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Autore Francia : scontri per i diritti dei lavoratori
theguest

Reg.: 13 Apr 2005
Messaggi: 1189
Da: etere (es)
Inviato: 27-03-2006 09:44  
In data 2006-03-25 17:24, Futurist scrive:[/i]

Se non gli sta bene la legge sul primo impiego avrebbero dovuto fare propaganda, trovare consensi, raccogliere firme, fondare partiti o associazioni, entrare in parlamento e cambiarla. E' così che facciamo noi gente perbene in democrazia, in una società basata sul diritto ed il reciproco rispetto.
[/quote]

ti rendi conto delle castronerie che scrivi ? Oppure devo pensare che ci credi davvero?
_________________
solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana e non sono sicuro della prima.

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honecker

Reg.: 31 Gen 2005
Messaggi: 626
Da: Pankow (es)
Inviato: 27-03-2006 11:23  
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In data 2006-03-26 15:40, Futurist scrive:
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In data 2006-03-26 15:02, honecker scrive:
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In data 2006-03-25 17:24, Futurist scrive:
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In data 2006-03-24 12:33, honecker scrive:
La Francia è un esempio.
Ancora una volta.


E' così che facciamo noi gente perbene in democrazia, in una società basata sul diritto ed il reciproco rispetto.



Dove sta il rispetto di voi "gente per bene" in una legge che permette alle aziende di assumere neolaureati con uno stipendio da fame e di licenziarli quando più fa comodo?
Ricordo inolte che quell'enorme caos che si chiama Iraq è stato creato proprio dai "voi gente per bene" in nome della vostra voglia di democrazia.

Se questa è la vostra democrazia, la piazza è la scelta migliore.




Anche le aziende hanno dei diritti, o non lo sai? Se un neoassunto si rivela inadeguato per quell'impiego deve poter essere rimosso, per far posto a gente più meritevole... se le condizioni del contratto non vanno bene al lavoratore e crede di meritarsi di meglio può sempre farsi assumere da qualcun'altro... questa è la giustizia, questa è la libertà...



Libertà per le aziende, e per i datori di lavoro e "giustizia" dal loro punto di vista, e dal tuo, che, ho l'impressione, probabilmente non hai mai lavorato.
_________________
Popolo, Patria, Socialismo

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honecker

Reg.: 31 Gen 2005
Messaggi: 626
Da: Pankow (es)
Inviato: 27-03-2006 11:23  
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In data 2006-03-26 15:40, Futurist scrive:
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In data 2006-03-26 15:02, honecker scrive:
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In data 2006-03-25 17:24, Futurist scrive:
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In data 2006-03-24 12:33, honecker scrive:
La Francia è un esempio.
Ancora una volta.


E' così che facciamo noi gente perbene in democrazia, in una società basata sul diritto ed il reciproco rispetto.



Dove sta il rispetto di voi "gente per bene" in una legge che permette alle aziende di assumere neolaureati con uno stipendio da fame e di licenziarli quando più fa comodo?
Ricordo inolte che quell'enorme caos che si chiama Iraq è stato creato proprio dai "voi gente per bene" in nome della vostra voglia di democrazia.

Se questa è la vostra democrazia, la piazza è la scelta migliore.




Anche le aziende hanno dei diritti, o non lo sai? Se un neoassunto si rivela inadeguato per quell'impiego deve poter essere rimosso, per far posto a gente più meritevole... se le condizioni del contratto non vanno bene al lavoratore e crede di meritarsi di meglio può sempre farsi assumere da qualcun'altro... questa è la giustizia, questa è la libertà...



Libertà per le aziende, e per i datori di lavoro e "giustizia" dal loro punto di vista, e dal tuo, che, ho l'impressione, probabilmente non hai mai lavorato.
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honecker

Reg.: 31 Gen 2005
Messaggi: 626
Da: Pankow (es)
Inviato: 27-03-2006 11:25  
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In data 2006-03-26 15:40, Futurist scrive:
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In data 2006-03-26 15:02, honecker scrive:
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In data 2006-03-25 17:24, Futurist scrive:
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In data 2006-03-24 12:33, honecker scrive:
La Francia è un esempio.
Ancora una volta.


