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Peter Bogdanovich
Bersagli 0 0%
L'ultimo spettacolo 8 42.1%
Paper moon 2 10.5%
Vecchia America 4 21.1%
Dietro la maschera 0 0%
Texasville 1 5.3%
Rumori fuori scena 1 5.3%
Quella cosa chiamata amore 0 0%
altro 0 0%
chiii??? 3 15.8%
Totale 19 100%

Autore Peter Bogdanovich
sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 09-08-2006 02:52  
Peter Bogdanovich è uno dei migliori registi (nonché dei migliori critici) degli ultimi 40 anni.
La sua poetica del cinema nostalgico non può non accaparrarsi l'amore di qualsiasi cinefilo e appassionato, le sue commedie hanno un ritmo che si ritrova forse solo nei migliori film di Woody Allen, il modo in cui ha appreso e rielaborato le lezioni di John Ford, di Orson Welles e dei grandi classici ci regala un cinema unico, coinvolgente, divertente, mai banale pur nella sua apparente (ma forse anche reale) semplicità.
Bersagli (Targets, 1968) è uno dei primi film della New Hollywood, e uno dei più cattivi del nuovo movimento. Boris Karloff interpreta sé stesso (anche se con un nome diverso), un celebre attore di film horror, che si rifiuta di girare l'ultima pellicola dell'orrore perché si è reso conto che ormai il vero orrore è quello fuori dello schermo. Anticipatore di alcuni temi che saranno poi sviluppati da cineasti come Lynch e Cronenberg, Bersagli, nel suo essere spietato, appare completamente diverso dal tono dei lavori del decennio successivo, eppure è l'unico capostipite possibile per la filmografia di quello che sarà Bogdanovich; pone infatti molti dei punti fermi intorno a quali il cineasta definirà la sua poetica, con la mente al(lo splendore del) passato(-dentro il cinema) e lo sguardo al(-lo schifo del) presente(-fuori).
L'ultimo spettacolo (The last picture show, 1972) è la consacrazione di Bogdanovich. Vince dei gran oscar e premi vari, in genere è riconosciuto come il suo capolavoro, grandi interpretazioni, di vecchi (oscar per Ben Johnson non protagonista) e nuovi (Jeff Bridges su tutti). Si tratta di uno sguardo su una cittadina del Texas degli anni Cinquanta, sui suoi abitanti, i ragazzi di oggi e quelli di ieri, uno sguardo lucido, nel geniale bianco e nero di Laszlo Kovacs (nome già sentito, eh?) come nel modo di osservare la vita.
Paper moon (1973), ancora girato in un bianco e nero ipercontrastato con Kovacs (che continuerà la collaborazione con Bogdanovich ancora fino a Dietro la maschera) è una commedia classica in piena regola, seppure ancora contro le regole (è pur sempre New Hollywood!). Un viaggio nel Sud della depressione (mm... reminiscenze da Furore di John Ford?) attraverso gli occhi di una irriverente orfanella (la splendida Tatum O'Neal) scortata da un uomo di chiesa (il padre Ryan, i due faranno coppia anche nel film seguente). Paper moon ha il ritmo e l'allusività dei capolavori di Ernst Lubitsch, il respiro dei film di John Ford, e la classe dei film di Billy Wilder. Un cocktail assolutamente senza paragoni.
Vecchia America (Nickelodeon, 1976) probabilmente chiude un ciclo. Bogdanovich e Kovacs tornano al colore per girare un film che parla del cinema dei pionieri degli anni Dieci, ma che estende il discorso al cinema in generale. Vecchia America è una dichiarazione d'amore per il cinema, d'intensità pari a quella di Effetto notte di Truffaut, ma dal contenuto forse ancora più estremo. Un avvocato (Ryan O'Neal) finisce casualmente a fare il regista per uno dei tanti indipendenti che provarono a sfidare il monopolio all'inizio del secolo; con una troupe alquanto sgangherata e attraverso una spassosa serie di vicissitudini, il protagonista scopre la passione e si dimostra all'altezza, per poi commuoversi e inchinarsi, nel finale, di fronte al capolavoro di David Wark Griffith ("Griffith è la cosa migliore che sia capitata al cinematografo da quando è stato inventato!" sbraita il produttore), The Clansman, che poi sarà ribattezzato in Nascita di una nazione ("Il film migliore che sarà mai stato fatto è già stato fatto" afferma con rassegnazione e ammirazione O'Neal). Ma il messaggio importante arriva alla fine proprio dal burbero produttore: "Se sei uno veramente bravo, allora i tuoi film sapranno sempre parlare alla gente". Mascherini d'epoca, citazioni, omaggi visivi, i Lumiere, Chaplin, Keaton, e naturalmente lui, Griffith, il più grande, il regista che alla fine è tutto ed è tutti.

