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Autore No, musulmani e basta.
Alessandro

Reg.: 12 Nov 2002
Messaggi: 1274
Da: Milano (MI)
Inviato: 11-07-2005 10:44  
Cos'è il fascino della jihad? E non colpiva solo gli oppressi dagli "occidentali"?
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Io sono tutti.

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Saeros

Reg.: 27 Mag 2004
Messaggi: 7565
Da: Napoli (NA)
Inviato: 11-07-2005 11:00  
leggere cose del genere mi fa paura. non una cosa cosi`, ma proprio una fifa blu immane. non so perche`.
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Mizar:Sae è da interpretare stile rebus..
Un Lugubre Equivoco

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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 11-07-2005 11:42  
Potresti spiegare meglio il significato del titolo?Anche io sono cattolico e basta e con questo?
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IO DIFENDO LA COSTITUZIONE. FIRMATE.

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DottorDio

Reg.: 12 Lug 2004
Messaggi: 7645
Da: Abbadia S.S. (SI)
Inviato: 11-07-2005 12:10  
E perchè non parte anche lui per l'Iraq così da consentire agli americani di poter eliminare un altro minchione dalla terra.

Edit: quando il mio fratellaccio di merda viene a scrivere le stronzate col mio nick visto che tengo il login automatico

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Lupo ululà, castello ululì

Sono juventino e me ne vanto

[ Questo messaggio è stato modificato da: DottorDio il 11-07-2005 alle 15:08 ]

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Saeros

Reg.: 27 Mag 2004
Messaggi: 7565
Da: Napoli (NA)
Inviato: 11-07-2005 12:32  
quote:
In data 2005-07-11 11:42, Hamish scrive:
Potresti spiegare meglio il significato del titolo?Anche io sono cattolico e basta e con questo?


e` quello che dice il ragazzo alla fine dell'articolo...ma lo hai letto?
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Mizar:Sae è da interpretare stile rebus..
Un Lugubre Equivoco

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denisuccia

Reg.: 14 Apr 2002
Messaggi: 16972
Da: sanremo (IM)
Inviato: 11-07-2005 13:15  
No, Saeros, leggere ruba tempo prezioso al cazzeggio!



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L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi.

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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 11-07-2005 13:52  
quote:
In data 2005-07-11 12:32, Saeros scrive:
quote:
In data 2005-07-11 11:42, Hamish scrive:
Potresti spiegare meglio il significato del titolo?Anche io sono cattolico e basta e con questo?


e` quello che dice il ragazzo alla fine dell'articolo...ma lo hai letto?


Si,certo che l'ho letto,ma proprio in quell'ultima frase non ho trovato niente da criticare.Non ho capito se è un articolo postato lì a caso o se si vuole aprire una discussione su un qualche tema e sotto quale punto di vista vede la questione l'autore del topic.
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IO DIFENDO LA COSTITUZIONE. FIRMATE.

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 11-07-2005 14:09  
Se l'articolo è fondato pone dei seri interrogativi sull'efficacia dell'integrazione.

Cito
"Durante la Guerra Santa, il fratello è stato ucciso.E quando Yasser è tornato qui a Londra per raccontarlo alla loro madre, lei ha ululato di gioia,"

ecco questa è una mentalità e una cultura della morte che io non capirò mai. Posso capire essre eventualmente orgogliosi delle gesta del proprio figlio, ma ululare di gioia nel momento in cui è morto proprio no.

E mi viene da ripensare alla notizia che molti immigrati musulmani alla notizia dell'11 settembre hanno festeggiato. E' giusto tollerare di avere il nemico in casa? Dobbiamo aspettare che i simpatizzanti del terrore si trasformino in terroristi essi stessi e magari agiscano per espellerli dal nostro paese?