E' così che facciamo noi gente perbene in democrazia, in una società basata sul diritto ed il reciproco rispetto.



Dove sta il rispetto di voi "gente per bene" in una legge che permette alle aziende di assumere neolaureati con uno stipendio da fame e di licenziarli quando più fa comodo?
Ricordo inolte che quell'enorme caos che si chiama Iraq è stato creato proprio dai "voi gente per bene" in nome della vostra voglia di democrazia.

Se questa è la vostra democrazia, la piazza è la scelta migliore.




Queste "proteste universitarie" sono portate avanti da studenti perdigiorno parcheggiati all'università dai loro facoltosi padri



Affermazioni superficiali e borghesi: cos'è?
Li conosci uno per uno, compreso il loro conto in banca?
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honecker

Reg.: 31 Gen 2005
Messaggi: 626
Da: Pankow (es)
Inviato: 27-03-2006 11:31  
Primavera a Parigi
ANNA MARIA MERLO
La situazione è bloccata tra Villepin e gli studenti, con i sindacati in mezzo, rivitalizzati dai giovani. Ne valeva la pena? È la destra adesso a chiederselo, spaventata del proprio tentativo di affondo. Valeva la pena di scatenare una crisi sociale dell'ampiezza che sta vivendo in questi giorni la Francia, per imporre dall'alto, senza nessuna concertazione preventiva con il mondo del lavoro e della scuola, il Cpe, il contratto di prima assunzione, che in realtà non è destinato a cambiare nulla nella situazione dei giovani, che vivono al quotidiano l'insicurezza, il precariato come sola alternativa alla disoccupazione, l'assenza magari soprattutto psicologica di prospettive per il futuro? Il carattere psico-rigido, il narcisismo testardo di Dominique de Villepin non spiegano tutto. La sinistra francese è quasi nell'imbarazzo di fronte all'ampiezza della rivolta degli studenti e dei liceali. Da 25 anni, come la destra, non ha trovato risposte alla crisi sociale emergente, adeguandosi all'analisi liberista dominante. Non si aspettava un'offensiva ideologica cosi' forte da parte di Villepin, che fino a qualche tempo fa aveva cercato di darsi un'immagine «sociale» di stampo vetero-gollista. Non si aspettava la rivolta dei giovani che gridano: «a chi dice precariato, i giovani rispondono: resistenza! ». E che spiegano: «non vogliamo questa società che ci propone un futuro senza avvenire». Il Cpe, il contratto di primo impiego riservato ai giovani di meno 26 anni che istituzionalizza il precariato, è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno da anni. Arcaismo dei giovani francesi, specchio di un paese che si chiude su se stesso e che resiste ai diktat della mondializzazione? È la spiegazione data dai media statunitensi. Eppure, studenti e liceali della quarta potenza economica del mondo pongono una domanda che ci riguarda tutti: le persone devono trasformarsi in kleenex, in oggetti usa e getta, mentre gli utili delle società vanno alle stelle (89 miliardi di euro quest'anno solo per le prime 40 società quotate alla Borsa di Parigi)? I soldi non mancano, ma l'ineguaglianza cresce, la povertà è visibile ai piedi dei bei quartieri, l'individualizzazione dei rapporti sociali, la rottura delle vecchie solidarietà, non ha portato alla realizzazione di sé per tutti, ma all'esplosione degli egoismi e alla miseria umana. Questa è la domanda che i giovani francesi pongono all'Europa: come vogliamo costruire il nostro futuro? I giovani danno la loro risposta. Anche se il fumo alzato dalla violenza è lo strumento pronto a screditarla. Malgrado i rischi di derive, ci dicono che la rivolta delle banlieues del novembre scorso e quella degli studenti - «privilegiati» secondo il governo - comunicano la stessa inquietudine. Al di là di tutte le ipocrisie del potere per favorire un melting pot nei posti di responsabilità - dal prefetto «musulmano» al presentatore di tg appartenente a «una minoranza visibile» - marciano tutti assieme, classi medie franco-francesi, liceali banlieusards di tutte le origini, per dire «resistenza» al precariato. I sindacati, da tempo addormentati e in Francia poveri di iscritti da decenni, sembrano aver capito che la battaglia contro il Cpe riguarda tutti: si tratta della qualità della vita di ognuno, della qualità della vita di una società che aveva costruito, negli anni del boom, uno stato sociale efficiente, e che ora - in tempi dove circolano molti soldi ma manca il lavoro per tutti - l'ideologia liberista vorrebbe distruggere. Un altro mondo è possibile, costruiamolo, dicono gli studenti. La sinistra annaspa e questo è il rischio maggiore, che potrebbe trasformare lo slancio in una delusione destinata ad essere pagata cara. Perché le aspettative frustrate non sono mai buone consigliere e la paura nemmeno.
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honecker

