivo in altre zone d'Europa, a partire dalla vicina Svizzera, sarebbe in particolare ridurre i rischi di contagio e di overdose. «Non escludo che in casi estremi si possano valutare anche ipotesi di esperienze sperimentali particolari - dice don Aldo - ma non è certo con questi modi che si può andare ad incidere sulla piaga della droga. E, soprattutto, oggi le priorità sono ben altre».
Il sacerdote, tra i più attivi nel Comasco sul fronte della lotta alla droga, si era già mostrato critico in occasione della legge sull'inasprimento delle pene per il consumo e lo spaccio di droga, e ora contesta questa nuova proposta. «La precedente classe politica pensava di risolvere il problema solo con la repressione, l'attuale maggioranza al contrario pensa che liberalizzare sia la strada giusta - dice don Aldo - Sono sbagliate invece entrambe le modalità di approccio perché gli interventi da fare sono ben altri. È necessario ad esempio aumentare il personale nei Sert così come le risorse a disposizione delle comunità di recupero, che oggi sono invece insufficienti».
«È scoraggiante sentire queste proposte arrivare da esponenti del nuovo governo - aggiunge don Aldo - quando manca ancora un piano di politiche giovanili e i nostri ragazzi sono allo sbando, quando manca ancora la prevenzione primaria. Credo che non si debba affidare la risoluzione di questi problemi ai politici ma a tecnici al di sopra delle parti che sanno che non esiste una panacea per la droga e sanno invece da dove si deve partire per risolvere i problemi».
Perplessità sull'uscita a sorpresa del ministro Ferrero anche da parte del direttore generale dell'Asl, Simona Mariani, che proprio recentemente ha presentato un progetto incentrato sui giovani per prevenire la diffusione del consumo di droga. Un lavoro accompagnato anche da un'analisi della situazione sul territorio lariano, dove secondo gli esperti almeno 4 adolescenti su 10 ammettono di aver consumato o di consumare sostanze stupefacenti.
«Sono abbastanza perplessa all'idea delle stanze del buco, perché parliamo di un fenomeno già fin troppo diffuso e in crescita - sottolinea il numero uno di via Pessina - Non credo che un'ipotesi di questo tipo possa aiutare a diminuire il consumo o ridurre i problemi connessi all'uso di droghe. Magari in Paesi in cui ci sono un'organizzazione e una mentalità diverse possono essere strutture utili, ma non in Italia, almeno in questo momento. I nostri giovani hanno già grossi problemi e disagi, pensare a luoghi di consumo protetto non è certo un rimedio».
Suggerisce un approccio diverso al problema anche lo psicologo lariano Gabriele Stampa. «Sul problema della droga non si possono fare questioni ideologiche o politiche, schierarsi da una parte o dall'altra. Quello che serve è un'integrazione tra le possibili strade percorribili. È assurdo che ci sia una divisione netta tra la linea di chi pensa solo alla riduzione del danno e chi invece vuole lavorare solo per ridurre il fenomeno. È necessario uscire da questa logica schematica per poter andare davvero a incidere su questa piaga. Servono progetti e modalità di intervento che vadano a integrare le due strade e proporre soluzioni complessive - continua - È difficile gestire il problema droga facendo discorsi ideologici e trasformando la questione in scontro politico. Ogni soluzione in questo modo è parziale perché viene posta in termini di contraddizione con un'altra. Gli obiettivi sono tanti e diversi e il problema dev'essere affrontato con un approccio integrato».


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marcomond

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Da: varese (VA)
Inviato: 15-06-2006 14:51  
di LAURA DELLA PASQUA
«MA CHE proposta è questa? Non meriterebbe nemmeno un commento. Sono scandalizzata» Daniela Santanchè coordinatore nazionale donne e sensibile ai temi sociali, guarda le agenzie di stampa con le dichiarazioni del ministro Ferrero che apre alla sperimentazione delle stanze del buco, e afferma stupita: «Non ci posso credere. Un ministro della Repubblica che dà questo esempio ai giovani. È un’ammissione di debolezza di fronte al problema della droga». Ferrero parla di sperimentazione. Cos’è che non la convince? «La lotta alla droga deve essere senza se e senza ma. Deve passare il concetto che drogarsi fa male qualsiasi sia la sostanza usata. Non si deve agevolare il fenomeno. Questa proposta non va nella direzione di chi vuole salvare i giovani». Il presidente della Croce Rossa, Massimo Barra è dell’idea che sono meglio le stanze del buco che una overdose in uno scantinato o in un bagno, col rischio di morire. «Non deve passare il concetto che i giovani vanno a morire per strada. Dobbiamo fare di tutto perchè i giovani non si droghino. Questa proposta mi sembra quasi una agevolazione, una facilitazione, non va nella direzione di educare al rifiuto della droga. E poi mi domando: il meglio, come dice Barra, può essere mai la stanza del buco?» Che bisognerebbe fare invece? «Intensificare la campagna di informazione sui danni della droga. La tossicodipendenza è un problema strutturale e la scuola potrebbe fare molto. Non bisogna dare per scontato che ci si droghi. Occorre attuare un grande programma di prevenzione» Campagne di informazione e di prevenzione sono state fatte ma con quali risultati? «Si vede che non sono stati fatti nel modo giusto o non così intensi come richiederebbe il problema. Le stanze del buco equivalgono ad una resa alla droga». All’interno dell’Unione c’è chi la pensa come lei. È l’ennesima volta che la maggioranza si divide? «Nel centrosinistra, prima di esternare, i ministri dovrebbero coordinarsi un po’ di più. Ha fatto bene Prodi a dire che i ministri dovrebbero dichiarare meno e soprattutto prima dovrebbero concertare una linea. Questa uscita di Ferrero sulla droga è l’ennesima dimostrazione di scarsa compattezza della maggioranza che ormai si divide su tutto, dai temi etici alla politica estera, ai problemi sociali».