Questo a mio avviso il meglio della produzione di Bogdanovich.

http://misticobabbeo.splinder.com/post/8905506/Bogdanovich



Voto Vecchia America.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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EtaBeta

Reg.: 11 Nov 2003
Messaggi: 1493
Da: Roma (RM)
Inviato: 09-08-2006 10:11  
Vi racconto una piccola chicca: più o meno vent'anni fa, in occasione della prima programmazione televisiva di "giù la testa", prima del film andò in onda un'intervista in diretta da studio a Sergio Leone, il quale raccontò che la prima stesura del copione gli fu inviata dalla United Artists insieme a Bogdanovich, che avrebbe dovuto dirigere il film, per una consulenza. Leone rispose che il materiale base della sceneggiatura era buono ma che reputava il buon Pete inadatto per il progetto. La UA prese la palla al balzo offrì a Leone stesso il progetto il quale, dopo alcune resistenze, accettò. Sembra che Bogdanovich volesse cimentarsi nel western perchè intrigato da un commento fatto da John Ford durante la famosa intervista (sostenne che il Western non era roba da tutti, che ci voleva una sensibilità particolare).

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"ci sedemmo dalla parte del torto poichè tutti gli altri posti erano occupati" B.Brecht

"una giornata senza sorriso è una giornata persa" C.Chaplin

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before it's too late



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roccomedia

Reg.: 15 Lug 2005
Messaggi: 3829
Da: Bergamo (BG)
Inviato: 09-08-2006 14:12  
quote:
In data 2006-08-09 10:11, EtaBeta scrive:
Vi racconto una piccola chicca: più o meno vent'anni fa, in occasione della prima programmazione televisiva di "giù la testa", prima del film andò in onda un'intervista in diretta da studio a Sergio Leone, il quale raccontò che la prima stesura del copione gli fu inviata dalla United Artists insieme a Bogdanovich, che avrebbe dovuto dirigere il film, per una consulenza. Leone rispose che il materiale base della sceneggiatura era buono ma che reputava il buon Pete inadatto per il progetto. La UA prese la palla al balzo offrì a Leone stesso il progetto il quale, dopo alcune resistenze, accettò. Sembra che Bogdanovich volesse cimentarsi nel western perchè intrigato da un commento fatto da John Ford durante la famosa intervista (sostenne che il Western non era roba da tutti, che ci voleva una sensibilità particolare).




In realtà fu Bogdanovich a farsi da parte e dopo di lui anche Peckinpah (che non sopportava Leone). Leone in realtà voleva farlo girare al suo amico Giancarlo Santi (che l'anno dopo diresse il discreto "Il grande duello" con Lee Van Cleef), ma Steiger e Coburn si opposero e Leone (che già cominciava a lavorare su "C'era una volta in America") fu a malincuore costretto a portare avanti il progetto.

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mescal

Reg.: 22 Lug 2006
Messaggi: 4695
Da: napoli (NA)
Inviato: 09-08-2006 14:35  
L'unica cosa che ricordo è la battuta che Leone fece a Bogdanovich, dopo il naufragio della possibile collaborazione...
Bogdanovich mostrava a tutti, per promuoversi, il suo primo film, Targets... Leone gli disse 'na cosa tipo "senti bello, comunque sto film è meglio che non lo fai vedè..."

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 09-08-2006 16:43  
Ahahhaha, chicche imperdibili queste.
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Inland Empire non l'ho visto e non mi piace

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 09-08-2006 16:50  
Ah si, ho dimenticato di votare.
Beh, secondo me il miglior film in assoluto di Bogdanovich (che attenzione è uno dei miei registi preferiti in assoluto) è L'ultimo spettacolo. Il film in questione è di una perfezione straordinaria e di una delicatezza incomparabile.
Il suo film più intenso è forse Paper moon, ma quello che prediligo resta Vecchia America, probabilmente per la funzionalità del discorso metafilmico: non solo vivo nella sua superficie e nelle tematiche trattate, ma proprio nel suo costrutto.
Bello bello bello.

"che cosa fa? La camera-car non è ancora stata inventata!"