Reg.: 31 Gen 2005
Messaggi: 626
Da: Pankow (es)
Inviato: 27-03-2006 11:32  
Se le banlieues vanno alla Sorbona
Le nuove alleanze Gli studenti discutono il rapporto con i ragazzi delle periferie
ANNA MARIA MERLO
PARIGI
Circa duemila casseurs si sono intrufolati nel corteo di giovedì, a Parigi, secondo la polizia. Sono responsabili di violenze contro i manifestanti, dei passanti, dei negozi e ristoranti, delle auto. Secondo la polizia, questi casseurs si dividono in tre cetegorie: i militanti di estrema sinistra e di estrema destra, che con motivazioni opposte cercano di creare confusione nel movimento, dei deliquenti tipici appartenenti a bande, che «vengono dalla banlieue», precisa un poliziotto, e dei liceali e studenti «della piccola borghesia - spiega sempre il poliziotto - che si mettono ad imitare i banlieusards, anche per un sentimento di solidarietà, senza neppure rendersi conto di compiere atti illegali». Jacques Chirac ha giudicato «inaccettabile» la violenza. I sindacati esprimono preoccupazione per la radicalizzazione che sfugge loro di mano. Un ragazzo di 21 anni era ancora ieri in ospedale, in uno stato giudicato grave, per truma cranico. 34 poliziotti e 32 manifestanti sono rimasti feriti negli scontri agli Invalides. 260 persone sono state fermate e ieri 84 non erano ancora state rilasciate. La violenza pone un problema serio. Ieri in tarda mattinata, gli studenti della Sorbonne si sono riuniti in un'assemblea generale (Ag) a Tolbiac (la Sorbonne è sempre chiusa), la facoltà di lettere e scienze costruita nel '73 dagli architetti Pierre Parat e Michel Andrault con l'obiettivo di limitare al massimo le possibilità di riunione degli studenti negli spazi comuni (conseguenza dell'esplosione del '68). L'Ag ha luogo nell'anfiteatro K, una cinquantina di persone all'inizio, poi via via l'aula si riempie. Prima di scegliere i tre delegati della Sorbonne per il coordinamento nazionale che si svolge da stamattina a Aix, la discussione verte sulla manifestazione di giovedi' e sulla sua conclusione violenta. I ragazzi si sono messi d'accordo per interventi di due minuti, se qualcuno esagera, Maxime e Julien, seduti dietro la cattedra, battono la mano sul tavolo. Nessuno fuma, i toni sono pacati, anche se molti discorsi sono radicali. Gli applausi sonori sono rari, per approvare gli studenti muovono le mani in silenzio, come delle marionette, per disapprovare fanno il pollice verso. «Eravamo numerosi, questo è un dato molto positivo - dice Olivier - c'erano molti liceali. Dobbiamo assicurare la nostra sicurezza. Quando facciamo una catena come servizio d'ordine per i casseurs è più difficile entrare nel corteo. Ieri, alcuni sono entrati, con bottiglie rotte che hanno usato come minaccia per rackettare la gente. I liceali si mettono all'interno del corteo, perché si sentono più sicuri. Bisogna evitare di uscire dal corteo per telefonare». Un ragazzo propone una «mozione sulla violenza: l'Ag ricusa il discorso del governo che vuole oppore i giovani delle banlieues, violenti, al movimento degli studenti, educati. Dobbiamo prendere in conto il movimento delle banlieues, la Sorbonne deve dichiararsi solidale». Una ragazza, dal tono deciso afferma : « è bene che le banlieues si muovano. Ma