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Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

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DottorDio

Reg.: 12 Lug 2004
Messaggi: 7645
Da: Abbadia S.S. (SI)
Inviato: 11-07-2005 14:17  
Islamico e basta?
Vanno in Inghilterra, li accolgono, chiedono maggiori diritti e si offendono se si sentono chiamarsi britannici?
Allora perchè non tornano nei loro cari paesi islamici?
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Geppetto è stato l'unico uomo ad aver fatto un figlio con una sega

Attention: Dieu est dans cette boite comme ailleurs et partout!

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 11-07-2005 14:41  
Però, francamente, il tono dell'articolo non mi è parso granchè obiettivo. Sembra volerci suggerire le cose. Le frasi più "violente" sono parafrasi dell'articolista e non citazioni pari pari di quanto dice il ragazzo.
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Futurist

Reg.: 30 Giu 2005
Messaggi: 1290
Da: firenze (FI)
Inviato: 11-07-2005 15:40  
quote:
In data 2005-07-11 14:09, ipergiorg scrive:
E mi viene da ripensare alla notizia che molti immigrati musulmani alla notizia dell'11 settembre hanno festeggiato. E' giusto tollerare di avere il nemico in casa? Dobbiamo aspettare che i simpatizzanti del terrore si trasformino in terroristi essi stessi e magari agiscano per espellerli dal nostro paese?




NO! Ma subiamo troppi condizionamenti etici per ammettere che esistono pochi modi per risolvere la situazione, e sono tutti brutti. Probabilmente le nazioni occidentali in un prossimo futuro faranno la fine dell'impero romano; divorate dall'interno da barbari sottosviluppati.

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REWIND

Reg.: 19 Apr 2004
Messaggi: 604
Da: roma (RM)
Inviato: 11-07-2005 16:08  
Altro che continuare ad accoglierli...BOMBE SUGLI SCAFI GLI TIREREI A STI MALEDETTI.
_________________
MI ALZO DAL LETTO E PENSO AL POVERO MIO FEGATO FEGATO FEGATO SPAPPOLATO!!!

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Saeros

Reg.: 27 Mag 2004
Messaggi: 7565
Da: Napoli (NA)
Inviato: 11-07-2005 22:33  
quote:
In data 2005-07-11 14:09, ipergiorg scrive:
E mi viene da ripensare alla notizia che molti immigrati musulmani alla notizia dell'11 settembre hanno festeggiato. E' giusto tollerare di avere il nemico in casa? Dobbiamo aspettare che i simpatizzanti del terrore si trasformino in terroristi essi stessi e magari agiscano per espellerli dal nostro paese?


ma tanto ormai cosi` si agisce a questo mondo...se agiamo prima ci danno dei razzisti. ma se avessi trovato un musulmano a festeggiare un attentato, italiano o straniero che sia, gli avrei spaccato la faccia. sia chiaro che non sono razzista. e che tollero tutte le religioni e le opinioni diverse dalla mia. ma quello che non tollerero` mai e` essere presa per i fondelli.
certe volte sono addirittura contenta che il mio amico di origini arabe sia beatamente ateo.
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Mizar:Sae è da interpretare stile rebus..
Un Lugubre Equivoco

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Alessandro

Reg.: 12 Nov 2002
Messaggi: 1274
Da: Milano (MI)
Inviato: 11-07-2005 22:54  
quote:
In data 2005-07-11 13:52, Hamish scrive:
quote:
In data 2005-07-11 12:32, Saeros scrive:
quote:
In data 2005-07-11 11:42, Hamish scrive:
Potresti spiegare meglio il significato del titolo?Anche io sono cattolico e basta e con questo?


e` quello che dice il ragazzo alla fine dell'articolo...ma lo hai letto?


Si,certo che l'ho letto,ma proprio in quell'ultima frase non ho trovato niente da criticare.Non ho capito se è un articolo postato lì a caso o se si vuole aprire una discussione su un qualche tema e sotto quale punto di vista vede la questione l'autore del topic.



