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l\'universo femminile più positivo nei film di Federico Fellini
La dolce vita 1 20%
8 1/2 2 40%
Roma 1 20%
Amarcord 0 0%
Il Casanova 1 20%
La città delle donne 0 0%
Ginger e Fred 0 0%
altro 0 0%
Totale 5 100%

Autore l'universo femminile più positivo nei film di Federico Fellini
parret

Reg.: 14 Set 2004
Messaggi: 446
Da: milano (MI)
Inviato: 08-12-2005 11:20  
Donna come mondo "altro", ignoto, sconfinato, privo di punti di riferimento e calamitante, veicolo di estasi e di trascendenza ma anche di consumazione delle energie individuali fino allo sfiancamento e all'autodistruzione.
Dove vi pare che la dimensione sessuale (maschile, l'attrazione dell'uomo nei confronti della donna) acquisti in Fellini una valenza più felice, vitale, liberatoria?

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penny68

Reg.: 14 Nov 2005
Messaggi: 3100
Da: palermo (PA)
Inviato: 08-12-2005 11:38  
Per la mia sensibilità,AMARCORD.

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Schizo

Reg.: 16 Ott 2001
Messaggi: 1264
Da: Aosta (AO)
Inviato: 08-12-2005 11:46  
In tutti i film di Fellini, alla componente liberatoria e felice si associa sempre una componente malinconica e oscura.
L'atteggiamento è conflittuale: credo alla figura di donna amante si innesti quella di donna madre (le donnone, le tettone etc)che crea a livello subconscio un conflitto edipico.
Cabiria è una figura femminile assolutamente positiva e capace di ritornare ad avere fiducia nel mondo nonostante le fregature (bellissimo il suo sorriso nel finale delle Notti di Cabiria)
Gelsomina è una figura femminila totalmente asessuata, una pura di cuore, ma il suo sacrificio rende Zampanò consapevole della sua miseria umana e morale.
Le cose cambiano dalla Dolce Vita in poi, dove la donna si ipertrofizza e assume valenze erotico-esistenziali ambivalenti.
Alla donna madre che tenta di soffocarci (bellissima la scena "mangiati la banana, tesoruccio") e vorrebbe farci regredire allo stato di pupo (o pupazzo) contrapponiamo la figura di donna libera sensuale spregiudicata che ci invita a tuffarci nelle acque della Fontana di Trevi (e del sesso).
In otto e mezzo tutte le donne del protagonista sono necessarie per la sua costruzione di donna ideale, ma la donna non ci sta (giustamente) e fa crollare l'Harem con la rivoluzione. L'unico modo per andare avanti e accetarsi e accettare tutti, con tolleranza, con gioia, tenendoci la mano in un grande girotondo.
Da questo momento in poi Fellini si incupisce (forse cresce) e il messaggio di solidarietà gioiosa sarà sempre oscurato da una visione malinconica e cupa della realtà.
La città delle donne rappresenta il culmine di questa visione cupa in cui il protagonista sembra spaventato e rimpicciolito di fronte alla donna mongolfiera o inseguito dalle femministe....
Certo se gli uomini sono come Katzone....
_________________

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penny68

Reg.: 14 Nov 2005
Messaggi: 3100
Da: palermo (PA)
Inviato: 08-12-2005 11:47  
quote:
In data 2005-12-08 11:46, Schizo scrive:
In tutti i film di Fellini, alla componente liberatoria e felice si associa sempre una componente malinconica e oscura.
L'atteggiamento è conflittuale: credo alla figura di donna amante si innesti quella di donna madre (le donnone, le tettone etc)che crea a livello subconscio un conflitto edipico.
Cabiria è una figura femminile assolutamente positiva e capace di ritornare ad avere fiducia nel mondo nonostante le fregature (bellissimo il suo sorriso nel finale delle Notti di Cabiria)
Gelsomina è una figura femminila totalmente asessuata, una pura di cuore, ma il suo sacrificio rende Zampanò consapevole della sua miseria umana e morale.
Le cose cambiano dalla Dolce Vita in poi, dove la donna si ipertrofizza e assume valenze erotico-esistenziali ambivalenti.
Alla donna madre che tenta di soffocarci (bellissima la scena "mangiati la banana, tesoruccio") e vorrebbe farci regredire allo stato di pupo (o pupazzo) contrapponiamo la figura di donna libera sensuale spregiudicata che ci invita a tuffarci nelle acque della Fontana di Trevi (e del sesso).
In otto e mezzo tutte le donne del protagonista sono necessarie per la sua costruzione di donna ideale, ma la donna non ci sta (giustamente) e fa crollare l'Harem con la rivoluzione. L'unico modo per andare avanti e accetarsi e accettare tutti, con tolleranza, con gioia, tenendoci la mano in un grande girotondo.
Da questo momento in poi Fellini si incupisce (forse cresce) e il messaggio di solidarietà gioiosa sarà sempre oscurato da una visione malinconica e cupa della realtà.
La città delle donne rappresenta il culmine di questa visione cupa in cui il protagonista sembra spaventato e rimpicciolito di fronte alla donna mongolfiera o inseguito dalle femministe....
Certo se gli uomini sono come Katzone....


Sai essere sempre illuminante e magico...

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Schizo

Reg.: 16 Ott 2001
Messaggi: 1264
Da: Aosta (AO)
Inviato: 08-12-2005 12:00  
Penny sei il mio più grande sponsor...

_________________

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penny68

Reg.: 14 Nov 2005
Messaggi: 3100
Da: palermo (PA)
Inviato: 08-12-2005 12:03  
quote:
In data 2005-12-08 12:00, Schizo scrive:
Penny sei il mio più grande sponsor...



Una mia grande amica, che fa la scrittrice,ogni volta che deve autografarmi un suo libro,nella dedica mi apostofa come "sirena"...

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sgamp2003


Reg.: 21 Ago 2004
Messaggi: 11260
Da: Roma (RM)
Inviato: 08-12-2005 12:17  
La Dolce Vita ed Amarcord.

_________________
tesserò i tuoi capelli come trame di un canto,
conosco le leggi del mondo e te ne farò dono...

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AnnaScott

Reg.: 15 Ott 2004
Messaggi: 289
Da: genova (GE)
Inviato: 08-12-2005 13:43  
La dolce vita
_________________
Quando pensi che la vita ti abbia già presentato tutti i conti da pagare, ti accorgi che hai ancora un debito. Prima o poi devi pagare anche quello...

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parret

Reg.: 14 Set 2004
Messaggi: 446
Da: milano (MI)
Inviato: 08-12-2005 18:40  
Non ho visto Le notti di Cabiria e condivido quanto già detto da Schizo sul carattere assessuato, angelico, infantile della protagonista de La strada. L'opera dove mi sembra affrontata meno cupamente la propria tensione erotica nei confronti della donna mi sembra un film di per se stesso felice come Roma, ludica quanto penetrante esplorazione della capitale con la libertà e la curiosità dell'osservatore antropologico, tuffo nelle strade e negli interni per svelarne le meraviglie più nascoste; alcuni amici ponevano l'accento sulla trivialità e la bestialità dell'immagine del popolo ritratto, sulla sgradevolezza immediatamente fisica di sequenze come quella dei due bordelli; lo spettacolo di quelle immense prostitute mascherate, espressivissime creature provenienti da un altro pianeta, mi dava piuttosto l'impressione di una piena e salutare accettazione dell'alterità depurata dall'inferno della più spietata autobiografia, come se l'autore non vi entrasse in tutta la sua contrastata soggettività, rimanendo stupito, basito, innamorato semplicemente a contemplare

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