non dobbiamo fare confusione, anche là i liceali e gli studenti sono minacciati dagli stessi che se la sono presa con noi e che non hanno nulla a che vedere con il movimento ». Ma questa posizione non passa. Sylvain risponde a un ragazzo che aveva spiegato che la polizia non puo' intervenire all'interno del corteo e che quindi non ha la responsabilità di quello che è successo. Accusa polizia e sindacati : « i poliziotti non sono nostri amici, sono nostri nemici. La manifestazione è finita male a causa dei delinquenti e i poliziotti erano contenti. La responsabilità è della della direzione dei sindacati, che non hanno lanciato un appelo allo sciopero e hanno lasciato soli studenti e liceali. Non bisogna fare confusione tra delinquenti e banlieues, quello della banlieue è un movimento come il nostro ». Molti pollici versi accolgono questo intervento. Un ragazzo informa di avere con sé il materiale farmaceutico per i primi soccorsi e di far passare parola alla prossima manifestazione. Un altro dice che tra gli studenti della Sorbonne ci sono stati due feriti e che si cercano testimoni per il ragazzo ricoverato con il trauma cranico, per stabilire come sono andate le cose. Per Danièle, « il movimento è stato importante, malgrado quello che è successo. Sono della bande di delinquenti, ma noi non dobbiamo pronunciarci su questo ». Per un ragazzo « li chiamano delinquenti, ma io, che lavoro in una scuola media, vedo che sono uguali agli allievi che ho di fronte. Non sono gli individui che dobbiamo condannare, sono loro le prime vittime». Jules si dice « fiero del successo della manifetazione che emmerde il governo. Bisogna tenere e ampliare. I licei delle banlieues fanno parte del nostro movimento». Uno studente della Réunion, che porta la solidareità dell'isola lontana, è applaudito, questa volta in modo sonoro. La porta dell'anfiteatro si apre, entrano una giornalista e due operatori tv : « siamo di Tf1 ». Fischi. Messa al voto per accettarne la presenza : 35 contro 37 a favore. Tf1 resta, ma alcuni si coprono il volto con la sciarpa per non essere filmati. « Abbiamo di meglio da discutere che su Tf1» dice un ragazzo. Il dibattito riprende. «Solidali con le banlieues ? - si chiede una ragazza - cosa vuole dire? Cosa gli diamo? Dobbiamo organizzare delle assemblee con loro». Pénélope si dice «stanca di dover sempre puntare il dito, dire chi è violento e chi non lo è. Mi oppongo alla stigmatizzazione dei media, del governo. Non siamo giustizieri». Agnès è d'accordo per respingere « la stigmatizzaaione. Ma non chiedetemi solidarietà verso chi ci ha attaccato. Tutti sapevano cosa sarebbe successo, la resposabilità è del governo ». Per Guillaume « non dobbiamo farci dettare le problematiche del dibattito né dal governo né dai casseurs ». L'Ag continua con il voto del mandato « semi-imperativo » per i delegati ad Aix: la Sorbonne chiede il ritiro del Cpe, del Cne e di tutta la legge sulle eguali opportunità, fatta per le banlieues, e propone di fare appello alla popolazione, per trovare appoggi al di là dei sindacati. «Riappropriamoci del tempo intimo - conclude il ragazzo che porta la farmacia ambulante - occupiamo i luoghi».
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honecker