Chiarisco, spero.
Non c'è nazionalità, patria di riferimento (nemmeno come mito lontano nel passato o da raggiungere) e nemmeno di soggiorno (dice di non reputarsi inglese) o Stato nel credere o nell'essere affascinati dal terrorismo islamico.
Ma a dire il vero credo sia proprio l'islam un credo slegato da un'idea condivisa di patria (almeno terrena), un credo dall'impossibile collocazione storico-nazionalistica, nel senso che non è stato e credo mai sarà (perchè non ne sente la necessità, salvo la Palestina, ma lì è un po' più complicata la cosa) in grado di creare una coesione nazionalistica, come hanno fatto a più riprese il cattolicesimo in Spagna (a momenti alterni) e nell'Italia pre (in molti secoli) e post risorgimentale, l'ortodossia russa (persino dopo la rivoluzione d'Ottobre), il dissenso dell'anglo-protestantesimo (e il dissenso di quel dissenso: quello dei coloni inglesi che si stanziavano in America nel primo Seicento), come cerca di fare da quando esiste l'ebraismo, ecc...

L'islam non crea delle società partendo dalla forza propulsiva e coesiva della propria religione. Per poi lasciarle sviluppare su quelle basi, per quanto forti e incombenti o tendenti alla moltiplicazione e alla frammentazione; come accade tutt'ora con l'anglo-protestantesimo di stampo americano. Sai le centinaia di confessioni dissenzienti e a volte in scontro tra loro che si sono formate in pochi secoli negli Stati Uniti? Con l'islam non succederà mai. E il motivo per cui in America invece succede, è quello che ho detto sopra: la costruzione di una società e uno Stato "in sviluppo" partendo dal dissenso e dalla coesione religiosa.
L'Islam questo non può farlo, perchè ingabbia quella costruzione nel credo, che è totalmente avulso da un concetto di patria terrena. Non saprei dirti perchè.
I coloni inglesi incazzati con la madrepatria, avevano solo una scusa per fondare delle colonie in America e rendersi indipendenti: puntare sul dissenso religioso; ed è quello che fecero. E almeno fino a metà del Novecento l'identità americana (anche di molti immigrati, non sempre in senso religioso, ma nel senso di quello sviluppo sociale di cui parlavo) è fortemente radicata all'anglo-protestantesimo.
Maometto non se lo sognava nemmeno. Il suo dissenso religioso dal cristianesimo era più che altro una frustrazione (anche perchè i "buoni" cristiani gliene facevano parecchie e brutte) e il Medio-oriente da sempre è terra di mezzo, appunto, poco incline ai nazionalismi; non so, forse perchè difficile da vivere. Boh.

Comunque, scusa se mi sono dilungato. Intendevo dire e far discutere su questo e sulla strana "integrazione" di questo ragazzo in Inghilterra (ce ne sono molti come lui in England?); oltre che linciarmi la mente con le macabre fascinazioni di un povero diciannovenne, per capire. Anche se penso di aver capito abbastanza.
Speriamo di no.

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Io sono tutti.

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Alessandro

Reg.: 12 Nov 2002
Messaggi: 1274
Da: Milano (MI)
Inviato: 12-07-2005 16:40  
Qualcosa in più.

