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Autore Uomini di fede
Oxygene

Reg.: 09 Mar 2005
Messaggi: 129
Da: Iceland (es)
Inviato: 28-10-2005 11:54  
anche chi non è credente può trovare in persone di chiesa, di qualunque fede, dei maestri di vita



L’ultima trasgressione nel libro «Mio Dio, perché?»

L’abbé Pierre confessa: «Ho ceduto al sesso»


Il frate francese, 93 anni, racconta di aver sperimentato il desiderio




PARIGI - E’ il personaggio più amato dai francesi. E’ il testimone vivente di un cristianesimo solidale, al servizio dei poveri. Spesso scomodo per le autorità e il buon senso comune. Ma l’ultima «trasgressione» dell’Abbé Pierre esce dall’ambito della denuncia sociale per sfiorare tabù del nostro tempo e dogmi della fede: la sessualità e il matrimonio dei preti, il sacerdozio delle donne, le unioni omosessuali, il rinnovamento della Chiesa. Il suo libro «Mio Dio, perché?» può suscitare scandalo o venire letto come un proclama teologico, ma è la confessione serena di un frate cappuccino che racconta di aver sperimentato il desiderio sessuale, di un pastore d’anime che a novantatré anni s’interroga sui misteri della fede e sul senso del peccato, soprattutto di un uomo che continua a riconoscersi nel cammino incerto e difficile dei propri simili. Per questo rischia di far rumore nell’opinione pubblica e nel mondo cattolico più che nella gerarchia.
«Ho deciso molto presto di dedicare la mia vita a Dio e agli altri - racconta il fondatore di Emmaus, la comunità che da decenni si dedica agli esclusi dalla Francia dell’"égalité", poveri, clandestini, disoccupati, immigrati - ma il voto di castità non elimina il desiderio sessuale. Anch’io ho talvolta ceduto, in modo passeggero, senza relazioni stabili con una donna». «Ho però avvertito - aggiunge - che il desiderio sessuale, per essere pienamente soddisfatto, deve esprimersi in una relazione d’amore, tenera, fiduciosa. Per questo vi ho rinunciato. Avrei reso infelici le donne e sarei stato lacerato nella mia scelta di vita». Ma una relazione d’amore stabile è contraria alla missione del sacerdozio? L’Abbé Pierre ricorda che Gesù scelse un apostolo sposato, Pietro, e un apostolo celibe, Giovanni, e che per due secoli venne mantenuta questa prassi nella Chiesa, prima che fosse imposto il celibato. «Conosco preti che vivono con una donna da molti anni e che continuano a essere dei buoni preti. Per la Chiesa è una questione cruciale». Tanto più che - nota l’Abbé Pierre - in molte altre confessioni il matrimonio è permesso.
Se ai preti dovrebbe essere consentito di avere una moglie e una famiglia, il che peraltro favorirebbe le vocazioni, non si vede perché non consentire il sacerdozio delle donne. Sull’argomento, l’Abbé Pierre dichiara semplicemente di non capire il divieto riaffermato da Giovanni Paolo II e da papa Ratzinger: «Non è mai stato avanzato alcun argomento teologico decisivo che dimostri che il sacerdozio delle donne sarebbe contrario alla fede». L’Abbé Pierre attribuisce questa chiusura a una secolare tradizione maschilista, legata alla dominazione di un modello patriarcale che considera l’uomo superiore alla donna. Non regge nemmeno l’argomento che Gesù fosse un uomo nell’incarnazione terrena e nel suo tempo: come divinità non può essere né uomo, né donna. Secondo la regola che lo spirito non è mai giovane abbastanza, il vecchio frate disserta anche sull’attualità culturale e cinematografica, commentando il «Codice da Vinci» e la teoria del rapporto fra Gesù e Maria Maddalena, considerata blasfema dalla gerarchia.
L’Abbé Pierre è anche qui disarmante nel ridurre all’essenziale la fede e l’impegno del credente: «Non c’è nulla che mi spinga a credere che fosse così, ma non c’è nessun argomento teologico che lo possa negare. Come Dio che si è fatto uomo ha probabilmente conosciuto il desiderio sessuale, come tutti gli uomini. Non è detto che l’abbia soddisfatto». Altro argomento tabù affrontato nell’intervista-confessione (curata dal giornalista Frédéric Lenoir, Le Monde des religions), è l’unione fra omosessuali. L’Abbé Pierre dà una risposta di straordinaria sensibilità e modernità, sostenendo in sostanza il riconoscimento di un legame civile. Il «matrimonio» è concetto radicato nella coscienza collettiva come unione fra un uomo e una donna: «perché non utilizzare il termine alleanza?». E ancora: la psicologia sociale può dare risposte all’eventualità di genitori dello stesso sesso o di un solo genitore, anche se sappiamo che «il modello classico non è necessariamente indice di benessere ed equilibrio per i figli».
Infine, l’Abbé Pierre confida le proprie attese dal pontificato di Benedetto XVI. «Non mi stupirei se prendesse decisioni liberali sulla comunione per i divorziati risposati o sul sacerdozio di uomini sposati anziani, che abbiano già cresciuto i propri figli. Certamente non cambierà posizione sulle donne e continuerà a condannare l’omosessualità». L’ultima riflessione, a leggerla bene, è forse la più trasgressiva: «Mio Dio, fino a quando durerà questa tragedia? In tutte le religioni si dice che la vita ha un senso, ma quanti miliardi di uomini che vivono nella paura, nel bisogno, nel dolore non hanno nemmeno la possibilità di meditare su questo senso?».

Massimo Nava
28 ottobre 2005

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