Reg.: 31 Gen 2005
Messaggi: 626
Da: Pankow (es)
Inviato: 27-03-2006 11:33  
La lotta di classe c'è
FRANCO CARLINI
«Di lotta di classe ormai parlano soltanto Giuliano Ferrara e Fausto Bertinotti, dotati di spirito provocatorio. Ma in realtà più non esiste, da quando è caduto il muro di Berlino e con essa il suo riferimento internazionale, l'Unione Sovietica. Certamente permangono dei conflitti tra i gruppi sociali ma in ogni caso non si tratta più dello scontro tra Capitale e Lavoro, per il possesso dei beni di produzione, ma di lotte per la distribuzione della ricchezza prodotta». Questo il pensiero sbrigativo proposto da Michele Salvati, economista, commentatore del Corriere della Sera e tra i più riflessivi pensatori dell'Ulivo. Eppure quanta leggerezza : la lotta di classe infatti non è mai stata connessa alla presenza dell'Urss; addirittura c'era anche prima del capitalismo, ma sempre per il controllo dei mezzi di produzione, per esempio la terra. Chi ne parla e ne studia non necessariamente è ad essa favorevole, ma ne registra comunque l'esistenza e il dipanarsi nei secoli. Ma soprattutto è interessante nei ragionamenti di Salvati (e non solo suoi) la cancellazione della figura dei produttori (e dei loro diritti) e l'enfasi messa invece sui consumatori (e i loro diritti). E' sulla base di questo che nel caso dell'oscenaWal-Mart si mette l'accento sui benefici che ne deriverebbero per gli acquirenti a basso reddito, contrapponendoli ai bassi salari dei lavoratori. Oppure si sottolinea l'egoismo dei ferrovieri, in fittizia opposizione al diritto dei viaggiatori. Tuttavia Salvati e i teorici dell'economia dei consumatori (tra cui Mario Monti) non considerano due cose. Intanto che malgrado tutta l'enfasi sull'immaginario e l'immateriale, sei miliardi e mezzo di persone sul pianeta terra devono comunque vivere e cioè mangiare e vestirsi, e dunque, perché il cibo arrivi in tavola c'è a monte un'intera filiera di contadini e persino di operai i quali continuano a svolgere quel ruolo di venditori di forza lavoro produttiva che Karl Marx ben descrisse. Sono invisibili solo per chi non li vuole vedere. Di solito non controllano terrà né macchine. Altrettanto significative, le si chiami come si vuole, sono le lotte per il controllo dei mezzi di produzione proprio nella modernissima economia dell'immateriale, fatta di informazioni e conoscenze, le quali sono insieme materia prima, semilavorati e macchine produttive. Qui è caduto vertiginosamente il costo degli strumenti per produrre film, musica, foto, romanzi, ma, proprio per questo, lo scontro si è spostato sul controllo delle idee e delle intelligenze sparse. Gli economisti hanno già notato il paradosso: la conoscenza è per sua natura abbondante e non privatizzabile, infatti basta buttare lì un'idea ad alta voce e qualcuno potrà riusarla e migliorarla senza che noi ne siamo deprivati. Ma allora per farne merce occorre creare artificiosamente una scarsità perché solo un bene scarso può essere venduto e scambiato con profitto nell'economia capitalistica (diversamente da quella del dono). Da un lato le idee vengono rubate ai popoli che le producono collettivamente, dall'altro vengono loro rivendute a caro prezzo. Se non è lotta di classe, certo un po' ci assomiglia. Tutte le diatribe sul copyright e i brevetti hanno questo sottofondo, come nel caso dello scontro tra parlamento francese e Apple computer: il pubblico vorrebbe che la musica, lecitamente pagata, sia almeno facilmente trasportabile; le aziende vogliono recintarla per controllare il mercato. Anche per questo aziende e governi hanno inventato, una minacciosa sigla che si chiama Drm: la chiamano Gestione dei diritti digitali (Digital Rights Management), ma più propriamente la R sta per Restrizioni - della libertà di produrre e di consumare.
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Futurist