Luton. A poco più di mezz’ora dalla capitale inglese c’è una succursale del Londonistan, una cittadina tranquilla e bruttina, più nota per l’aeroporto lì di fianco che per altro: Luton. Qui vive una comunità musulmana numerosa e, dicono gli esperti, collegata con la moschea di Finsbury Park – la più radicale di Londra – e con quella di Whitechapel, nell’East End. I musulmani di Luton sono concentrati a Dunstable Road, una via piena di negozi e bancarelle, con i lavori in corso che rendono ancora più impietoso il traffico. In fondo, all’angolo di una traversa, c’è la piccola moschea di mattoni rossi con davanti una striscia di rose gialle dal gambo lungo. Le preghiere sono appena finite, il sole è alto, le porte sono aperte per far passare un po’ d’aria, nessuno ha voglia di parlare, lo sguardo è esplicito: fuori di qui.
Trovarla, la moschea, non è stato facile. Anche alla più banale richiesta di indicazioni stradali la risposta è: “Perché me lo chiedi?”. Il sospetto s’insinua: “Non vogliamo curiosi qui”, dice un passante dall’inglese stentato. Alla fine, mosso a compassione o forse soltanto desideroso di sapere che cosa andiamo cercando, un taxista ci carica sulla sua auto – bella, nuova, spaziosa, come tante altre che poi sfileranno nella via principale del “Lutonistan”, con motori rombanti e musica araba a tutto volume – “Devo andare alla moschea anch’io”, dice, anche se un minuto prima si era rifiutato di dirci in che direzione fosse. Naturalmente chiede spiegazioni e poi incomincia una sorta di difesa: “Non abbiamo paura che ci siano ripercussioni nei nostri confronti – dice, senza che gli fosse stata posta alcuna domanda al riguardo, guardando più lo specchio retrovisore che la strada – Non abbiamo fatto niente, noi. Il Corano dice che non bisogna spargere il sangue degli innocenti, non abbiamo fatto niente, noi”. Appena entriamo in Dunstable Road saluta alcune persone con cenni della mano: c’è un via vai intenso. Le donne velate si fermano a comprare la frutta che profuma l’aria, tenendo per mano i figli o spingendo carrozzine. Alcune bambine portano il velo nero sulla testa – che contrasta con i colori accesi delle magliette – e si fermano davanti alle vetrine o alle casse di frutta, facendo domande con voci squillanti. Nessuno parla inglese: sulla porta della biblioteca, a metà strada verso la moschea, c’è un cartello con l’elenco delle lingue utilizzate nei libri disponibili. Il taxista lo indica: “Siamo tanti qui, ma tutti ‘british muslim’”.

Tante condanne agli attentati, ma anche tanti “ma”. Soprattutto i più giovani ce l’hanno con Mr Blair

(segue dalla prima pagina) Non ci sono né indizi né piste ufficiali negli attentati di Londra che conducono a Luton: al momento ci sono solo ipotesi che riguardano il possibile coinvolgimento di cellule britanniche. Dall’11/9 questa cittadina è stata spesso indicata come un focolaio del radicalismo islamico: ci sono state retate della polizia e, secondo alcune fonti, due giovani locali sono morti combattendo in Afghanistan. Il leader di un gruppo radicale locale, al Muhajiroun, l’anno scorso ha elogiato gli attentati di Madrid e ha aggiunto: “Anche Londra deve aspettarsi di essere attaccata”. La vicinanza con la capitale, poi, ha alimentato spesso le supposizioni sull’esistenza di una base operativa dislocata, lontana dai controlli della metropoli. Qui sono tutti sospettosi nei confronti degli “stranieri”, anche perché su alcuni forum in Internet si è sparsa la voce che a Luton girassero volantini di “ringraziamento” per gli attentati. Non ne abbiamo trovato traccia, a Dunstable Road. Gli unici ciclostilati in circolazione sono firmati da un gruppo politico islamico locale – Hizb ut-Tahrir – e riportano un messaggio accorato: “Uniamoci e parliamo con una sola voce. Le regole dell’islam non permettono di colpire innocenti”. E’ la stessa cosa che ripete anche il tassista: “Il sangue di persone come noi, che lavorano, non va sprecato. La vita per noi non è così ‘cheap’ come molti pensano”. Ma poi aggiunge: “Abbiamo visto tutti ‘Fahrenheit 9/11’, il documentario di Moore, qui: come può un musulmano far attentati dopo aver visto quel film? E’ solo una questione di politica e dei politici, noi non c’entriamo nulla, noi non abbiamo fatto nulla”.