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Rubare in Sardegna è pericoloso


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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 09-08-2006 17:14  
"Perché non ho sceneggiatori encefalitici?!"
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 09-08-2006 17:19  
ahahaha

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Janet13
ex "vinegar"


Reg.: 23 Ott 2005
Messaggi: 15804
Da: Cagliari (CA)
Inviato: 09-08-2006 19:24  
ne ho visti 2 ma adoro "Rumori fuori Scena"
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"Mi scusi ma... non m'ha già visto in qualche posto?"
"Ricordo il nome ma non la faccia"

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TesPatton

Reg.: 09 Giu 2004
Messaggi: 7745
Da: Pn (PN)
Inviato: 09-08-2006 22:19  
Di film suoi non credo di averne visti, ma ricordo con piacere i suoi camei nei Soprano. (e se non sbaglio deve aver diretto qualche episodio)
_________________
Spegni la candela, non voglio vedere il colore dei miei pensieri.

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mescal

Reg.: 22 Lug 2006
Messaggi: 4695
Da: napoli (NA)
Inviato: 09-08-2006 22:23  
quote:
In data 2006-08-09 19:24, Janet13 scrive:
ne ho visti 2 ma adoro "Rumori fuori Scena"



quello è uno dei film più divertenti che abbia mai visto, almeno lo è stato l'unica volta l'ho visto...

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roccomedia

Reg.: 15 Lug 2005
Messaggi: 3829
Da: Bergamo (BG)
Inviato: 09-08-2006 22:47  
quote:
In data 2006-08-09 22:23, mescal scrive:
quote:
In data 2006-08-09 19:24, Janet13 scrive:
ne ho visti 2 ma adoro "Rumori fuori Scena"



quello è uno dei film più divertenti che abbia mai visto, almeno lo è stato l'unica volta l'ho visto...



E che ritmo soprattutto. Senza dimenticare la presenza di due indimenticabili attori che c'hanno lasciato da non molto: Christopher Reeve e John Ritter.

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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 10-10-2008 21:06  
amo tantissimo questo grandissimo regista,anche se in verità non condivido granchè l'entusiasmo per rumori fuori scena,certo piacevole,ma piuttosto scontato e paratelevisivo.
ovviamente ho votato l'ultimo spettacolo,non solo per l'assoluta perfezione formale(e ci credo,come welles come consulente...),ma soprattutto per la felicità di scrittura,per la malinconia che lascia addosso,per come ci si possa riconoscere in qualcuno di questi rgazzotti di periferia.un film davvero,ma davvero sublime,che forma con texasville una delle migliori accopiate di sempre,forse seconda solo ai due padrini.capolavoro fino alle lacrime
ciao!

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DeadSwan

Reg.: 05 Apr 2008
Messaggi: 1478
Da: Desda (es)
Inviato: 10-10-2008 21:36  
quote:
In data 2006-08-09 16:50, Marienbad scrive:
Ah si, ho dimenticato di votare.
Beh, secondo me il miglior film in assoluto di Bogdanovich (che attenzione � uno dei miei registi preferiti in assoluto) � L'ultimo spettacolo. Il film in questione � di una perfezione straordinaria e di una delicatezza incomparabile.
Il suo film pi� intenso � forse Paper moon, ma quello che prediligo resta Vecchia America, probabilmente per la funzionalit� del discorso metafilmico: non solo vivo nella sua superficie e nelle tematiche trattate, ma proprio nel suo costrutto.
Bello bello bello.

"che cosa fa? La camera-car non � ancora stata inventata!"

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Rubare in Sardegna � pericoloso


[ Questo messaggio è stato modificato da: Marienbad il 09-08-2006 alle 16:52 ]


Pero', parola per parola quello che penso anch'io. Soprattutto per il discorso metacinematografico di "Vecchia America" (ma quanto e' piu' bello il titolo originale, "Nickelodeon"?). Anche se forse, pistola alla tempia, dovendo sceglierne uno sceglierei "L'ultimo spettacolo".
Fra l'altro, i tre film sull'America li ho visti in ordine invertito (prima "Vecchia America", poi "Paper moon" ed infine "L'ultimo spettacolo"), per caso, ma che alla fine corrisponde alla cronologia interna dei tre film (anni '10; anni '30; anni '50). Cosi' si nota proprio la loro natura di grande elegia dell'America provinciale. Ad ogni film i personaggi mi parevano sempre meno entusiasti, sempre meno padroni del loro futuro, sempre piu' chiusi nel loro personale carico di dolore. E, per farla breve, lasciandosi "L'ultimo spettacolo" per ultimo alla fine il carico emotivo e' quasi insostenibile.
Bello bello bello.
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Dresda, Sassonia, Germania
Se non riesci ad uscire dal tunnel, almeno arredalo

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Comedy

Reg.: 03 Set 2007
Messaggi: 635
Da: Siracusa (SR)
Inviato: 10-10-2008 23:43  
Vecchia America un pò più degli altri

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