Reg.: 30 Giu 2005
Messaggi: 1290
Da: firenze (FI)
Inviato: 27-03-2006 11:46  
quote:
In data 2006-03-27 09:44, theguest scrive:
In data 2006-03-25 17:24, Futurist scrive:[/i]

Se non gli sta bene la legge sul primo impiego avrebbero dovuto fare propaganda, trovare consensi, raccogliere firme, fondare partiti o associazioni, entrare in parlamento e cambiarla. E' così che facciamo noi gente perbene in democrazia, in una società basata sul diritto ed il reciproco rispetto.



ti rendi conto delle castronerie che scrivi ? Oppure devo pensare che ci credi davvero?

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No, non me ne rendo conto e ci credo davvero. Perchè, non è così?
Ma te pensi che il governo francese, l'opposizione, non sia a conoscenza della situazione, non sappia quali sono i problemi? Ma io penso che piuttosto sono i manifestanti che non conoscono i problemi, che riescono a vedere solo i propri. E incendiare un quartiere non risolve certo i problemi, ma li esaspera. Ma d'altronde, in francia come in italia, è proprio all'esasperazione che certa sinistra mira: dopotutto senza i cittadini esasperati da problemi inesistenti chi voterebbe comunismo, come farebbero i vari sindacalisti e politicanti rossi a restare sulla poltrona, nei loro uffici dorati... risolvere i problemi dei proletari significherebbe perdere la base elettorale, il potere... per questo motivo la propaganda di sinistra dipinge il mondo come un luogo terribile, dove tra cittadino e governo esiste una specie di abisso incolmabile, un muro di gomma... tutto l'opposto della realtà.

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Futurist

Reg.: 30 Giu 2005
Messaggi: 1290
Da: firenze (FI)
Inviato: 27-03-2006 12:26  
quote:
In data 2006-03-27 11:31, honecker scrive:
Un altro mondo è possibile, costruiamolo, dicono gli studenti.



Questa è proprio incredibile. "un altro mondo è possibile" lo può dire chi vuole compiere un cambiamento, una rivoluzione, non certo chi vuole mantenere i propri pivilegi inalterati, come vorrebbero questi manifestanti.
La così detta politica sociale negli ultimi anni in francia come altrove è divenuta insostenibile, provocando una sorta di imbalsamazione della società che si intensifica di anno in anno. Un cambiamento strutturale è indispensabile... negli anni '80 furono operate scelte liberali in Inghilterra, sconfiggendo gli ultraconservatori di sinistra sugli stessi temi che oggi si affrontano in francia come in italia... l'inghilterra è un esempio da ammirare.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 27-03-2006 17:27  
Ma perchè state a rispondere a Futurist?

Lui è il corrispettivo di uno stalinista della vecchia Unione Sovietica: difende a spada tratta la dottrina imperante.
La dottrina prevede che le imprese devono essere agevolate ad ogni costo per rimanere competitive sui mercati internazionali: un modo per farlo è la libertà di introdurre i licenziamenti facili per chi si affaccia sul mondo del lavoro, in modo da ricattare le persone assunte facendogli ingoiare qualsiasi cosa con la minaccia di un 'interruzione del rapporto lavorativo senza alcuna giustificazione.

E' perfettamente normale che la maggioranza degli studenti sia contraria a un piano simile, come è perfettamente normale che chi sostiene gli interessi delle imprese private sia favorevole a queste leggi, anche se limano dei diritti dei lavoratori conquistati nel corso di dure lotte popolari nel corso dei secoli.