L’affondo da boato di Galloway
I leader delle associazioni islamiche d’Inghilterra hanno condannato l’attentato di Londra e molti imam hanno denunciato il pericolo dell’estremismo durante le prediche di venerdì. “Ci sono musulmani cattivi e siamo tutti più a rischio a causa loro – ha detto Azzam al Tamimi, della Muslim Association of Britain, durante una veglia organizzata da “Stop the war” nel giardino della Friends House, a due passi da King’s Cross – I capi religiosi devono far di tutto per insegnare ai giovani che nessun innocente dev’essere ucciso”. Ognuno però ha anche fatto altre considerazioni: è tutto da condannare, “ma” la guerra in Iraq accende gli animi, la disuguaglianza accende gli animi – così Tamimi ha concluso il suo intervento, dopo aver chiesto il ritiro delle truppe: “Se tutti vivessimo in case di vetro nessuno tirerebbe le pietre” – la povertà accende gli animi. E poi: le responsabilità dell’occidente, la parificazione dei morti, che siano in guerra o su un autobus, che siano vittime di bin Laden o di Blair, fino all’apoteosi di George Galloway, parlamentare di una circoscrizione del Londonistan, che, arringando il pubblico della veglia, s’è guadagnato un boato d’applausi: “E’ semplice buon senso il mio – ha gridato perché si era inceppato il microfono – Non ci vuole Einstein per capire che Abu Ghraib, Guantanamo, Fallujah sono strettamente legati alle bombe di Londra”.
Gli stessi “ma” risuonano nelle vie di Luton. Più bisbigliati, ma non meno decisi, e soprattutto velati da un senso di discriminazione: ce l’hanno con noi e ci vogliono distruggere. “Prima l’Afghanistan, poi l’Iraq, ora colpiranno un altro paese musulmano per vendicare le bombe di giovedì – dice un uomo vestito di bianco riordinando le mele – l’occidente ha sempre bisogno di un nemico da combattere. Intanto comincia la violenza qui, contro di noi, come è successo nel nord”. Allude all’incendio di sabato sera nella moschea di Birkenhead: è andato a fuoco un appartamento sopra alla sala della preghiera, anch’essa danneggiata. Secondo i primi accertamenti, potrebbe essere doloso. “Se la prendono con noi che pure qui, in mezzo a loro, siamo cresciuti”, aggiunge un altro sbucando da dietro uno scaffale. Sono tutti arrabbiati e preoccupati: non uno di quelli che abbiamo incontrato ha voluto dire il paese di provenienza. Si sentono a tutti gli effetti “british muslim”, appartenenti alla società inglese, anche se non condividono “la politica di Mr. Blair”, anche se sono convinti che le possibilità di integrazione siano state cancellate insieme con le carrozze della metropolitana di Londra. “Non si sapeva ancora cos’era successo là sotto – recrimina un ragazzo – e già si diceva che era opera di al Qaida. Non ci sono neppure adesso le prove, ma tutti pensano che siamo stati noi”. Proviamo a dire che, forse, se si sentisse una voce di condanna forte e unanime, senza tanti “ma”, nei confronti di questi attentati sarebbe tutto più facile, ma è una proposta che non trova consenso, anzi crea nervosismo: “Noi condanniamo la morte degli innocenti, siete voi che non lo fate – dice un anziano dalla lunga barba – siete voi che non denunciate le vittime innocenti in Iraq”. La conversazione finisce bruscamente, si moltiplicano gli sguardi di disapprovazione. Lo stridore di freni per evitare un tamponamento a un incrocio improvvisato dai lavori in corso ci toglie dall’imbarazzo. Ognuno ritorna alla sua attività, bisbigliando.
Un gruppo di ragazzi ci guarda da lontano, quasi si stesse preparando. Secondo le inchieste fatte sui “british young muslim”, le nuove generazioni sono molto critiche nei confronti del governo Blair. Non apprezzano né la sua politica domestica né soprattutto quella estera, si discostano sempre più dalla società in cui vivono, condannano l’atteggiamento dell’occidente nei confronti del mondo arabo. Questi cinque ragazzi di Luton, col capo coperto e le tuniche bianche o nere, non vogliono rispondere alle domande – “Non abbiamo niente da dire” – si distraggono guardando le auto che passano o abbassano lo sguardo, poi fanno finta di disperdersi. Appena passiamo oltre si riuniscono. Si dicono qualcosa, e ridono.
Paola Peduzzi

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Io sono tutti.

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