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Autore D'Alema cambia registro.
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 06-05-2005 10:14  
Interessante articolo sulle ultime dichiarazioni di D'Alema. Mi pare evidente che parli già da "ministro in pectore". E che, una volta al governo, molti esponenti della sinistra si guardano bene dall'applicare tutta quella demagogia sulla pace a tutti i costi che invece strombazzano quando stanno all'opposizione.


Sulla politica estera parla una lingua diversa da Amato e Prodi e fa inferocire Bertinotti

di Lanfranco Pace

Dicono che sia supponente ma forse qualche ragione per esserlo ce l'avrà pure. In meno di un amen, al primo giro di pista di quella tortuosa corsa a ostacoli che porterà alla definizione del programma dell'Unione, Massimo D'Alema ha preso subito la corda. Bisogna vedere se riuscirà a tenerla, ma quello che ha detto al convegno di Italianieuropei non è solo una svolta compiuta, è anche una bozza di quella che dovrebbe e potrebbe essere una politica estera dignitosa di un governo del centrosinistra.

"Il fondamento della sicurezza internazionale sta nell'espansione della democrazia ed esportare la democrazia con successo vuol dire non escludere l'uso della forza": D'Alema volta così le spalle al tandem Chirac-Schroder, stella polare di tanta sinistra continentale nei giorni della pace senza se e senza ma. Chirac viene così rinviato al suo genoma, il veterogollismo ormai fuori dal tempo, l'antiamericanismo che si nutre solo di coriandoli d'impero e di malinteso orgoglio nazionalistico. Come compagno di strada, D'Alema lascia il cancelliere socialdemocratico tedesco e recupera Tony Blair, con cui magari non sarà d'accordo sull'Iraq, ma di cui elogia la politica sociale e le riforme e che viene per incanto riammesso nella famiglia delle sinistre. Ovviamente D'Alema sa fare bene anche di conto: un governo di centrosinistra potrebbe ritrovarsi in poco tempo senza Chirac né Schroder. Ci sono infatti buone probabilità che il secondo esca sconfitto alle prossime elezioni e che il primo venga sostituito nel 2007 da un Nicolas Sarkozy che si scosta sempre più dalla destra tradizionale e comincia a prendere tratti identitari neocon. Forse anche per questo D'Alema che ai tempi delle Cose Uno e Due voleva incrociare il fioretto con la socialdemocrazia e darle magari qualche consiglio, ora vede un solo interlocutore-avversario all'altezza dei tempi: i circoli, i think thank neo-conservatori, gli unici ad aver prodotto pensiero politico innovativo, ad aver posto domande giuste sia pure dando risposte sbagliate e pericolose come la guerra preventiva. Prevedere l'uso della forza in situazioni in cui popolazioni civili sono esposte al pericolo del genocidio e di massacri indiscriminati non è una novità: D'Alema ne fece il cardine dell'azione nei Balcani quando era a capo del governo, Adriano Sofri parla da tempo di necessarie operazioni di polizia internazionale. Ora il leader ds fa un passo in più, ammette che possa essere usata per esportare la democrazia, allargarne il fronte. Non è possibile infatti puntare, a una globalizzazione effettiva e virtuosa senza sicurezza globale. Né è concepibile mercato senza governo. Tutti problemi che evocano il problema della legittimità internazionale: cioè chi e a quali condizioni potrebbe arrogarsi il diritto di usare la forza. Se si può essere critici con una politica americana che ha mostrato vistosi segni di insofferenza nei confronti del diritto e delle istanze internazionali, altrettanto si deve essere critici con un multipolarismo che diventa alibi di tante impotenze. Seguendo le volute del D'Alema pensiero si dovrebbe dedurre che è all'ordine del giorno anche una riflessione su come riorganizzare l'Onu o definire nuove istituzioni che non leghino il carro delle democrazie alla stanga dell'assemblearismo.

La sortita di D'Alema, interpretata dai soliti maligni anche come candidatura alla Farnesina, ha comunque smosso un'acqua che la certezza di una vittoria imminente stava rendendo più stagnante del solito. Anzitutto sono emerse differenze non di poco conto con altri dirigenti riformisti come Amato e lo stesso Prodi le cui idee in politica estera non si sono mai allontanate dal progressismo europeo di vecchio stampo, filotedesco e diffidente nei confronti della cultura anglosassone. Ma è con la sinistra cosiddetta radicale che lo scontro sembra ineluttabile. Bertinotti e quant'altro s'agita all'estrema aprono il loro pensatoio questo fine settimana. Si sono fatti un punto d'onore per accogliere intellettuali ancora definiti "di massa", esponenti dell'immarcescibile società civile, e di movimenti manifestamente in riflusso. Congetture e confutazioni che si annunciano creative ma che difficilmente sputeranno un nocciolo di ciliegia da mettere come punto di un programma di governo. Chiuderà comunque i lavori Romano Prodi. Sarà interessante vedere se riuscirà a fare una sintesi.

[ Questo messaggio è stato modificato da: ipergiorg il 06-05-2005 alle 10:18 ]

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 06-05-2005 10:21  
Ma Fassino evidentemente lo aveva un poco anticipato

"A chi scioccamente e irresponsabilmente ha definito Al Zarkawi e i suoi accoliti dei resistenti, replichiamo che i veri resistenti sono quegli otto milioni di donne e uomini iracheni che votando hanno detto no alla morte e sì alla vita"

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RickBlaine

Reg.: 30 Mar 2003
Messaggi: 1868
Da: Collegno (TO)
Inviato: 06-05-2005 10:44  
C'è poco di cui essere meravigliati. In fin dei conti quando c'è stata la guerra nel Kosovo era lui il Primo Ministro.
_________________
Best Always, John Landis

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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 06-05-2005 15:31  
quote:
In data 2005-05-06 10:21, ipergiorg scrive:
Ma Fassino evidentemente lo aveva un poco anticipato

"A chi scioccamente e irresponsabilmente ha definito Al Zarkawi e i suoi accoliti dei resistenti, replichiamo che i veri resistenti sono quegli otto milioni di donne e uomini iracheni che votando hanno detto no alla morte e sì alla vita"

A onor del vero però va detto che questa,giusta o sbagliata che sia,è sempre stata la posizione di Fassino.Non ha mai difeso Zarqawi (nessuno l'ha fatto in realtà) e ha sempre parlato positivamente del processo democratico in corso in Iraq.Quindi non vedo cambiamenti.
_________________
IO DIFENDO LA COSTITUZIONE. FIRMATE.

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