Secondo i difensori della dottrina la gente dovrebbe vivere per tutta la vita al servizio delle imprese private così come un russo doveva lavorare per tutta la vita al servizio del Partito. Per cui vanno benissimo tutte le agevolazioni alle grandi aziende a discapito di qualsiasi diritto, come quello di avere un lavoro fisso per garantirsi un tenore di vita adeguato.

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nboidesign

Reg.: 18 Feb 2006
Messaggi: 4789
Da: Quartu Sant'Elena (CA)
Inviato: 27-03-2006 17:37  
d'altronde, sia che la chiami dittatura comunista o dittatura del capitale, la cacca ha sempre lo stesso odore!
Sta agli sciocchi convincersi che sia nutella!
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CUCCHIAMO ? - Vota e fai votare "FilmUp LIBERO" ; perchè finalmente una nuova alba sorga sul nostro forum. - Anche Giorgclunei è con noi

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Futurist

Reg.: 30 Giu 2005
Messaggi: 1290
Da: firenze (FI)
Inviato: 27-03-2006 18:17  
quote:
In data 2006-03-27 17:27, Quilty scrive:
Ma perchè state a rispondere a Futurist?

Lui è il corrispettivo di uno stalinista della vecchia Unione Sovietica: difende a spada tratta la dottrina imperante.
La dottrina prevede che le imprese devono essere agevolate ad ogni costo per rimanere competitive sui mercati internazionali: un modo per farlo è la libertà di introdurre i licenziamenti facili per chi si affaccia sul mondo del lavoro, in modo da ricattare le persone assunte facendogli ingoiare qualsiasi cosa con la minaccia di un 'interruzione del rapporto lavorativo senza alcuna giustificazione.

E' perfettamente normale che la maggioranza degli studenti sia contraria a un piano simile, come è perfettamente normale che chi sostiene gli interessi delle imprese private sia favorevole a queste leggi, anche se limano dei diritti dei lavoratori conquistati nel corso di dure lotte popolari nel corso dei secoli.

Secondo i difensori della dottrina la gente dovrebbe vivere per tutta la vita al servizio delle imprese private così come un russo doveva lavorare per tutta la vita al servizio del Partito. Per cui vanno benissimo tutte le agevolazioni alle grandi aziende a discapito di qualsiasi diritto, come quello di avere un lavoro fisso per garantirsi un tenore di vita adeguato.



Quilty, quilty... tu parli come se nell'universo non esistessero luoghi come l'inghilterra o gli USA o se vogliamo il Giappone. Non facciamo finta di non vedere che in queste nazioni, dove il mercato del lavoro è sempre stato molto più mobile (anche se con le sempre necessarie assistenze dello stato), l'economia risulta molto più vivace ed attiva.
Non si può dividere la ricchezza se prima non si crea ricchezza quilty, il sistema liberale ha superato la prova del tempo come miglior sistema per produrre ricchezza, questo è un fatto.

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honecker

Reg.: 31 Gen 2005
Messaggi: 626
Da: Pankow (es)
Inviato: 27-03-2006 19:27  
quote:
In data 2006-03-27 18:17, Futurist scrive:
quote:
In data 2006-03-27 17:27, Quilty scrive:
Ma perchè state a rispondere a Futurist?

Lui è il corrispettivo di uno stalinista della vecchia Unione Sovietica: difende a spada tratta la dottrina imperante.
La dottrina prevede che le imprese devono essere agevolate ad ogni costo per rimanere competitive sui mercati internazionali: un modo per farlo è la libertà di introdurre i licenziamenti facili per chi si affaccia sul mondo del lavoro, in modo da ricattare le persone assunte facendogli ingoiare qualsiasi cosa con la minaccia di un 'interruzione del rapporto lavorativo senza alcuna giustificazione.