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marcomond

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Da: varese (VA)
Inviato: 15-06-2006 14:53  
"Il buco in una stanza" - di Elena Siri

Adesso possiamo stare tranquilli. Il nuovo Governo ha ben presente quali sono i nostri problemi quotidiani di cittadini e intende risolverli. Naturalmente è disposto anche a non rispettare a pieno il nutrito programma pre-elettorale per meglio servire il paese e rispondere ai problemi magari urgenti o urgentissimi che affliggono l’Italia. Per questo sta lavorando il nuovo ministro della Solidarietà Sociale, tale Paolo Ferrero, che ha annunciato di voler introdurre una incredibile innovazione: le stanze del buco. Eh sì signore e signori, davvero ci voleva. Quanti di noi non dormivano più la notte pensando al domani angosciati dall’idea di non trovare un posto giusto per consumare le proprie sostanze stupefacenti? Drogarsi in bagno? E’ fuori moda. In cucina? No, in mezzo all’odore del cibo è nausea garantita. Nella camera dei bimbi? Fa brutto esempio. Ma per fortuna ora possiamo andare all’ASL dove ci aspetta una stanza “attrezzata”, pulita e comoda nella quale saremo serviti e riveriti ed anche in caso di overdose non correremo alcun pericolo.
Innanzi tutto qualcuno in parlamento dovrebbe spiegare all’onorevole che il problema del “luogo” era un problema legato soprattutto al consumo di eroina per via della sua somministrazione per via endovenosa; ma si dà il caso che l’eroina sia un prodotto in calo rispetto alla larghissima diffusione delle droghe di nuova generazione (in pasticche) e soprattutto rispetto alla cocaina, consumata rapidamente via inalazione nasale e quindi in qualsiasi bagno pubblico o salotto privato. Ma il geniale Ministro pensa così di poter controllare direttamente il fenomeno droga con la liberalizzazione e il controllo della somministrazione, schedando naturalmente tutti i migliori clienti abituali.

Questa è una pura illusione poiché, tolto qualche vecchio tossicomane all’ultimo stadio, nessun consumatore di droghe, magari insospettabile con moglie e brillante carriera lavorativa, si recherebbe nella “stanza” per avere una dose con il rischio di dichiarare il suo vizio. Non parliamo poi del fatto che un grande consumo di sostanze stupefacenti viene fatto in “festini” organizzati, o in riunioni particolari, in ville, in feste private, in discoteche, in incontri sessuali o in rituali “socializzanti”, che legano intimamente l’uso della sostanza all’occasione, alla prestazione, all’esuberanza del momento, o allo sturbamento della serata. A meno che il Ministro Ferrero non pensi di trasferire nella stanza dell’ASL anche la vita notturna, affittando i padiglioni sanitari per feste e compleanni, e facendo diventare i policlinici dei veri e propri dancing. Il che sarebbe un’idea anche per rimpinguare le casse pubbliche che in materia di sanità si dichiarano sempre vuote.

Crede davvero il Ministro che Lapo o Califano, per citare due nomi noti, si sarebbero recati a prendere la loro dose alle otto di mattina all’ambulatorio? Loro no, dirà il visionario ministro, perché sono drogati di lusso, ma al popolo potrà giovare. Ebbene allora pensiamo che i nostri liceali saranno interessati a frequentare la stanza del buco, o forse continueranno a sballarsi il sabato notte nei Rave Party? D’accordo che il governo deve assolutamente distruggere tutto quello che ha fatto il precedente, perché questa è la regola dettata dalla sinistra, ma la revisione, magari sensata, della legge Fini-Giovanardi che combatteva l’uso degli stupefacenti con un eccesso d’intolleranza non può essere risolta con una invenzione così inutile come quella delle stanze del buco destinate a rimanere vuote. Qualcuno sostiene che in alcuni paesi europei esistono già, ma a parte il fatto che un conto è la loro esistenza, un altro conto è la loro effettiva utilità, in materia di lotta alla droga non credo che nessun paese europeo abbia raggiunto brillanti risultati. Il problema vero è che gli interessi economici dietro quel mercato sono ovunque troppo grossi, lo sappiamo tutti ed è inutile fare gli ingenui promulgando leggi che colpiscono chi fuma uno spinello o che, al contrario, permettono di bucarsi comodamente ospiti della saletta apposita allestita nell’ospedale.

Prima di un criterio di totale liberalizzazione, a pochi mesi da uno appena promulgato di totale repressione, ci vorrebbe serietà. Non è che il Ministro può trovare una stanza al Parlamento da adibire a questa pratica? E mentre sulla porta delle sue nuove stanze del buco comparirebbe la scritta “Qui è possibile drogarsi in pace e sicurezza” sulle stanze romane ci vorrebbe qualcosa come “Qui si parla seriamente di problemi reali”. Inutile dire che entrambe le stanze rimarrebbero vuote. I drogati vogliono rimanere liberi e anonimi, non fare vita da malati schedati. I politici vogliono rimanere liberi dalle responsabilità e con le fette di prosciutto sugli occhi. E le tasche piene, naturalmente.


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