E' perfettamente normale che la maggioranza degli studenti sia contraria a un piano simile, come è perfettamente normale che chi sostiene gli interessi delle imprese private sia favorevole a queste leggi, anche se limano dei diritti dei lavoratori conquistati nel corso di dure lotte popolari nel corso dei secoli.

Secondo i difensori della dottrina la gente dovrebbe vivere per tutta la vita al servizio delle imprese private così come un russo doveva lavorare per tutta la vita al servizio del Partito. Per cui vanno benissimo tutte le agevolazioni alle grandi aziende a discapito di qualsiasi diritto, come quello di avere un lavoro fisso per garantirsi un tenore di vita adeguato.



il sistema liberale ha superato la prova del tempo come miglior sistema per produrre ricchezza, questo è un fatto.



Produrre ricchezza per pochi a scapito della fatica e del sangue dei molti.
Anche perchè non esistono solo Inghilterra, Stati Uniti e Giappone sono solo la punta di un iceberg.
Esiste il resto dell' Asia ed esiste il Sudamerica ad esempio, dove il sistema liberale importato ha creato e crea tuttora disparità enormi e danni incalcolabili all'economia.
_________________
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MARQUEZ

Reg.: 23 Feb 2006
Messaggi: 2117
Da: Firenze (FI)
Inviato: 27-03-2006 19:43  
quote:
In data 2006-03-27 17:27, Quilty scrive:
Ma perchè state a rispondere a Futurist?

Lui è il corrispettivo di uno stalinista della vecchia Unione Sovietica: difende a spada tratta la dottrina imperante.
La dottrina prevede che le imprese devono essere agevolate ad ogni costo per rimanere competitive sui mercati internazionali: un modo per farlo è la libertà di introdurre i licenziamenti facili per chi si affaccia sul mondo del lavoro, in modo da ricattare le persone assunte facendogli ingoiare qualsiasi cosa con la minaccia di un 'interruzione del rapporto lavorativo senza alcuna giustificazione.

E' perfettamente normale che la maggioranza degli studenti sia contraria a un piano simile, come è perfettamente normale che chi sostiene gli interessi delle imprese private sia favorevole a queste leggi, anche se limano dei diritti dei lavoratori conquistati nel corso di dure lotte popolari nel corso dei secoli.

Secondo i difensori della dottrina la gente dovrebbe vivere per tutta la vita al servizio delle imprese private così come un russo doveva lavorare per tutta la vita al servizio del Partito. Per cui vanno benissimo tutte le agevolazioni alle grandi aziende a discapito di qualsiasi diritto, come quello di avere un lavoro fisso per garantirsi un tenore di vita adeguato.

quilty hai perfettamente ragione ma una domanda al signor futurist la voglio fare, ed è la stessa sostanzialmente che gli ho già fatto.

supponiamo che hai 29 anni, che ti sei diplomato con il massimo, ti sei laureato con il massimo, hai finito il dottorato con il massimo dei voti, che hai pubbblicato e che ora non trovi lavori tranne che a tempo determinato. questa è una generalizzazione della tremenda legge francese che reputo disatrosa. ecco, pensisia giusto?
e nopn dire che ho preso un caso limite perché di cose simili ne succedono a palate.basta andare tra la gente e non stare nelle torri d'avorio.

la ricchezza delle nazioni per riprendere una confutazione dall'idiota alan Smith non la fanno le grandi aziende ma il popolo. come può un popolo essere ricco quando si nega ai giovani il diritto al lavoro e li si fa diventare schiavi che si prostrano al loro datore?

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Tenenbaum

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Inviato: 27-03-2006 19:47  
quote:
In data 2006-03-27 19:27, honecker scrive:

Esiste il resto dell' Asia ed esiste il Sudamerica ad esempio, dove il sistema liberale importato ha creato e crea tuttora disparità enormi e danni incalcolabili all'economia.


quello non è un sitema liberale

non capisco come possa definirlo tale

lì c'è solo un sistema corrotto ed illiberale
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